Estratto dell'articolo di Francesco Battistini per www.corriere.it
La Nato che abbaiava alla nostra porta? Falso. L’invasione? Tutta una scusa. L’Ucraina che ci minacciava? Una bugia. E le parole trionfalistiche di Putin? Idem. Non lo dice in modo così esplicito, Evgenij Prigozhin, ma è come se. Il capo del Gruppo Wagner non s’accontenta più di criticare l’«Operazione Speciale» del Cremlino, lui che a Mosca e prima di tutti ha osato chiamarla guerra. Né di dare dell’incapace, del corrotto e quanto di peggio al suo peggior nemico interno, Sergey Shoigu, il ministro della Difesa russo.
Stavolta, «il cuoco di Putin» tocca un tema tabù. E in un video di trenta minuti, pubblicato sul suo canale Telegram, spiega come non sia vero che cinquecento giorni fa tutto cominciò perché la Nato e gli ucraini stavano per attaccare la Russia: «Non è successo niente di straordinario alla vigilia del 24 febbraio 2022 – dice Prigozhin -. Il ministero della Difesa sta cercando d’ingannare l’opinione pubblica e il presidente. E fa girare la storia secondo cui ci sono stati alti livelli d’aggressione da parte ucraina. E che ci avrebbero attaccato insieme all’intero blocco Nato».
È, questa, una delle ragioni che lo stesso Vladimir Putin annunciò nel suo famoso discorso alla vigilia della guerra: «L’Operazione Speciale fu avviata per un motivo completamente diverso», spiazza tutti Prigozhin. Perché «Kiev non ha bombardato il Donbass per otto anni», come in questi mesi han sempre sostenuto da Mosca e in molti circoli putiniani, ma «solo le posizioni militari russe».
Secondo il comandante dei mercenari - che proprio giovedì (al contrario d’altri venti organizzazioni di volontari) s’è rifiutato di firmare la «vergognosa» lettera d’affiliazione del Gruppo Wagner all’armata russa -, all’epoca c’era tutto lo spazio per negoziare col presidente ucraino Volodymyr Zelensky ed evitare questa guerra che «oggi sta andando male». Sono tre giorni che Prigozhin rincara la dose.
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Giovedì, invece, le rimostranze perché gli uomini di Wagner non hanno ancora ricevuto una sola medaglia militare, oltre alle critiche più mirate sulla strategia. Che ora vengono ripetute nel video, per smentire le versioni ufficiali che parlano d’un esercito russo ben saldo di fronte alla controffensiva ucraina: «Tutt’altro! Stanno ingannando il popolo russo. Nascondono tutto. Enormi aree sono state consegnate al nemico. I russi si stanno ritirando nelle aree di Zaporizhzhia e di Kherson, le forze ucraine stanno avanzando in profondità, a sud e a est. Lo stesso sta accadendo a Bakhmut, il nemico penetrerà ancora».
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Veri o no che siano simili dettagli – perché a Kiev si continua a sospettare che queste cascate di parole siano solo un gioco delle parti -, lo sfogo di Prigozhin è la conferma d’un grande caos nella catena di comando putiniana. La propaganda del Cremlino, sostiene l’intelligence britannica, non riesce più a bloccare e a controllare tutta la controinformazione che circola sui social. E il senso di sconfitta che molti provano in Russia.
Al Cremlino «dovrebbero ringraziare i miei uomini», dice Prigozhin, perché «ho cominciato ad addestrarli nel febbraio 2022, quando già subivamo vergognose sconfitte». E meno male, aggiunge, c’è Wagner che resiste: «Il secondo esercito del mondo è una bolla scoppiata».
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