F. Zan. Per “il Messaggero”
Tutto era stato pianificato perché sembrasse un omicidio di stampo mafioso: un'auto senza targa incendiata in un campo alle porte di Bucarest - in Romania - e il corpo di un uomo nel bagagliaio. Ma secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l'imprenditore italiano Mauro Donato Gadda, 64 anni, sarebbe stato invece ammazzato per gelosia. La polizia rumena ha fermato i coniugi Valentin Barbalau e Carmen, di 27 e 23 anni: non è ancora chiaro il ruolo della donna nel delitto, ma è stato accertato che da tempo aveva una relazione sentimentale con Gadda.
Il 64enne, originario di Busto Garolfo (Milano), aveva lasciato l'Italia una decina di anni fa e viveva stabilmente tra Giurgiu e la capitale, dove era socio di un'azienda che si occupa della produzione di filtri e pompe d'acqua.
LA MORTE DI MAURO DONATO GADDA IN ROMANIA - I DUE FERMATI
Secondo una prima ricostruzione dell'omicidio, Gadda sarebbe stato caricato nel bagagliaio dell'auto già deceduto, e soltanto a quel punto gli assassini avrebbero appiccato quell'incendio che, come riportano i media locali, sarebbe durato quasi quattro ore. All'arrivo delle forze dell'ordine, il corpo è stato rinvenuto completamente carbonizzato, ma da un primo esame medico sarebbero emerse diverse fratture alle ossa delle mani, alle costole e al cranio. Un eventuale arma del delitto non è stata ancora trovata, ma saranno le indagini e l'autopsia ad accertare la precisa causa del decesso.
LA RICOSTRUZIONE
I due fermati avrebbero incontrato Gadda martedì scorso in un appartamento, durante uno degli appuntamenti romantici tra la vittima e Carmen. Secondo quanto riportano alcune testate locali, Valentin avrebbe seguito la moglie e, non appena si è trovato davanti l'imprenditore, ne è nata un'accesa lite, durante la quale il 64enne avrebbe perso la vita (tra le ipotesi, anche quella che abbia battuto la testa a terra in seguito a una forte spinta). A quel punto, quindi, l'idea di mascherare l'omicidio.
Non è chiaro quanto la donna sia stata partecipe della messinscena che avrebbe dovuto depistare gli inquirenti verso un delitto mafioso, ma entrambi i coniugi sarebbero stati ripresi dalle telecamere di videosorveglianza poco distanti dal luogo in cui è stata fatta bruciare l'auto. Questo è soltanto uno degli errori commessi dai due: negligenze che, una volta scoperte, hanno reso sempre più improbabile l'ipotesi di un legame con gli ambienti della malavita.
La targa della Dacia Logan di Gadda era stata rimossa, ma i presunti assassini non avevano pensato di rendere illeggibile anche il numero di telaio. A fare il nome dell'imprenditore sarebbe stata poi la sua governante che, riconoscendo la macchina dalle immagini al telegiornale, ha contattato le forze dell'ordine. Sempre lei, poi, avrebbe fornito ulteriori dettagli sulla vita del 64enne, che in Romania conduceva una vita agiata e tranquilla. Era appassionato di cavalli, collezionava auto, possedeva una barca per la pesca e una villa in un quartiere residenziale. Godeva senz' altro di un'ottima situazione economica e, secondo quanto raccontato agli inquirenti dalla governante, era solito condividere quella serenità con diverse amanti.
A detta della donna, infatti, sarebbe stata abitudine di Gadda avere ospiti femminili a casa, spesso anche molto giovani. Un dettaglio quest' ultimo, che ha ulteriormente rafforzato la pista passionale. Secondo quanto diffuso dalla stampa rumena, inoltre, Valentin Barbalau era già noto alle forze dell'ordine per violenza domestica nei confronti della moglie.