IL DANNO OLTRE LA TRUFFA - A CASERTA SONO STATE ARRESTATE 6 PERSONE CON LE ACCUSE DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE, FURTO, ESTORSIONE E TRAFFICO DI DROGA – A CAPO DELLA BANDA UNA COPPIA DI QUARANTENNI CHE PER TRUFFARE LE ASSICURAZIONI FACEVANO SPACCARE DENTI E ZIGOMI DEL FIGLIO DI 11 ANNI DAGLI ALTRI MEMBRI DELLA BANDA, PER FAR SEMBRARE CHE FOSSE COINVOLTO IN UN INCIDENTE STRADALE, MENTRE DUE AVVOCATI SI OCCUPAVANO DELLE PRATICHE PER IL RISARCIMENTO…

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Antonio E. Piedimonte per "la Stampa"

 

PICCHIA FIGLIO PER INTASCARE ASSICURAZIONE

I colpi in faccia sono forti. Gli spaccano due denti e un labbro, poi lo zigomo. Luca (nome di fantasia) è coraggioso e non vuole piangere, anche perché come ripete la mamma che aiuta a tenerlo fermo mentre gli zii lo colpiscono, «a 11 anni ormai si è grandi». Lui alla fine non ce la fa, il dolore è troppo forte, ma va bene, perché «accussì pare cchiù overo» (è più verosimile). Niente partita a pallone con gli amici, niente tv, si va in ospedale a farsi medicare.

 

carabinieri

E a raccontare una bugia: al pronto soccorso bisogna dire che il sangue, i traumi e le tumefazioni sono la conseguenza di un brutto incidente stradale. Ed ecco il perché di tanto accanimento manco fosse un pestaggio da film, doveva sembrare il risultato di un impatto violento dentro una macchina. 

 

Il seguito lo hanno ricostruito i carabinieri di Caserta, ma è facile da immaginare: un referto stilato da un medico (in assoluta buona fede) che raggirato dalle false dichiarazioni parla di «incidente» e un paio di buoni avvocati in perfetta malafede che si occupano delle pratiche per il risarcimento dall'assicurazione.

 

padre picchia figlio 1

 Una bieca truffa perfettamente organizzata. O quasi. Perché dopo una lunga indagine, ieri mattina i militari, coordinati dai magistrati di Santa Maria Capua Vetere, hanno eseguito sei arresti (5 ai domiciliari e una in carcere, a cui vanno aggiunti altri 20 indagati a piede libero) con l'accusa di associazione a delinquere, oltre che furto, estorsione e traffico di droga perché alcuni componenti della banda si dedicavano contemporaneamente ad altre attività illegali. Ed è stata proprio una di queste imprese parallele (un giro di assegni clonati) a far scoprire l'organizzazione.

padre picchia figlio 3

 

Da lì, gli investigatori guidati dal capitano Pietro Tribuzio sono risaliti ad altri movimenti sospetti, come un caso di «cavallo di ritorno» - cioè un furto seguito da estorsione - ai danni di una donna. Infine, i segugi dell'Arma hanno puntato quello che è apparso subito come un sistema finalizzato a truffare varie compagnie assicurative denunciando incidenti mai avvenuti. 

 

padre picchia figlio

A capo della banda, una coppia di quarantenni senza scrupoli e noti alle forze dell'ordine, lui già ai domiciliari per altri reati (e ora in carcere), lei pregiudicata, due balordi che tuttavia sono riusciti a mettere in piedi un'operazione che ha fruttato oltre 100mila euro grazie alla partecipazione di alcuni conoscenti, alcuni dei quali non hanno avuto remore nel mettere a disposizione i propri figli e a partecipare direttamente alle ignobili bastonature, tenendoli fermi o persino colpendoli (il più piccolo ha 10 anni). 

 

E ugualmente spregevole è apparsa la fattiva collaborazione dei due legali, che pur essendo dei nomi abbastanza noti nel Casertano non si sono fatti scrupolo alcuno a partecipare direttamente all'affare e, come precisano gli investigatori, elargire consigli e suggerimenti al turpe ma limitato capobanda.