DIVINE JACQUELINE - DOMINIQUE BONA SCODELLA LA BIOGRAFIA DI JACQUELINE DE RIBES, LA DIVA AMATA DA LUCHINO VISCONTI E DA YVES SAINT LAURENT, ICONA DI STILE E SIMBOLO DELL'ELEGANZA À LA FRANÇAISE - “DIVINE JACQUELINE” È IL RACCONTO DELLA CAFÉ SOCIETY ATTRAVERSO GLI OCCHI DELL'“ULTIMA REGINA DI PARIGI” (COME L'AVEVA SOPRANNOMINATA VALENTINO), CHE TRUMAN CAPOTE AVEVA INCLUSO NEL SUO SIMPOSIO DI “CIGNI” E CHE LA STAMPA AMERICANA DEFINÌ LA…

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Mauro Zanon per “il Giornale”

 

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Tutto inizia una sera del 2017, in occasione dei centocinquant' anni della rivista di moda statunitense Harper' s Bazaar. Sulla facciata dell' Empire State Building di New York, accanto a Audrey Hepburn e Liz Taylor, viene proiettata la silhouette di una donna francese, dai lineamenti aristocratici e dal fascino sofisticato, che cattura immediatamente l' attenzione di Dominique Bona, letterata e membro dell' Académie française. «Come si diventa un' icona a tal punto da apparire sulla facciata dell' Empire State Building?

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Chi è questa donna nel profondo, dietro l' immagine sublime, forse un po' troppo sublime?», si interroga la scrittrice.

 

Dominique Bona decide allora di dare una risposta a quelle sue domande, di contattare la persona che si cela dietro quel volto immortalato da Richard Avedon e apparsole all' improvviso in una sera newyorkese: Jacqueline de Ribes, la diva assoluta amata da Luchino Visconti e da Yves Saint Laurent, icona di stile e simbolo dell' eleganza à la française.

 

Divine Jacqueline, edito da Gallimard, è il racconto della Café Society attraverso gli occhi dell'«ultima regina di Parigi», come l' aveva soprannominata Valentino, della femme française al suo apogeo, della dettatrice di mode e di tendenze che Truman Capote aveva incluso nel suo ristrettissimo simposio di «cigni» e che la stampa americana, nel 1956, definì «la donna più bella del mondo».

 

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Per scrivere questo libro, Dominique Bona ha incontrato di persona Jacqueline de Ribes, nata Jacqueline Bonnin de La Bonninière de Beaumont il 14 luglio 1929 (figlia del conte Jean de Beaumont e della contessa e intellettuale Paule de Rivaud de la Raffinière, erede dell' impero bancario Rivaud, che diventerà in seguito la banca delle destre francesi e nel 1996 verrà acquistata dal magnate Vincent Bolloré). È andata nel suo hôtel particulier, si sono studiate, si sono piaciute, ed è nato un rapporto di fiducia, a tal punto che la contessa non ha voluto rileggere il libro prima della pubblicazione.

 

«Ha conservato, classificato e catalogato tutto. La sua ossessione è quella di mantenere le tracce della sua vita. Il suo incubo è che tutto sparisca quando lei non ci sarà più», ha spiegato la biografa, che ha avuto accesso agli archivi segreti di Jacqueline de Ribes, e ha potuto ammirare gli innumerevoli gioielli, copricapi e abiti che l' hanno consacrata quintessenza del glamour. Jacqueline era talmente elegante che quando era triste piangeva «lacrime di champagne», scrive Dominique Bona.

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Dalle pagine della biografia risalta la galleria di formidabili personaggi che amavano frequentare il salotto della contessa: da Georges Pompidou alla sua migliore amica Marie-Hélène de Rothschild, da Orson Welles a Marella Agnelli, da Maria Callas a Emilio Terry, da Jackie Kennedy-Onassis a Charlie Chaplin, a cui, racconta nel libro, ha insegnato a ballare il twist.

 

Dopo un' infanzia difficile, caratterizzata da una profonda solitudine, la vita di questa ragazza sognatrice cambia per sempre dopo un party a Saint-Jean-de-Luz, durante il quale nota un bel ragazzo bruno di 24 anni. Dietro la sua tenuta da tennis, si nasconde un eroe di guerra insignito della Legion d' Onore: è il visconte Édouard de Ribes, che diventerà suo marito. Il patrigno di Jacqueline diceva che era «un incrocio tra una principessa russa e una ragazza delle Folies Bergère», di certo fu una delle più influenti socialite e businesswoman nel campo della moda del Novecento.

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Il suo collo sinuoso, i suoi zigomi alti, i suoi lunghissimi capelli d' ebano e i suoi occhi magnetici avevano ammaliato anche un esteta esigente come Luchino Visconti, che nei lineamenti di Jacqueline aveva individuato la duchessa Oriane de Guermantes perfetta per il suo film proustiano mai realizzato: l' adattamento cinematografico di Alla ricerca del tempo perduto. E pensare che era quasi tutto pronto.

 

C' erano già stati diversi sopralluoghi in Normandia e per interpretare Albertine il regista italiano voleva scritturare Brigitte Bardot. Per gli altri ruoli, Visconti aveva pensato anche a Catherine Deneuve, Charlotte Rampling e Alain Delon.

 

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«Jacqueline aveva accettato il ruolo della duchessa di Guermantes, ma Visconti è morto prima di poter girare il film», ha dichiarato Dominique Bona, secondo cui la contessa de Ribes è stata «lo zenith dell' eleganza, un insieme sottile di grazia, vivacità, purezza e semplicità nelle linee e nei colori». Il titolo del libro, Divine Jacqueline, è tratto dal nome della collezione primavera-estate che Jean-Paul Gaultier dedicò alla contessa nel 1999.

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