IL COVID SI DIFFONDE PERCHÉ NESSUNO VUOLE RINUNCIARE A UN CAZZO - IN INDONESIA ESPLODE L’EPIDEMIA, CON IL NUMERO DI INFETTI RADDOPPIATO IN POCHI GIORNI, PERCHÉ LA MAGGIORANZA MUSULMANA NON RINUNCIA AI RITI FUNEBRI CHE PREVEDONO IL LAVAGGIO DEL CORPO DEL DECEDUTO E LA SUA SEPOLTURA IN UN PANNO - CERIMONIALE CHE SI SCONTRA CON TUTTE LE MISURE ANTICOVID - E POI IN TANTI SI AFFIDANO A CURE MIRACOLOSE E UN MINISTRO HA ASSICURATO: “UNA COLLANA ALL'EUCALIPTO UCCIDE IL VIRUS”
-Francesco Malfetano per “il Messaggero”
Cure miracolose, furti di cadaveri dagli ospedali e niente lockdown. Il Covid-19 non ha mai allentato la sua presa su tutto il Sud-Est asiatico ma ora, a temere più di tutti, è l'Indonesia. Il quarto Paese al mondo per numero di abitanti (circa 270milioni sparsi sulle oltre 17mila isole che compongono lo Stato) non solo ha appena scavalcato la Cina per numero di casi totali, 89.869, ma soprattutto è tra le nazioni in cui il numero di morti è aumentato più velocemente rispetto al mese scorso, raddoppiando in pochi giorni.
Un' impennata dovuta non solo all' allentamento delle misure restrittive stabilito dal governo di Joko Widodo ma soprattutto da alcune credenze popolari e riti religiosi che stanno minando ogni tentativo di contenere l' epidemia. In particolare si sono registrati diversi focolai scaturiti dal furto di cadaveri all' interno degli ospedali.
Nonostante il pericolo infatti, una parte della popolazione musulmana - quasi il 90% degli abitanti, l' Indonesia è il paese con il maggior numero di persone di religione islamica - non vuole rinunciare ai riti funebri che prevedono il lavaggio del corpo del deceduto e la sua sepoltura in un panno di cotone o di lino. Cerimoniale che ovviamente si scontra con i protocolli speciali stabiliti da Jakarta per il Covid-19.
Questi infatti prevedono che i cadaveri vengano avvolti in plastica e sepolti in bare sigillate entro 24 ore dalla morte. Una procedura che però appare molto offensiva per le famiglie indonesiane che, come riportato spesso sui media locali, hanno più volte preso d' assalto ospedali ed ambulanze per sottrarre il corpo di un proprio caro. A Medan ad esempio, nella popolosa regione di Sumatra, il cadavere di un paziente positivo al Covid è stato rubato da un' ambulanza da alcuni familiari e caricato in auto per dargli sepoltura. In altri casi, hanno addirittura minacciato di dar fuoco all' ospedale se non gli fosse stata consegnata la salma di un loro congiunto.
GLI ARRESTI
Episodi simili si sono verificati tanto sulle isole più distanti, dove il governo è meno influente, come Makassar sull' atollo di Sulawesi, quanto nei centri più popolosi. Tra Surabaya, seconda città più grande dell' Indonesia, e gli agglomerati urbani dell' area di Jakarta la polizia locale ha già effettuato un centinaio di arresti. I furti peraltro non si sono fermati neppure quando il governo ha imposto agli ospedali di aumentare la sicurezza negli obitori.
Tuttavia questa non è la sola criticità che sta affrontando l' esecutivo dello stato-arcipelago. La diversità geografica e culturale che ha reso famose le 17mila isole nel mondo attraendo più di 16 milioni di turisti ogni anno tra spiagge, templi e montagne, ora sta mettendo a dura prova il Paese.
Non solo perché la chiusura totale delle attività produttive o i limiti agli spostamenti delle persone - moltissimi abitanti vivono isolati, anche se finora le misure sono state attuate solo in città - sono scelte non più sostenibili per l' economia, ma soprattutto perché c' è tanta disinformazione, anche da parte di chi dovrebbe combatterla.
LA COLLANA DI EUCALIPTO
Pochi giorni fa ad esempio, tra l' indignazione generale degli esperti locali, il ministro dell' Agricoltura Syahrul Yasin Limpo ha lanciato sul mercato una collana a base di eucalipto che a suo dire «ucciderebbe il 42%» del coronavirus se indossata per 15 minuti «e fino all' 80%» se usata per mezz' ora. Credenze e riti che sommati alle resistenze della popolazione ad indossare la mascherina - non lo fa il 70% delle persone secondo il presidente Widodo - rischiano ora di travolgere il Paese.