CRIMINALI DEL CA…CTUS - MILLE ESEMPLARI DI CACTUS RARI SONO STATI SEQUESTRATI NELLA CASA DI UN COLLEZIONISTA MARCHIGIANO CHE LI AVEVA TRAFUGATI DAL LORO HABITAT NATURALE IN CILE – 844 PIANTE SONO STATE RISPEDITE NEL PAESE SUDAMERICANO - IL COLLEZIONISTA ERA GIÀ STATO INDAGATO NEL 2013 PER UN CARICO DI 600 CACTUS SEQUESTRATI ALLA DOGANA - IL TRAFFICO HA EFFETTI DEVASTANTI: IL 30% È IN VIA D'ESTINZIONE – SECONDO I BOTANICI LA CAUSA DELL’AUMENTO DEL TRAFFICO DEGLI ULTIMI ANNI E'…

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Irene Soave per il "Corriere della Sera"

 

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Mille cactus molto rari di varie dimensioni ed età, alcuni anche vecchi di un secolo, sono stati sequestrati nella casa di un collezionista marchigiano che li aveva trafugati nel loro habitat naturale, il deserto di Atacama. Valore totale: un milione di euro sul mercato nero. Sarebbero stati venduti online a collezionisti italiani, greci, romeni.

 

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Piante rarissime la cui esportazione è proibita, come i generi Copiapoa e Eriosyce, che la botanica localizza solo in un migliaio di chilometri quadrati nel cuore del Cile: delle mille sequestrate al collezionista, 844 sono state restituite al Cile, da dove provengono.

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L'«Operazione Atacama» - così è stata battezzata dai carabinieri italiani che hanno collaborato con la polizia cilena - è la più grande operazione di polizia nella storia riguardante il traffico di piante grasse. Partita con una «segnalazione» ai danni del collezionista di Senigallia, Andrea Piombetti, va avanti dal 2020, ma le indagini sono state rese note solo in questi giorni a restituzione avvenuta. I carabinieri, per ricostruire la provenienza dei cactus, si sono avvalsi dell' esperto Andrea Cattabriga, presidente dell' Associazione per la biodiversità e la conservazione.

 

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Ricostruire i movimenti di Piombetti non è stato difficile: secondo i militari si sarebbe procurato le piante in sette viaggi in Cile effettuati nel 2019. E nel suo cellulare, sequestrato insieme al suo passaporto, c' erano registrazioni di possibili vendite illegali, comprese le ricevute di un' azienda giapponese che sembrava ordinare regolarmente. Il collezionista era già stato indagato, nel 2013, per un carico di 600 cactus sequestrati alla dogana; il caso non è mai stato perseguito, però, per ritardi burocratici, ed è stato prescritto (molti reati contro l' ambiente non sono più punibili già dopo quattro anni).

 

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Normalmente i beni sequestrati in processi di questo tipo vengono distrutti, o smistati tra vari giardini botanici.

 

Molte delle piante sequestrate, poi, erano in pessime condizioni e prossime a morire. I carabinieri le hanno trasferite all' Orto botanico Città Studi di Milano, per curarle, provvisoriamente; ma non poteva essere una destinazione definitiva per tutte e mille. I cactus erano così rari che si è deciso, dunque, di restituirli al Cile.

 

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Ne sono rientrate solo 844. Altre 84 resteranno a Milano per scopi di studio, ma cento, vecchie e preziose, sono morte nell' attesa: né l' Italia né il Cile erano disposti a pagare le spese di spedizione per rimandarle a «casa», circa tremila euro, e si è dovuta attendere una raccolta fondi di un' Ong ambientalista, l' International Union for Conservation of Nature (a cui ha contribuito anche l' orto botanico di Milano).

 

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Il traffico di cactus è fitto come quello di altri beni naturali - corno di rinoceronte, avorio - e ha effetti devastanti. Delle circa 1.500 specie di succulente esistenti, il 30% è in via d' estinzione: la principale causa sono i raccoglitori di frodo. Alcune piante grasse hanno habitat circoscritti, anche solo un preciso costone calcareo nel deserto: tra le Copiapoa sequestrate a Senigallia le più grandi, delle dimensioni di un pallone da calcio, hanno impiegato un secolo a raggiungerle. Nessun Paese in America Latina permette di staccarle da terra, ma i controlli sono molto laschi.

 

Cactus

Secondo i botanici, l' aumento del traffico negli ultimi anni - e l' impennata in pandemia - è stato trainato da mode social: facili da mantenere, e anche da spedire senz' acqua né luce, sono tra le piante più fotografate su Instagram, una vera e propria moda.