COSA IMMAGINAVATE CHE FACESSE UNA VENTENNE CON TUTTI QUEI SOLDI? - GRAMELLINI IN DIFESA DI MALIKA, LA RAGAZZA LESBICA BUTTATA FUORI DI CASA E CHE AVEVA OTTENUTO 140 MILA EURO DA UNA RACCOLTA FONDI, SPESI IN PARTE PER UNA MERCEDES E UN CANE DI RAZZA: "I FINANZIATORI PENSAVANO CHE LI AVREBBE ACCANTONATI PER PAGARSI GLI STUDI E SOTTOSCRIVERE FONDI-PENSIONE? SE ERA ESAGERATO ESALTARE L'EROINA, LO È ADESSO COLPEVOLIZZARE LA RAGAZZA" - LE SCUSE: "DOVEVO TROVARMI PRIMA UN LAVORO". E IL SUO AGENTE LA MOLLA...
-1 - SE MALIKA AMA MERCEDES
Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”
Più che le istituzioni, gli italiani preferiscono finanziare le storie. E Malika era la storia perfetta: una ragazza cacciata di casa dalla mattina alla sera perché aveva detto ai genitori di essere lesbica.
In un batter di ciglia umide, furono raccolti centoquarantamila euro. Nella testa di chi glieli metteva a disposizione, dovevano servire a Malika per costruirsi un futuro, ma adesso si scopre che li ha usati per godersi il presente: ha comprato una Mercedes e un cane di razza. Così l'onda di commozione le si è rovesciata contro, tramutata in indignazione.
I finanziatori hanno peccato d'ingenuità. Che cosa immaginavano che facesse, una ragazza di vent'anni appena arrivata a Milano, di tutti quei soldi che le piovevano addosso di colpo e senza fatica?
Pensavano che li avrebbe accantonati per pagarsi gli studi e sottoscrivere fondi-pensione, e che nel frattempo si sarebbe accontentata di viaggiare in utilitaria e di portare al parco un trovatello del canile, come forse avrebbe fatto un adulto giudizioso?
Gli eroi sono tali finché restano confinati nella dimensione aerea del racconto, ma appena toccano terra, dietro il mito spunta inesorabilmente l'essere umano con i suoi limiti, i suoi vezzi e i suoi vizi.
Se era esagerato esaltare l'eroina, lo è adesso colpevolizzare la ragazza per non essere stata all'altezza dell'immagine artefatta che (con il suo aiuto) molti le avevano cucito addosso per pagarsi l'iscrizione al partito dei buoni.
2 - MALIKA E LA MERCEDES GRAZIE ALLA RACCOLTA FONDI: «SONO BENI NECESSARI»
Candida Morvillo per il “Corriere della Sera”
Questo è ancora il Paese in cui due genitori, quando scoprono che la figlia di vent'anni è lesbica, la cacciano di casa. Questo è anche il Paese in cui, per quella giovane rimasta senza un soldo e senza nemmeno un cambio di biancheria, scatta una gara di solidarietà che raccoglie ben 140 mila euro.
Fin qui, per ciascuna coscienza è facile sentire da che parte stare. Le cose si complicano quando la ragazza, Malika, di Castelfiorentino, usa parte dei soldi per comprarsi una Mercedes, sebbene Classe A, la più economica, sebbene d'occasione, a 17mila euro.
Adesso, sui social, c'è chi le augura di andarci a sbattere contro un albero, con quell'auto. Lei dice al Corriere: «La gogna me la prendo tutta, ma chi mi ci mette non è migliore di me. A 22 anni nessuno ha fatto uno sbaglio?». Chiedi qual è lo sbaglio e lei: «Ho fatto una scelta affrettata. Magari dovevo trovarmi prima un lavoro».
L'ha capito tardivamente e dopo un'uscita infelice: a Selvaggia Lucarelli che la intervistava su Tpi, aveva detto «mi sono tolta uno sfizio». Ora, Malika ritratta: «Sono stata travisata».
Travisata come? Ha detto «sfizio» o no? Lei: «Io penso che le persone mi hanno donato dei soldi per la mia serenità». Insomma, la linea è quella dei pochi supporter che, sui social, dicono che la donazione non era fatta con la condizionale.
Ma l'Italia che per Malika aveva messo mano al portafogli, si è sentita tradita perché lei aveva promesso di usare le donazioni per rifarsi una vita e fare beneficenza. La Mercedes non era contemplata. Peggio di tutto è stata la bugia: in principio, Malika aveva giurato che l'auto era dei genitori della fidanzata. Poi, si è scusata per la bugia: «Ero sotto pressione».
La pressione era, in effetti, comprensibile. La storia di Malika, operaia in fabbrica ma in cassa integrazione, inizia a gennaio, quando scrive ai suoi confessando di amare una ragazza.
La madre le invia trenta messaggi vocali di insulti. «Mi fai schifo, schifo, schifo!», le urla. E anche «spero ti venga un tumore, se ti vedo, t'ammazzo». Madre e padre le fanno trovare la serratura di casa cambiata.
Lei, per cercare di recuperare le sue cose, va dai carabinieri. È così che la Procura di Firenze apre un'inchiesta per violenza privata. Arrivano, quindi, su Gofundme, le donazioni. Malika si trasferisce a Milano, va in tv da Bianca Berlinguer e da Maurizio Costanzo. Si fa amici vip.
Il video alla guida della Mercedes compare sull'Instagram di Gaia, sorella di tale Tommaso Zorzi, uno diventato famoso facendo sciabolate di champagne in un docureality sui figli di papà intitolato #Riccanza.
Questo è il Paese in cui per accedere al mondo dei vip o sei molto ricco e molto esibizionista o basta una sciagura qualsiasi, e in cui per rimanerci non puoi guidare una 500 usata.
Non puoi avere per cane neanche un trovatello: l'ultima è che Malika ha comprato un French Bulldog da 2.500 euro. «Era un bene di prima necessità», ha detto sempre a Tpi. «Sono stata travisata», giura ora. Di nuovo.
«Ho detto che il cane era un supporto psicologico. E poi: se i soldi mi sono stati donati, perché non vi va bene niente di quello che faccio?». Insomma, nella vita dell'operaia, ora, tutto è nuovo e anche le «pressioni» non sono più quelle di una volta. Non stupisce, si fa per dire, scoprire che, nel frattempo, si è procurata un agente e persino una portavoce.
Poi, la portavoce, per mettere una pezza alla storia della Mercedes, combina un pasticcio peggiore: annuncia contatti con l'onorevole Laura Boldrini per la lotta contro le discriminazioni; ma Boldrini smentisce. Intanto, al Corriere, l'agente rivela di aver abbandonato l'incarico già prima del patatrac.
Non vuole essere citato, ma è amareggiato: racconta d'aver aiutato Malika pro bono, che lei gli aveva fatto credere di volersi impegnare nel sociale. La Mercedes l'aveva insospettito, ma lei gli aveva giurato che non era sua. Sembrava una brutta, bella, storia di violenza, discriminazione e riscatto.
Lei ancora la rivendica: «Sono una ragazza che ha perso i punti di riferimento e che qualcuno voleva mandare al Grande Fratello, ma ha detto no. Io voglio lottare per delle buone cause e, in Panda o in Mercedes, lo farò». Il tempo dirà se invece era il solito abbaglio da luccichio dei social, successo facile, riccanza.