NEL DERAGLIAMENTO DEL FRECCIAROSSA 1000 A LODI, CHE HA PROVOCATO LA MORTE DEI DUE MACCHINISTI, E’ INDAGATA ANCHE RFI, LA CONTROLLATA DELLE FERROVIE CHE SI OCCUPA DELLA MANUTENZIONE DELLA RETE - L'ATTENZIONE DEI MAGISTRATI SI CONCENTRA SULLA CENTRALE OPERATIVA DI BOLOGNA, CUI FA CAPO IL SOFTWARE CHE GESTISCE GLI SCAMBI DI QUELLA TRATTA…

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il frecciarossa deragliato a lodi

Claudia Guasco per “il Messaggero”

 

Anche gli investigatori della Polfer che stanno indagando sul campo, i migliori del settore, ammettono: «Un caso così non ci era mai capitato». Ovvero: uno scambio che, assicurano i cinque operai che hanno lavorato da mezzanotte alle 4.45 di giovedì mattina, è stato bloccato in posizione corretta e invece era spostato a sinistra, una rete di controllo elettronica che non ha letto l'errore e non ha innescato il blocco automatico della linea. Adesso, nel deragliamento del Frecciarossa 1000 che ha provocato la morte dei due macchinisti Giuseppe Cicciù e Mario di Cuonzo, l'attenzione si concentra sulla centrale operativa di Bologna, cui fa capo il software che gestisce gli scambi di quella tratta.

 

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SCAMBIO DISALIMENTATO

Vengono ascoltati gli operatori del centro di controllo Alta velocità, a cominciare dal direttore di movimento, e nel frattempo i magistrati hanno iscritto al registro degli indagati Rfi, controllata di Ferrovie che si occupa della gestione e della manutenzione della rete, per l'ipotesi di illecito amministrativo in base alla legge 231. «È un passaggio quasi automatico. La società - sottolinea il procuratore capo di Lodi Domenico Chiaro - non è indagata in nessun modo per ipotesi penale: allo stato attuale non emerge niente».

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Anche Rfi potrà dunque partecipare agli accertamenti irripetibili che verranno effettuati domani dai periti nominati dalla procura: sono Roberto Lucani e Fabrizio D'Errico, gli stessi che due anni fa si sono occupati del disastro di Pioltello. «Verranno fatte anche simulazioni e prove tecniche. Si tratta di consulenti di provata esperienza, che pensiamo siano quanto di meglio la piazza possa offrire», afferma Chiaro. Ieri, per tutto il giorno, sulla massicciata all'altezza del chilometro 166 sono proseguite le analisi degli investigatori, propedeutiche alla verifica dei collegamenti tra lo scambio incriminato e la rete.

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Sabato, nel corso delle tredici ore di interrogatorio davanti alla pm Giulia Aragno, i cinque manutentori hanno ripetuto tutti la stessa cosa: «Abbiamo disalimentato lo scambio ed eseguito il lavoro. Ma non è stato possibile rialimentare il deviatoio, perciò lo abbiamo bloccato dritto, sul giusto tracciato». Quando un scambio è disalimentato, spiegano i tecnici, viene bloccato il meccanismo che permette l'apertura e la chiusura da remoto. Il centro di controllo di Bologna, dunque, non poteva intervenire su quello scambio ma ne leggeva la posizione.

 

mario dicuonzo

Tuttavia non ha segnalato alcun problema e così il Frecciarossa è piombato a 298 chilometri all'ora su un deviatoio che portava a sinistra. Problema tecnico, errore umano, meccanica o software. «Dobbiamo capire cosa è successo. Analizzeremo la connessone tra quello scambio e la centrale di Bologna», spiegano gli investigatori. Con l'ampliarsi delle ipotesi si allunga anche la lista degli indagati e nelle prossime ore la procura di Lodi procederà a nuove iscrizioni.

 

La zona del deragliamento, dal punto zero al convoglio uscito dai binari, resta sotto sequestro, congelata per non alterare le prove. Solo nei prossimi giorni potrà cominciare la rimozione del treno, che si profila lunga e complicata. I vagoni devono essere sollevati da una gru e messi sui tir per essere portati via, ma ancora non si sa come far passare i camion gru: uno è già arrivato sul posto dai due ponti sulla A1 e sulla ferrovia, senza pericoli, mentre il mezzo più pesante ci ha provato nei giorni scorsi. Arrivato sul ponte sopra l'autostrada, l'autista non se l'è sentita di andare avanti, ha ingranato la retromarcia e ha parcheggiato il suo mezzo accanto agli altri in un piazzale davanti al casello di Ospedaletto Lodigiano.

giuseppe cicciu'