LA DIZIONE È COME UN BACIO. TUTTO DIPENDE DA COME SI USA LA LINGUA – MELANIA RIZZOLI: DIRE "FAMIJA" INVECE DI FAMIGLIA, MASSACRARE LE VOCALI OPPURE PRONUNCIARE LA S COME JOVANOTTI: MOLTI DIFETTI DI PRONUNCIA DIPENDONO DA COME LA LINGUA VIENE POSIZIONATA NELLA BOCCA, AL PUNTO CHE DALLA SUA POSIZIONE SCORRETTA DIPENDONO MOLTISSIMI SUONI CHE RISULTANO ERRONEI RISPETTO ALLA CLASSICA DIZIONE…"
-Melania Rizzoli per Libero Quotidiano
La dizione è come un bacio. Tutto dipende da come si usa la lingua.
Molti difetti di pronuncia infatti, dipendono da come essa viene posizionata nella bocca, al punto che dalla sua posizione scorretta dipendono moltissimi suoni che risultano erronei rispetto alla classica dizione. E un bacio dato male condiziona subito il giudizio di chi lo riceve.
Ognuno di noi conosce una persona che pronuncia in modo sbagliato alcune parole, articoli o consonanti, e questo fenomeno non è quasi mai un difetto ereditario tramandato geneticamente come si pensa, ma si tratta di quelli che la Medicina ha classificato come ‘sigmatismi’ o ‘dislalie’ di vario tipo, ed i più frequenti difetti del linguaggio sono determinati appunto da un uso erroneo del movimento della lingua durante la produzione di fonemi, ovvero mentre si parla.
La maggior parte di tali difetti si manifesta già da bambini e di solito vengono corretti in tenera età , e dipendono da problemi di articolazione, dall’ uso prolungato del ciuccio o del biberon oltre i due anni, dall’ abitudine di succhiarsi Il pollice od anche dal mordere spesso matite od oggetti vari durante la giornata, tutte cose che impegnano la lingua ed impediscono al bambino di pronunciare correttamente alcuni suoni o sillabe, per cui se non si interviene subito, queste imperfezioni del linguaggio si protraggono fino all’ età adulta.
Una delle alterazioni più diffuse è quella delle persone che non riescono a pronunciare correttamente le parole che contengono la GL seguita dalla vocale I, che viene spesso sostituita con la J, per cui dicono ‘famija, fojo, conijo, gijo, al posto di famiglia, foglio, coniglio o giglio, e questo è il l’esempio classico di chi sbaglia ad usare la lingua durante un discorso, la quale dovrebbe invece morbidamente toccare il palato durante tale pronuncia, anziché restarne distante, favorendo un flusso aereo che ne impedisce la corretta dizione. Molti sono i personaggi pubblici che esibiscono, ignari o meno, questo difetto, come per esempio i politici Luigi Di Maio, Beatrice Lorenzin e Renata Polverini, o i giornalisti come Serena Bortone e Serena Dandini, ed in questo caso i logopedisti suggeriscono, per eliminare il difetto, di aggiungere una L prima di pronunciare la GL corretta, in modo che la lingua tocchi il palato ed esca il suono di ‘coniLjo, famiLja, fogLjo o gigLjio, ed impedisca l’uscita del suono libero con la sola J, di fatto poco elegante da ascoltare.
Poi esistono molti altri difetti di pronuncia, tipo quelli del nesso ‘NS’ tradotto in ‘NZ’, per cui molte persone anziché dire penso dicono ‘penzo’, oppure la borsa la chiamano ‘borza ‘ , come un’altra peculiarità, molto diffusa in Campania, è la pronuncia di vocali chiuse dovrebbero essere aperte, tipo ‘giòrno’ ‘pienamènte’ ‘prèso’ ecc, o il contrario come accade in Lombardia, come anche chi non sa pronunciare la CI e la anticipano con la S, per cui dicono ‘tredisci’ invece del corretto numero tredici, o ‘piascere’ anziché piacere. Questa inflessione però sconfina nella dizione condizionata dal dialettale, soprattutto romano, e in genere non viene classificata come un difetto di pronuncia vero e proprio.
Ci sono però anche casi in cui correggere un difetto di linguaggio significa eliminare la propria unicità che contraddistingue il personaggio, come accade ad artisti quali Jovanotti o Fedez che fanno delle loro caratteristiche inflessioni, come la Z, sia sorda che sonora, che viene sostituita con la lettera S, la famosa ‘zeppola’, il loro punto di forza e di successo. Basterebbe far precedere la Z sonora, invece della S dalla lettera D, e per la Z sorda da una T.
Di solito i difetti di pronuncia riguardano le consonanti, come per il ‘rotacismo’, ovvero la famosa R moscia, che raramente può essere di carattere ereditario , ma più spesso regionale, e comunque un insegnante di dizione può correggere perfettamente entrambi i difetti e permettere l’ emissione del suono nella maniera appropriata.
Le dislalie alveolo-dentali comunque possono anche suscitare simpatia, specie nei bambini durante la loro maturazione linguistica, ma sarebbe sempre bene correggerle, poiché una volta superata la soglia fisiologica concessa, non è sempre facile liberarsene, poiché è un lavoro di ginnastica articolatoria e fono-articolare della bocca impegnativo, che ha in primo piano e come maggior attore la lingua. Un organo vitale ed indispensabile per la sopravvivenza, molto sensibile e complesso, il quale spesso nell’adulto viene preferito articolare per baciare piuttosto che correggere un suono alterato o una dislalia.