IL CORONAVIRUS SI È PORTATO VIA ANCHE GIULIO GIORELLO – IL FILOSOFO AVEVA 75 ANNI E SI ERA SPOSATO APPENA TRE GIORNI FA CON LA COMPAGNA ROBERTA PELACHIN – ERA CAPACE DI MESCOLARE ALL’INTERESSE RIGOROSO PER LE DISCIPLINE “ALTE” LA CURIOSITÀ PER LA CULTURA POPOLARE – LA RECENSIONE BY FELTRI DEL SUO LIBRO SULL'IRONIA
-“NON C’È NULLA DI PIU SERIO DELL’IRONIA” - VITTORIO FELTRI LODA IL LIBRO DI GIULIO GIORELLO, “LA DANZA DELLA PAROLA, L’IRONIA COME ARMA CIVILE PER COMBATTERE SCHEMI E DOGMATISMI ”: “DÀ PREGNANZA FILOSOFICA A UNA VERITÀ ESISTENZIALE SENZA CUI PERFINO LA MORTE SAREBBE UN MORTORIO”
È MORTO GIULIO GIORELLO
E' scomparso a Milano, per le conseguenze del coronavirus che aveva contratto nei mesi scorsi, il filosofo Giulio Giorello. Aveva 75 anni e tre giorni fa aveva sposato la compagna, Roberta Pelachin. Allievo del marxista Ludovico Geymonat, è stato il suo successore nella cattedra di Filosofia della Scienza all'Università Statale milanese.
Ex presidente della Società italiana di logica e filosofia della scienza, responsabile per l’editore Cortina della collana Scienza e Idee, laureato in Filosofia prima e poi in Matematica, aveva fatto del superamento della barriera tra discipline umanistiche e scientifiche il tratto saliente della sua personalità accademica, con un curriculum di insegnamenti variegato e unico: dapprima Meccanica Razionale presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università degli studi di Pavia, seguita dalla Facoltà di Scienze presso l'Università di Catania, fino a quella di Scienze naturali presso l'università dell'Insubria e al Politecnico di Milano.
Interessato alle neuroscienze, alla psicologia evolutiva, alla bioetica ma anche alla mitologia e all’antropologia, era però capace di mescolare all’interesse rigoroso per le discipline “alte” la curiosità per la cultura popolare, dalla musica ai fumetti, in particolare il mondo Disney a cui aveva dedicato qualche anno fa il suo Filosofia di Topolino (Guanda). Attraverso il suo sguardo divertito e colto, Mickey Mouse si tramutava, attraverso le sue molteplici avventure nel corso di un Novecento imprevedibile, tragico e farsesco, in un filosofo involontario.
Lontano da ogni ortodossia, amante e studioso di figure filosofiche “eretiche” come Baruch Spinoza, aveva espresso la sua visione e il suo credo nel massimo rispetto per le libertà individuali in Di nessuna chiesa, rifiutando la contrapposizione tra laici e credenti e mettendo in guardia contro il dogmatismo che può viziare anche una visione laica.