DACCI OGGI LA NOSTRA PENA QUOTIDIANA - PER IL QUINDICESIMO SABATO CONSECUTIVO I NO GREEN PASS SFILERANNO A MILANO, MA QUESTA VOLTA POTREBBE ANDARE PEGGIO - DOPO UN TENTATIVO ANDATO A VUOTO DI MEDIAZIONE, FORZE DELL'ORDINE E I LEADER DEL MOVIMENTO NON HANNO TROVATO UN ACCORDO SU UN TRACCIATO CONDIVISO - IL QUESTORE HA DOVUTO STABILIRE IL PERCORSO CON UN PROVVEDIMENTO, MA COSA SUCCEDERA' SE NON SARA' RISPETTATO?...
-Cesare Giuzzi per il corriere.it
Ogni sabato ha la sua pena. E quella di oggi, nonostante gli sforzi di questore e prefetto, potrebbe essere ben peggiore delle precedenti. Non per timori specifici legati a pericolose presenze nel corteo No pass, ma perché dopo un tentativo andato a vuoto di mediazione, l’incontro tra le forze dell’ordine e i sedicenti leader del comitato No green pass è caduto nel vuoto: niente accordo su un percorso condiviso.
Tanto che alla fine il questore Giuseppe Petronzi ha dovuto «emettere un provvedimento di prescrizione imponendo che, dopo il concentramento in piazza Fontana, l’eventuale iniziativa si svolga dalle ore 17 alle 21, in forma di corteo» ma con un percorso che pur toccando piazza Duomo e corso Buenos Aires (a negozi già chiusi), eviti luoghi sensibili come la Camera del lavoro, la Statale, la Regione.
Un diktat che i rappresentanti del comitato dovranno rispettare. Quali siano le «sanzioni» in caso di intemperanze e deviazioni dal tracciato lo si vedrà oggi in piazza. Il segnale che arriva da via Fatebenefratelli è chiarissimo: va bene la protesta ma i No pass non possono continuare a comportarsi al di sopra della legge. Avere un percorso concordato non azzera i disagi ma permette alla questura di organizzare la chiusura delle strade e la sorveglianza degli obiettivi sensibili, e consente anche all’Atm di stabilire deviazioni sulle tratte dei mezzi pubblici e servizi sostitutivi. Cosa che non è mai stata possibile dal 24 luglio a oggi. Anche perché, come avvenuto sabato scorso, i manifestanti non si sono accontentati di chiudere il corteo dove prestabilito ma hanno proseguito oltre in maniera selvaggia. Ogni sabato, insomma, si recita a soggetto.
«L’obiettivo - spiegano da via Fatebenefratelli - era quello di dare alla manifestazione una adeguata visibilità, salvaguardando, allo stesso tempo, gli obiettivi sensibili e mitigando i pesanti disagi che, per 15 sabati consecutivi, hanno afflitto cittadini e commercianti milanesi. Disagi che hanno provocato numerose prese di posizione da parte di enti, associazioni ed istituzioni». Dai manifestanti però c’è stata una «ferma opposizione» dimostrando «un maggiore interesse alla contrapposizione fine a se stessa che la ricerca di una ipotesi volta a garantire il diritto di manifestare». E in serata i No pass hanno ritirato il «preavviso».
Il percorso studiato dalla questura prevede il passaggio in piazza Duomo, via Mazzini, piazza Missori, corso di Porta Romana, viale Caldara, viale Regina Margherita, piazza Cinque Giornate, viale Bianca Maria, corso 22 Marzo, viale Piceno, via dei Mille, viale Abruzzi, piazzale Loreto e intorno alle 21 in corso Buenos Aires e piazza Oberdan. L’incognita è legata alle presenze nel corteo. Saranno ancora oltre 5 mila o diminuiranno? La pioggia ha fiaccato il corteo di sabato scorso o il movimento sta perdendo sostegno?
Al momento non pare così. Ci saranno ancora esponenti di destra nel corteo (ex Forza nuova con Marco Mantovani in prima fila)? E cosa combineranno gli anarchici, ormai presenza fissa nel corteo con almeno una quarantina di militanti, ma spesso anche il doppio? Fino a quando la convivenza tra le anime estreme (destra e sinistra) reggerà senza incidenti? Le incognite sono molte.
Non ultima la natura di questo movimento No pass: si dicono lontani dalla politica, sostengono di essere il popolo e di protestare pacificamente. Ma finora, davanti ad episodi violenti o intemperanze, nessuno ha mai preso le distanze. Pessimo segnale.