DOHA UT DES: IL RAPPORTO CON IL QATAR È IL SIMBOLO DELL'IPOCRISIA EUROPEA – LO STATO DEL GOLFO, CHE ELARGISCE RICCHISSIMI FINANZIAMENTI NEL NOSTRO CONTINENTE, PAGA GLI STIPENDI DEI FUNZIONARI DI HAMAS (30 MILIONI DI DOLLARI AL MESE) E OSPITA IL SUO LEADER, ISMAIL HANIYEH. ORA PROPONE DI APRIRE UN CANALE DI TRATTATIVA TRA ISRAELE E IL GRUPPO TERRORISTICO PER UNO SCAMBIO TRA PRIGIONIERI E OSTAGGI – LO SCANDALO QATARGATE E LE VAGONATE DI MILIARDI INCASSATE DALLA FRANCIA, IL PRIMO PAESE UE PER GLI INVESTIMENTI DI DOHA…
-Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
Tra i Paesi che si sono schierati con Hamas dopo l’attacco di sabato c’è il Qatar, pronto a incolpare Israele per i massacri di cui è stato vittima. La retorica si avvicina a quella dell’Iran, e se l’appoggio di Teheran a Hamas è noto, i legami del Qatar sono più discreti ma comunque significativi.
L’emirato del Golfo non offre un sostegno militare e di intelligence ma paga gli stipendi dei funzionari di Hamas (e aiuta le famiglie più povere di Gaza) con somme intorno ai 30 milioni di dollari al mese. È dal suo ufficio di Doha che il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ha esultato guardando in televisione i missili lanciati verso Israele […]
In queste ore Al Jazeera , la tv all news basata a Doha e seguita anche in Europa, copre la guerra con la consueta competenza tecnica e un chiaro pregiudizio a favore di Hamas. Il Qatar sta aprendo un canale di trattative tra Israele e Hamas per uno scambio tra prigionieri e ostaggi: un lodevole ruolo di mediatore che ricopre da anni, un po’ come fa l’Egitto, ma a differenza di quest’ultimo il Qatar ha in comune con Hamas l’impianto ideologico integralista dei Fratelli musulmani.
Si arriva così al corto circuito: da tempo l’Ue definisce Hamas un’organizzazione terroristica e, dopo le stragi di questi giorni, sospende gli aiuti a Gaza; il Qatar invece, dopo le stesse stragi, condanna Israele. Un Qatar che, a differenza dell’Iran, investe miliardi di dollari per dispiegare la sua influenza in Occidente, organizzando gli ultimi Mondiali di calcio o corrompendo i parlamentari europei del Qatargate.
E la Francia è il primo Paese Ue per gli investimenti del Qatar, dal Paris Saint-Germain alle partecipazioni nei più grandi gruppi industriali, dall’editoria all’energia. Una presenza che, in certe occasioni, si fa più imbarazzante.