CORTINESI INGRATI - VITTORIO RAVÀ: “FATE UNA SANA AUTOCRITICA E PENTITEVI DELLE MALDICENZE DI QUESTI GIORNI. GLI AMPEZZANI CONTAGIATI POSSONO SOLO DARE LA COLPA AI PROPRI FIGLI CHE LAVORANO O STUDIANO FUORI SEDE. OGGI AL CODIVILLA C’È SOLO UN PRONTO SOCCORSO CHE SMISTA I MALATI NEGLI ALTRI OSPEDALI VENETI. I LOCALI SI CURANO INVECE A MILANO. E SENZA MILANO NON SAREBBERO ARRIVATE LE OLIMPIADI DEL 2026"
-Vittorio Ravà per Dagospia
Nel 1923 si inaugurava a Cortina l’ospedale restaurando un vecchio albergo asburgico e introducendo le innovative tecniche sviluppate dal professore Codivilla al Rizzoli di Bologna. Negli anni ‘60 esisteva una seconda unità ospedaliera, la clinica Grignes che permetteva ai luminari di tutta Italia di visitare o operare mentre si trovavano in vacanza.
Oggi il povero medico di base rappresenta l’unico baluardo sanitario e in più viene vissuto come un untore dagli eroici ampezzani che hanno fatto di tutto per mantenere l’ultima gara del campionato del mondo di sci, prevista a metà marzo, ma annullata solo una settimana prima del lockdown, perchè money first.
Mia nonna veniva a Cortina all’inizio del novecento quando era ancora asburgica e mio nonno fu il primo ufficiale Italiano a liberare Cortina dagli austriaci nel 1918,costruendo la strada del Giau.
Mio padre ha passato qui i suoi anni migliori e qui ha conosciuto mia madre nel ‘52.
Io ne conosco ogni pietra ed ogni mugo e adesso i miei nipoti di Londra e di Milano qui hanno imparato a sciare.
Alla fine degli anni ‘50 i contadini affittavano le case sopra le stalle, tagliavano il fieno e mungevano le vacche, adesso le vacche da mungere sono i foresti che con i negozi, bar, ristoranti chiusi non servono più, anzi distraggono il medico di base che deve essere a disposizione solo degli Ampezzani.
Mi meraviglio che ancora il sindaco non abbia fatto una delibera in cui si sancisca la priorità per i Regolieri, le famiglie originarie, che gestiscono il demanio comunale che non è di tutti i residenti o domiciliati che pagano l’Imu più cara d’Italia, ma solo loro.
Ancora oggi, dopo più di un secolo, non hanno permesso l’introduzione del catasto italiano continuando ad avere la deroga per utilizzare il catasto Asburgico con il sistema Tavolare.
Oggi al Codivilla c’è solo un pronto soccorso che smista i malati negli altri ospedali Veneti, ma dov’erano i nostri Eroi del Boite quando chiusero prima la clinica Grignes e poi il Codivilla.
Venezia dal 2011 ad oggi si è mobilitata contro il declassamento dell’ospedale civile, utilizzando il numero dei turisti per restare nella classe di un ospedale da capoluogo di regione, mentre qui il villeggiante serve solo se spende.
I locali si curano invece a Milano, allo IEO o al Monzino, al primo cancro o al primo infarto come altri 100.000 italiani di altre regioni, fonte Matteo Salvini.
Senza Milano non sarebbero arrivate le Olimpiadi del 2026 come dimostrano i reiterati tentativi falliti degli ultimi 70 anni.
Il castello chiuso porta all’economia curtense, non certo quella di questi giorni quando la cooperativa riesce a non mettere in cassa integrazione gran parte dei suoi dipendenti per il grande lavoro dei reparti aperti: alimentare, casalinghi, ferramenta, vini e igiene personale, strategicamente allocati al piano terra,
Grazie ai foresti.
Cortinesi fate una sana autocritica e pentitevi delle maldicenze di questi giorni, anche perchè gli Ampezzani contagiati possono solo dare la colpa ai propri figli che lavorano o studiano fuori sede.