LE CONVERGENZE PARALLELE: I CINESI CORROMPEVANO E GLI ITALIANI INCASSAVANO - TROVATI 50MILA € IN CONTANTI A CASA DI UNO DEI TRE PROFESSORI DI CANTO DEL CONSERVATORIO DI MILANO INDAGATI CON L’ACCUSA DI AVER “VENDUTO” L’AMMISSIONE AGLI STUDENTI CINESI, CHE PAGAVANO MAZZETTE - IL BOTTINO FINITO SOTTO SEQUESTRO È DI 110 MILA EURO. A PENSARE CHE DAL 2007 AL 2010 PRESIDENTE DEL CONSERVATORIO E' STATO L’EX PROCURATORE DI "MANI PULITE" BORRELLI - SOTT'INCHIESTA TRE DOCENTI E DUE STUDENTI...
-1 - TANGENTI AL CONSERVATORIO
Estratto dell'articolo di Monica Serra per “la Stampa”
Nell'esposto iniziale si parlava di un «tariffario» da almeno 10, 12 mila euro. Ma le indagini condotte fin qui dalla procura hanno permesso di ipotizzare che le presunte mazzette pagate da alcuni studenti per garantirsi un posto al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano sarebbero più alte. E non di poco. Uno scandalo che rischia di travolgere un'istituzione del panorama musicale italiano e internazionale con oltre due secoli di storia.
Che, però, già in passato, era stata colpita da un altro filone d'inchiesta, su presunte lezioni private pagate in nero dagli studenti, poi concluso in un nulla di fatto. Ma che, anche all'epoca, aveva scosso il Conservatorio e interessato il ministero dell'Istruzione, che per due volte aveva chiesto informazioni ai pm, per eventuali procedimenti disciplinari. Alla ricerca di soldi, contatti e altre tracce del presunto sistema di tangenti, mercoledì gli agenti della Squadra mobile, diretti da Marco Calì, hanno perquisito le case di sette docenti e anche gli armadietti di dieci studenti, tutti cinesi. Di questi tre insegnanti e due allievi risultano al momento indagati, ma il loro numero potrebbe crescere presto. Il bottino finito sotto sequestro è di 110 mila euro.
(...)
2 - A CASA DI UN PROF DEL CONSERVATORIO TROVATI 50 MILA EURO IN CONTANTI
Estratto dell'articolo di Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
Cinquantamila euro in contanti trovati a uno dei tre professori di canto indagati con l’accusa di aver «venduto» agli studenti cinesi paganti tangenti l’ammissione al Conservatorio «Giuseppe Verdi» di Milano, ventimila euro a casa di un altro dei docenti indagati insieme a due studenti, e complessivamente altri quaranta mila euro sempre in contanti trovati nelle perquisizioni svolte mercoledì dalla Squadra mobile di Milano ad altri undici tra docenti e studenti non indagati: già al secondo giorno di emersione dell’inchiesta della Procura di Milano si capisce che, anche sospendendo per ora il giudizio sull’ipotizzata matrice corruttiva della provenienza del denaro, a tutti questi contanti una qualche spiegazione dovrà pure essere data al pm Giovanni Polizzi.
Il cui decreto di perquisizione già anticipava un altro segmento di vita quotidiana di alcuni dei docenti del più grande istituto di formazione musicale in Italia, affermato a livello internazionale al punto da essere ambita meta di 1.500 studenti di ogni Paese, per i quali 236 docenti curano più di 100 percorsi di studio: e cioè la pratica forse un po’ troppo disinvolta del fenomeno delle lezioni private a pagamento, presumibilmente «in nero» anche se sarà comunque ben difficile per i possessori di così tanti contanti giustificarli «solo» con il «nero» appunto delle lezioni private.
L’ipotesi che invece sta scandagliando l’inchiesta della polizia, a partire da alcune segnalazioni trasmesse mesi fa dalla questura di Lodi, è che alcuni docenti si facessero pagare, da studenti disposti a sganciare una bustarella nell’ordine delle migliaia di euro, per «garantire il superamento dell’esame di ammissione ai corsi accademici» nelle selezioni di giugno 2021.
(...)
Lo scambio illecito sinora sembrerebbe avere avuto come target di «mercato» soprattutto taluni giovani nella appassionata colonia di aspiranti studenti cinesi, per i quali dal 2009 esiste un apposito programma «Turandot» che consente — a molti di coloro che ambiscono a conseguire una specializzazione — di vivere in Italia per 11 mesi e preparare gli esami di ammissione alle Istituzioni di Alta formazione quali appunto il Conservatorio.
(...)