DIVORZIO BREVE ALL'ITALIANA – IL TRIBUNALE DI MILANO HA APPLICATO PER LA PRIMA VOLTA LA RIFORMA CARTABIA E HA PRONUNCIATO LA SEPARAZIONE CONSENSUALE FRA DUE CONIUGI CHE HANNO CHIESTO, CON LO STESSO RICORSO, ANCHE IL DIVORZIO – IL NUOVO ITER PERMETTE DI SUPERARE IL “CALVARIO” DEI TRE ANNI OBBLIGATORI CHE ERANO PREVISTI DALLA LEGGE DEL 1987 – È UN RISPARMIO PER I CONIUGI MA ANCHE PER I TRIBUNALI...
-Estratto dell'articolo di Carlo Rimini* per il “Corriere della Sera”
*Ordinario di diritto privato, Università di Milano
Il Tribunale di Milano, con una sentenza depositata il 9 maggio (estensore Anna Cattaneo), ha applicato per la prima volta la riforma Cartabia e ha pronunciato la separazione consensuale fra due coniugi che hanno chiesto, con lo stesso ricorso, anche la pronuncia del divorzio.
Il Tribunale quindi, non si è limitato a pronunciare la separazione, ma ha invitato i coniugi a comunicare, fra sei mesi, che non intendono riconciliarsi in vista del divorzio. La legge, infatti, ancora prevede che fra la separazione consensuale e il divorzio passino almeno sei mesi. Fra sei mesi, dunque, se i coniugi non si saranno nel frattempo riconciliati, il Tribunale pronuncerà il divorzio senza la necessità di un nuovo ricorso.
Si tratta di una novità assoluta che permetterà un notevole risparmio per i coniugi che, applicando le nuove regole, potranno depositare un solo ricorso in tribunale anziché due, come avveniva fino ad oggi. Sarà anche un notevole risparmio di energie e risorse per i tribunali che si troveranno a gestire un solo fascicolo anziché due.
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La sentenza ha infatti un innegabile effetto su un tema da tempo dibattuto: quello della validità dei patti in vista del divorzio. Prima della riforma Cartabia, la Cassazione ha sempre affermato che sono nulli tutti gli accordi stipulati fra i coniugi per disciplinare il loro divorzio futuro, cioè gli accordi stipulati prima del momento in cui il ricorso per divorzio viene depositato in tribunale.
Questa giurisprudenza si riferiva non solo ai patti prematrimoniali – ben conosciuti in molti altri Stati, e negli Stati Uniti in particolare – ma veniva applicata anche agli accordi raggiunti al momento della separazione in vista del divorzio, destinato ad essere pronunciato solo sei mesi dopo. Un orientamento così restrittivo impediva quindi ai coniugi di raggiungere, al momento della loro separazione, un accordo vincolante anche dopo il futuro divorzio.
Il Tribunale di Milano, con la sentenza di oggi, grazie alle nuove norme entrate in vigore il 1° marzo scorso, risolve il problema. Con l’unico ricorso per separazione e divorzio, i coniugi potranno formalizzare il loro accordo sia per il periodo della separazione, sia per il periodo successivo al divorzio.
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Tutto ciò è estremamente ragionevole e renderà molto più agevole il raggiungimento degli accordi per la soluzione del conflitto coniugale al momento della separazione, con un positivo effetto deflattivo sul contenzioso che grava sui tribunali italiani e sulle famiglie. Un po’ di buon senso si affaccia finalmente nel diritto di famiglia italiano.