Da L’Eco di Bergamo
«Forse a settembre», azzarda il sindaco della Grande Mela Bill de Blasio, che profetizza: «Metà della popolazione della metropoli sarà colpita dal coronavirus», quasi 4 milioni di persone. «E’ preoccupante, ma bisogna cominciare a dire la verità». Mentre il governatore Andrew Cuomo parla di almeno 38.000 casi e 385 decessi nell’intero Stato e lancia l’allarme ospedali, dove medici e infermieri descrivono «una situazione apocalittica».
Dunque è sempre più qui l’epicentro della pandemia che sta investendo gli Stati Uniti, che con oltre 81.400 casi su scala nazionale diventano, secondo i dati del Nyt, il primo Paese al mondo per contagi superando anche Cina e Italia. E il bilancio di oltre 1.100 vittime fa ora davvero paura. Così come il numero dei posti letto nei reparti di rianimazione presi d’assalto e l’insufficienza di tamponi e respiratori, non solo a New York.
A preoccupare enormemente negli ultimi giorni è anche il virulento focolaio esploso in Louisiana, con New Orleans che rischia di diventare la Bergamo d’America. Solo nelle ultime 24 ore si sono registrati 510 nuovi casi (in totale saliti a oltre 2.300) e 18 morti, con un bilancio totale di almeno 83 vittime: un numero maggiore rispetto a quello registrato dall’inizio dell’epidemia nella ben più popolata California. Una crescita definita dagli esperti «la più veloce al mondo», con una traiettoria simile a quella dellèzone rossè di Italia e Spagna. Il sospetto è che sia stato un ’evento zerò ad accelerare in maniera esponenziale la diffusione del virus, la tradizionale festa di carnevale del ’Mardi Gras’ che il 25 febbraio, come ogni anno, ha attirato centinaia di migliaia di persone che hanno affollato strade e locali.
STATI UNITI
Federico Rampini per la Repubblica
Il nefasto primato mondiale degli Stati Uniti nei contagi si accompagna a un' altra anomalia. Tra le nazioni più esposte alla pandemia, l' America ha un sistema sanitario in gran parte privato, il più costoso del mondo.
Questo può aggravare lo shock economico che segue quello sanitario. Una malattia con queste proporzioni di massa è un test tremendo anche per l' onere economico delle cure sui bilanci familiari: può allargare le frontiere della povertà, nel Paese più ricco del mondo. Se ne accorge l' Amministrazione Trump che sta operando un singolare dietrofront: dopo anni in cui ha cercato di smantellare la riforma sanitaria di Obama (Affordable Care Act, più nota come Obamacare), ora il governo federale sta riaprendo i termini d' iscrizione alle assicurazioni mediche, che erano scaduti a gennaio.
Obamacare ha 11,5 milioni di iscritti, che vanno ad aggiungersi a coloro che hanno assicurazioni collettive pagati dai datori di lavoro.
Solo due categorie hanno accesso a una sanità pubblica: gli anziani oltre i 65 anni con Medicare, e coloro che si trovano sotto la soglia della povertà (22.000 dollari di reddito annuo) con Medicaid.
record richieste di sussidio di disoccupazione negli usa - coronavirus
Qual è il costo economico per chi si ammala di coronavirus? Il test diagnostico è gratuito in seguito a un accordo tra il governo e le assicurazioni, anche se i tamponi scarseggiano e sono razionati. E le cure? Dipende. La distribuzione dei costi può variare molto. Gli Stati Uniti non hanno un sistema sanitario unico, come il Canada e molti Paesi europei, il Giappone e la Corea del Sud. Qui c' è una giungla di sistemi sanitari, a seconda dello Stato in cui risiedi (New York ha normative diverse dalla Florida o dal Texas), e a seconda della compagnia che ti assicura.
All' interno di una stessa assicurazione le regole sui rimborsi variano da una polizza all' altra.
La Kaiser Family Foundation ha fatto questa stima per un ricovero ospedaliero dovuto a una polmonite con complicazioni. Il costo lordo delle cure è di 20mila dollari. Se sei assicurato, la maggior parte viene coperta dall' assicurazione, ma dovrai comunque pagare di tasca tua una media di 1.300 dollari. È quello che qui si chiama co-payment, out-of-pocket expenses, assomiglia a un ticket.
Se non hai un' assicurazione e non sei abbastanza povero da rientrare nel programma MedicAid, i 20mila dollari prima o poi verranno a chiederli a te. Questo ingigantisce i danni dei licenziamenti: chi perde il posto di lavoro spesso perde la copertura sanitaria che ne deriva. Comunque anche per gli assicurati la compartecipazione alle spese ospedaliere è una stangata: a livello nazionale si stima che raggiungerà i 16 miliardi di dollari per effetto del coronavirus.
Un altro dramma sociale americano riguarda l' assenza dal lavoro per malattia. I dipendenti pubblici o di grandi aziende vengono pagati anche se stanno a casa. Ma nel vasto settore del precariato - 23% della manodopera ovvero 34 milioni di persone - chi si assenta per malattia perde il salario. Questo crea un incentivo perverso: molti sono costretti a lavorare contagiando colleghi e clienti.
Probabilmente questo ha già contribuito alla diffusione dell' epidemia sul territorio Usa. Perciò nella maxi-manovra anti-recessione da duemila miliardi di dollari varata ieri al Congresso i democratici hanno aggiunto i fondi per allargare l' indennità-malattia in modo da garantire il salario anche ai lavoratori delle piccole imprese, ai free-lance, ai part-time e precari.
La prova del coronavirus avrà anche conseguenze politiche, ma è prematuro prevedere quali. Forse scuoterà certezze consolidate come quella che «l' America ha il migliore sistema sanitario del mondo», una frase ripetuta ancora ieri sulle colonne del New York Times, giornale progressista e anti- trumpiano.
Nell' ultimo duello tv fra i due candidati democratici alla nomination, il socialista Bernie Sanders è tornato a proporre il modello europeo: sistema sanitario nazionale, unico e statale. Il favorito Joe Biden gli ha risposto: «È quello che esiste in Italia, ma non ha retto». Biden propone un sistema misto, dove sia offerta un' opzione pubblica in concorrenza con i privati.
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