DONALD TRUMP ARRESTATO E RILASCIATO (DI NUOVO) – L'EX PRESIDENTE USA È TORNATO ALLA SBARRA. E QUESTA HA DOVUTO FARE I CONTI CON REATI FEDERALI, ACCUSE MOLTO PIÙ PESANTI RISPETTO AL CASO DELLA PORNOSTAR STORMY DANIELS – IL TYCOON È RIMASTO IN STATO DI FERMO AL TRIBUNALE DI MIAMI PER ASSISTERE ALLA LETTURA DELLE 37 ACCUSE A SUO CARICO, PER AVER PORTATO DOCUMENTI RISERVATI NELLA SUA VILLA DI MAR-A-LAGO. E SI È DICHIARATO NON COLPEVOLE  – FUORI DAL TRIBUNALE LA RABBIA DEI SUOI SOSTENITORI, MA NESSUN DISORDINE – VIDEO

-

Condividi questo articolo


 

Estratto dell'articolo di Francesco Semprini per “La Stampa”

 

DONALD TRUMP IN TRIBUNALE A MIAMI DONALD TRUMP IN TRIBUNALE A MIAMI

Donald Trump alla sbarra. Questa volta l'ex presidente degli Stati Uniti deve fare i conti con reati federali, accuse molto più pesanti di quelle per le quali è dovuto comparire a New York per aver pagato il silenzio della pornostar Stormy Daniels presumibilmente con fondi elettorali.

 

Il tycoon si presenta al tribunale di Miami per assistere alla lettura delle 37 accuse a suo carico, tra le quali violazione della legge contro lo spionaggio e ostruzione della giustizia, come Richard Nixon all'epoca del Watergate.

 

DONALD TRUMP IN TRIBUNALE A MIAMI DONALD TRUMP IN TRIBUNALE A MIAMI

[…]  A Miami ci sono più persone rispetto a New York, ma nulla a che vedere col 2016 o il 2020, anche la marcia annunciata dei Proud Boys, tra i protagonisti dell'assedio del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill, si è rivelata una chimera. […]

 

Una volta in tribunale, essendo accuse federali, l'ex presidente deve sottoporsi a tutte le procedure protocollari: impronte digitali e compilazione di moduli e stato di fermo temporaneo. Niente foto segnaletiche né manette, tuttavia, per evitare strumentalizzazioni o spettacolarizzazioni. Trump non deve neanche sottoporsi al test del Dna, come invece previsto per alcuni reati federali.

 

DONALD TRUMP IN TRIBUNALE A MIAMI DONALD TRUMP IN TRIBUNALE A MIAMI

Come preannunciato si è dichiarato non colpevole, ma non è chiaro quale sia la strategia difensiva visto che le 49 pagine dell'impianto accusatorio contengono prove concrete sul fatto che sapesse di essere in possesso di documenti classificati, alcuni dei quali top secret e di averli maneggiati in maniera spregiudicata.

 

Oltretutto, dopo aver licenziato gli storici avvocati Jim Trusty e John Rowley, secondo i media Usa, il tycoon sta avendo difficoltà a trovare dei legali che vogliano rappresentarlo proprio per disaccordi sulla strategia da seguire. Trump, inoltre, starebbe cercando un esperto di sicurezza nazionale che lo aiuti a muoversi nei meandri di un caso assai più complesso delle bugie su pagamenti a Daniels. Con lui in aula c'erano Todd Blanche e l'ex procuratore della Florida Chris Kise, una squadra legale di opportunità dal momento che non è detto che siano loro a seguire il caso.

 

DONALD TRUMP IN PRIGIONE - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE MIDJOURNEY DONALD TRUMP IN PRIGIONE - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE MIDJOURNEY

La strategia mediatica ricalca il consueto copione, come due mesi fa, quando la sera prima della comparizione si fece vedere con Melania a Mar-a-Lago, il tycoon ha ostentato tranquillità cenando nel suo resort di Miami, il Doral, in compagnia dei suoi avvocati e dell'assistente Walt Nauta. Il 40enne veterano della marina Usa, che è arrivato in Florida a bordo del Trump Force One, deve rispondere di sei capi d'imputazione nell'ambito dell'indagine su Mar-a-Lago, tra i quali cospirazione e false dichiarazioni. In particolare, è accusato di aver spostato e nascosto scatoloni di documenti top secret, su ordine di Trump, dopo che il dipartimento di Giustizia ne aveva chiesto la restituzione. Il tycoon lo ha difeso su Truth definendolo «un coraggioso patriota».

 

DONALD TRUMP IN PRIGIONE - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE MIDJOURNEY DONALD TRUMP IN PRIGIONE - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE MIDJOURNEY

Secondo le accuse formulate dal procuratore speciale Jack Smith l'ex presidente è colpevole di aver mentito quando è stato interrogato dall'Fbi nel maggio 2022. Trump come sempre ha giocato di anticipo, prima di arrivare in aula ha attaccato sia Smith che il dipartimento di Giustizia, definendo il primo «delinquente estremista di destra» e il secondo «corrotto e nelle mani di Biden».

 

Dopo la comparizione l'ex inquilino della Casa Bianca è tornato in New Jersey e, nella sua roccaforte di Bedminster, dove ha organizzato un discorso alla presenza di molti donatori, i soggetti chiave del suo futuro politico. [...]

 

Da segnalare l'assenza della ex First Lady Melania (Trump è stato accompagnato in tribunale dal figlio Eric) che, come è successo per la prima incriminazione, mantiene le distanze dal marito, sebbene i tabloid assicurino che «supporta al 100%» il marito. In remoto. —

donald trump donald trump DONALD TRUMP DOPO LA SECONDA INCRIMINAZIONE DONALD TRUMP DOPO LA SECONDA INCRIMINAZIONE donald trump kaitlan collins cnn town hall donald trump kaitlan collins cnn town hall

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...