Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
In diversi Stati americani la diffusione dei sistemi anticoncezionali, come l’impianto di diaframmi intrauterini, ha scatenato negli anni polemiche politiche, coi conservatori poco disposti a lasciare spazio a ogni forma di contraccezione e, comunque, contrari all’uso di fondi pubblici in quest’area.
Eppure, nonostante tutti questi divieti, in Stati come il Colorado o a St. Louis, in Missouri, la distribuzione di anticoncezionali e l’impianto di diaframmi ha avuto grande diffusione, grazie ai finanziamenti di un’organizzazione filantropica anonima che, poi, ha investito 20 milioni di dollari in un’indagine sull’efficacia di questi interventi di controllo delle nascite.
Una politica che ha consentito di ridurre in modo sostanziale le gravidanze delle ragazze minorenni e ha fatto calare di molto anche gli aborti. A un certo puntò, però, i fondi stanziati dal benefattore sono andati esauriti e i politici conservatori si sono opposti di nuovo all’uso di fondi pubblici per continuare questo tipo d’intervento.
WARREN BUFFETT ARRIVA ALLA ALLEN CONFERENCE jpeg
Nel frattempo, però, è arrivato sul mercato un nuovo strumento anticoncezionale a basso costo denominato «Liletta» prodotto e distribuito da un’azienda «biotech», la Allergan, ma sviluppato dalla Medicines360, una società non-profit che fa capo allo stesso misterioso filantropo che per anni ha finanziato tutti questi interventi che hanno inciso profondamente sul modo in cui le donne americane affrontano la contraccezione.
Mistero relativo: più che per volontà di segretezza, il benefattore ha preferito non esporsi perché sa che il suo impegno, rispondente alla sua visione di impegno civile nella società, non piace a molti conservatori, cittadini dell’America «profonda» che investe anche nei suoi fondi. Ma ai giornalisti del settimanale Bloomberg-Business Week è bastato fare qualche verifica, soprattutto negli archivi del Fisco Usa, per scoprire che il misterioso benefattore altro non è che Warren Buffett, il miliardario del Nebraska che ha messo insieme una fortuna con la sua holding Berkshire Hathaway.
Buffett cominciò a investire e conobbe la prima moglie, Susan Thompson, all’inizio degli anni Cinquanta. L’azione filantropica della coppia cominciò quasi subito, già negli anni Sessanta, con un impegno su due fronti molto diversi: il controllo delle nascite e le campagne per il disarmo nucleare. All’inizio Buffett fece filantropia attraverso la Berkshire ma, davanti alle prime controversie, cambiò rotta usando la fondazione che porta il nome della moglie, scomparsa 11 anni fa per un ictus. L’«oracolo di Omaha», convinto di morire prima di Susan, non si era mai preoccupato del destino del suo enorme patrimonio.
Dopo la scomparsa della moglie la fondazione ereditò l’intero patrimonio di Susan, 2,5 miliardi di dollari, mentre poco dopo anche Warren prese l’impegno, sull’esempio di Bill Gates, di donare almeno l’85 per cento del suo patrimonio. È il 2006: il finanziere del Nebraska destina gran parte dei suoi averi (40 miliardi di dollari), proprio alla Gates Foundation, affidando il resto, circa 3 miliardi, alla fondazione che porta il nome della moglie.
La fondazione di Buffett — la terza più grande d’America dopo quella di Bill e Melinda Gates e la Ford Foundation — si trovò, così, improvvisamente a disporre di diversi miliardi e a dover investire ogni anni, per obbligo di legge, almeno il 5 per cento del suo patrimonio in attività filantropiche. Dal 2006, quindi, la disponibilità di fondi per il controllo delle nascite è cresciuta di molto.
Nonostante l’opposizione a questi interventi di molti suoi investitori, Warren ha deciso di andare avanti a titolo personale, senza dare pubblicità alla cosa, perché convinto che in questo modo avrebbe fatto non solo gli interessi delle donne, ma anche quelli dell’economia americana.
L’«oracolo di Omaha» pensa, infatti, che se le donne non riescono a controllare la loro fertilità e vanno incontro a gravidanze non desiderate, ad essere penalizzata e ridimensionata è soprattutto la capacità della società americana e delle donne americane di produrre lavoro intellettuale.
Ora, con «Liletta», che la Allergan è obbligata a vendere agli ospedali ad appena 50 dollari in base a un accordo tra la società e l’ente filantropico, Warren Buffett può parlare di missione compiuta. Ma adesso il grande successo dell’iniziativa impone una verifica al contrario: bisogna accertarsi che non ci siano donne che vengono obbligate dai datori di lavoro ad adottare queste tecniche anticoncezionali per aumentare il loro rendimento professionale.