COSI' E' DIFFICILE FIDARSI DELLE TOGHE - RENZI HA TOLTO IL VELO AI MAGISTRATI DELLA PROCURA DI FIRENZE: CREAZZO E' ADDITATO COME "MOLESTATORE SESSUALE" - SU LUCA TURCO "PONGONO SERI DUBBI NUMEROSI SERVITORI DELLO STATO CHE LAVORANO CON LUI" MENTRE NASTASI E' "SOSPETTATO DI AVER INQUINATO LA SCENA DEL DELITTO NEL CASO DAVID ROSSI" - IL PM PAOLO BARLUCCHI PRESENTO' UN ESPOSTO ADOMBRANDO CONFLITTI DI INTERESSE E CORRUZIONE DI CREAZZO E TURCO IN UN'INCHIESTA SULLA SANITÀ: L'INCHIESTA SARÀ ARCHIVIATA E BARLUCCHI È FINITO SOTTO PROCESSO CON L'ACCUSA DI AVER "RICATTATO" CREAZZO…

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Giuseppe Salvaggiulo per "la Stampa"

 

matteo renzi

Cena tra magistrati, qualche anno fa. Clima conviviale. Un commensale si rivolge a Giuseppe Creazzo, da non molto nominato procuratore di Firenze. «Allora, Peppe, come si sta a Firenze?». «Dopo tanti anni in Calabria, è stato come passare da Beirut a New York». E invece. Nemmeno tanti anni dopo, la placida Procura fiorentina è un bunker libanese. «Siamo isolati, infamati come persone e delegittimati come ufficio - ha detto ieri Creazzo ai colleghi - .Protagonisti nostro malgrado per attacchi che si commentano da soli». «I miei accusatori non sono credibili», proclama Renzi.

 

Creazzo additato in tv come «molestatore sessuale» con tanto di dettagli («Tanto non siamo in fascia protetta») su «palpeggiamenti». Turco, memoria storica della Procura di Firenze, svillaneggiato in quanto «toga rossa, protagonista di inchieste finite nel nulla, specializzato in Renzologia e sul cui operato pongono seri dubbi numerosi servitori dello Stato che lavorano con lui».

 

creazzo

Nastasi, ultimo arrivato nel bunker, gettato nel fango senese per il sospetto «di aver inquinato la scena del delitto nel caso David Rossi». Non si può dire che i tre pm siano star mediatiche. «Zero tituli» negli archivi di giornali e tv. «Al lavoro in silenzio, senza cadere in provocazioni né rispondere. Ora è il tempo della sobrietà e dell'umiltà», sospira Creazzo ai suoi pm.

 

Ma questa botta s'è sentita più di ogni altra, appena lenita dal comunicato dell'Anm e delle manifestazioni di solidarietà, perfino della Casa del Popolo di mantignano. Il Csm ha registrato la polemica, senza iniziative. Firenze è una capitale magnificente e autocompiaciuta, dove gli ultimi due procuratori sono finiti, all'indomani del pensionamento, a collaborare con il sindaco. Creazzo è un calabrese minuto, ostinato ed ermetico. A Reggio era leader della corrente centrista Unicost.

 

LA FOTO DI ANTONINO NASTASI NEL VICOLO DOVE SI TROVAVA IL CORPO DI DAVID ROSSI

In Procura era uditore del giovane Palamara, fresco vincitore di concorso, con cui poi milita nell'Anm negli anni del berlusconismo. Creazzo arriva a Firenze nel giugno 2014, a renzismo imperante. Benché non fosse il candidato preferito, non dispiaceva. «È un moderato», dicevano nel Pd. Ma negli anni successivi, quando le inchieste si incuneano nel Giglio Magico, il clima cambia.

 

«Togliercelo dai coglioni» diventa l'imperativo categorico. Espresso impudicamente, a Firenze, persino al cospetto di alti funzionari pubblici. E in privato, all'hotel Champagne, quando è Luigi Spina, allora consigliere del Csm (anch' egli calabrese e di Unicost) a rassicurare Lotti: «Te lo dobbiamo togliere dai coglioni il prima possibile». Era di maggio, 2019. Creazzo si era messo in testa di diventare procuratore di Roma. Ma aveva fatto male i conti.

 

procuratore luca turco

Nemmeno la sua corrente lo appoggiava. Nel frattempo, dopo i petali imprenditoriali, le inchieste avevano toccato quelli familiari e politici del Giglio. Fino ai clamorosi e improvvidi arresti domiciliari dei genitori di Renzi («Due settantenni incensurati!») per bancarotta fraudolenta di cooperative. Arresti trasformati nella più blanda interdizione dal tribunale dei Riesame. «Annullati perché forzati e sproporzionati», esulta Renzi, glissando sulla conferma dei gravi indizi di colpevolezza.

 

Per «liberare Firenze - dice Palamara all'hotel Champagne parlando di Creazzo - bisogna mettergli paura con quell'altra storia». La storia è un esposto firmato da un altro pm fiorentino, Paolo Barlucchi, e mandato per competenza a Genova. Il dossier adombra conflitti di interesse e corruzione di Creazzo e Turco in un'inchiesta sulla sanità. Lo stesso Renzi se ne interessa. Creazzo viene intercettato anche se non indagato.

ANTONINO NASTASI

 

L'inchiesta sarà archiviata un anno dopo. Mentre Barlucchi, a sua volta, è finito sotto processo disciplinare con l'accusa, tra le altre, di aver «ricattato» Creazzo. Ma dalle chat di Palamara spunta un'altra, e scabrosa, vecchia storia. Quando la Procura generale della Cassazione le chiede perché in una chat chiamava Creazzo «il porco di Firenze», la pm palermitana Alessia Sinatra racconta di essere stata molestata diversi anni prima, nel corridoio di un hotel romano in zona Prati dove si svolgeva un convegno.

 

Entrambi finiscono sotto processo disciplinare (quello penale è impossibile, per assenza della denuncia). Le accuse a Creazzo sono condensate nel foglio che Renzi ha sventolato a "Porta a Porta", una foto dell'atto di incolpazione depositato al Csm. La pm Sinatra è ancora sotto processo disciplinare. Dalla mediatizzazione della sua vicenda prende le distanze, manifestando «la più completa estraneità ai commenti su procedimenti in corso».

 

ALESSIA SINATRA E LUCA PALAMARA

A metà dicembre Creazzo è stato condannato dalla sezione disciplinare, seguirà ricorso in Cassazione. La sanzione, due mesi di perdita di anzianità, è obiettivamente irrisoria. Ma sufficiente a sopire ogni ambizione di carriera. Sfumata Roma, sfumata Catanzaro, sfumata la Procura nazionale antimafia sia pure come sostituto semplice, Creazzo chiuderà la carriera da soldato semplice in Calabria.

giuseppe creazzo
ALESSIA SINATRA