DON’T WARREN, BE HAPPY – LA SENATRICE “POCAHONTAS” CHE SI SPACCIAVA PER CHEROKEE (MA NON LO ERA) VUOL TOGLIERE LE ONOREFICENZE AL LEGGENDARIO “SETTIMO CAVALLEGGERI”, IL REGGIMENTO RESPONSABILE DEL MASSACRO DI ALMENO 300 NATIVI INDIANI SIOUX A WOUNDED KNEE - NEL 1990 IL CONGRESSO CHIESE SCUSA PER IL MASSACRO, MA LE MEDAGLIE AGLI “EROI” DEL 29 SETTEMBRE 1890 SONO SEMPRE RIMASTE...
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Anna Lombardi per “la Repubblica”
Seppellite le vostre medaglie a Wounded Knee: ai margini del torrente "ginocchio ferito" che ancora scorre in Sud Dakota. È qui che il 29 dicembre del 1890, almeno 300 nativi, in buona parte donne e bambini Lakota, tribù della nazione Sioux, vennero sterminati nel corso di quello passato alla storia - anche grazie al bestseller del 1970 Seppellite il mio cuore a Wounded Knee di Dee Brown - come l' ultimo genocidio degli indiani. All' epoca, venti autori di quella carneficina vennero insigniti della medaglia d' onore, massima onorificenza dell' esercito Usa.
Ora, Elizabeth Warren, la 70enne senatrice del Massachusetts candidata alla Casa Bianca dal sangue indiano - spregevolmente chiamata da Trump Pocahontas - vuol far revocare quelle decorazioni. Con un progetto di legge appena presentato in Senato, sull' esempio di quello depositato alla Camera a giugno dal deputato Denny Heck, insieme alle prime due native elette al Congresso Sharice Davids e Deb Haaland.
Da tempo gli attivisti si battono per riscrivere in modo più obiettivo quella terribile storia. E nel 2001 il Congresso Nazionale degli Indiani d' America emanò due risoluzioni di condanna verso quelle "medaglie del disonore", attribuite ai massacratori del 7° Cavalleggeri. Quello comandato dal generale George Armstrong Custer: ucciso nel 1876 proprio dai Lakota, durante la battaglia di Little Bighorn, dove fu sconfitto .
Che a Wounded Knee si fosse andati oltre ogni decenza, era chiaro già allora: il generale Nelson Miles, arrivato dopo la strage, definì «abominio» quei corpi di donne e bambini tagliati a metà con le sciabole. E deferì James Forsyth, il colonnello capo dell' operazione, alla corte marziale. Invece Forsyth fu promosso. I suoi uomini trattati da eroi. «La salvezza dei pionieri dipende dallo sterminio degli indiani», scrisse sull' Aberdeen Saturday Frank Baum, autore, dieci anni dopo de Il mago di Oz .
Pochi giorni prima della strage, Toro Seduto, il guerriero di Little Bighorn, , reso celebre dal tour col circo Barnum al fianco di Buffalo Bill, era stato ucciso a Standing Rock durante un tentativo d' arresto dai militari: infastiditi da una profezia del movimento "Danza degli Spiriti", dove, unendo elementi cristiani e nativi, si presagiva un diluvio universale che avrebbe cancellato i bianchi. Il suo assassinio terrorizzò i Lakota.
Volevano raggiungere Nuvola Rossa a Pine Ridge quando Forsyth lì fermò, costringendoli ad accamparsi sotto il tiro delle mitragliatrici. A scatenare lo spietato massacro fu un colpo partito per sbaglio dal Winchester di Coyote Nero, un giovane sordo. Sopravvissero in 51: 4 uomini e 47 fra donne e bambini. Fra i cadaveri abbandonati tre giorni sotto la neve vennero ritrovati quattro bebè vivi, ancora avvinghiati ai cadaveri delle madri. Il fuoco amico, aveva ucciso 25 soldati.
Nel 1990 il Congresso chiese scusa per quel massacro. Senza offrire, però, nessuna riparazione ai discendenti. Eppure dal 1916 esiste una commissione che in cento anni ha già revocato 900 onorificenze. Per questo Warren chiede ancora giustizia: 130 anni dopo, insieme al cuore della nazione indiana, è tempo di seppellire anche quelle medaglie.