I CRIMINI DI GUERRA DEI "BUONI" – I SAS, LE FORZE SPECIALI BRITANNICHE, HANNO COMPIUTO CENTINAIA DI ESECUZIONI SOMMARIE IN AFGHANISTAN – LE UCCISIONI DI TALEBANI (O PRESUNTI TALI) DOPO LA CATTURA ERANO PARTE DI MISSIONI NOTTURNE IL CUI OBIETTIVO ERA “KILL OR CAPTURE”, UCCIDERE O CATTURARE – FRA I SOLDATI C'ERA LA GARA A CHI AMMAZZAVA PIÙ NEMICI – È QUANTO EMERGE DA UN'INDAGINE REALIZZATA DALLA BBC – VIDEO
-Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”
Centinaia di esecuzioni sommarie condotte in Afghanistan dai Sas, le forze speciali britanniche: è quanto emerge da un'indagine realizzata dalla Bbc, che ha portato alla luce quelli che si configurano come veri e propri crimini di guerra.
Le uccisioni di talebani - o presunti tali - dopo la cattura erano parte di missioni notturne il cui obiettivo era «kill or capture», uccidere o catturare: ma un solo squadrone dei Sas, nel corso di sei mesi, si sarebbe reso responsabile di ben 54 esecuzioni sommarie.
Fra i soldati britannici c'era la gara a chi ammazzava più nemici e la stessa competizione aveva luogo fra i diversi squadroni delle forze speciali.
Ciò che ha insospettito la Bbc - che si è focalizzata su fatti accaduti nella provincia afghana di Helmand fra il 2010 e il 2011 - era la frequenza anomala di uno scenario che vedeva un prigioniero tirare fuori all'improvviso una granata o un mitra da sotto un tavolo o da dietro una tenda, cosa che ne giustificava l'uccisione sul posto: una circostanza che appare poco probabile, soprattutto se si ripete troppo spesso. L'analisi dei fori di proiettile sul terreno o nei muri, successiva ai raid dei Sas, suggeriva piuttosto delle vere e proprie fucilazioni.
Un alto ufficiale che lavorava al quartier generale delle forze speciali ha ammesso con la Bbc che «troppe persone venivano uccise durante i raid notturni e le spiegazioni non avevano senso. Una volta che qualcuno è detenuto, non dovrebbe finire ammazzato.
Era chiaro che c'era qualcosa di storto».
Un altro alto ufficiale scrisse un memorandum segreto in cui esprimeva preoccupazione per quella che appariva come una «politica deliberata» di uccisione sommarie.
Venne avviata una inchiesta interna, che però si risolse nel nulla.
I Sas hanno potuto contare finora sull'omertà dei loro comandi: secondo la Bbc , il generale Sir Mark Carleton-Smith, ex comandante delle forze speciali, era stato messo al corrente delle uccisioni illegali, ma non aveva trasmesso le informazioni alla polizia militare.
Anche la scelta degli obiettivi da catturare avveniva in modo sommario, senza un vero approfondimento delle informazioni di intelligence, col rischio di dare la caccia a civili innocenti.
Il ministero della Difesa britannico ha reagito accusando la Bbc di «mettere a rischio le nostre coraggiose Forze Armate» sia sul campo che sul piano della reputazione: il programma, ha detto un portavoce, «salta a conclusioni ingiustificate sulla base di accuse che sono state già pienamente investigate».
La Bbc ha replicato che «questo è il culmine di una indagine durata quattro anni, che include nuove prove e racconti di testimoni, ed è fermamente nell'interesse pubblico. La posizione del Ministero della Difesa è pienamente ri-specchiata nel documentario». Ed è notevole da sottolineare che la Bbc è un'emittente pubblica, che non si è fatta scrupoli a mettere sotto accusa governo e Forze Armate.