DOPO IL DANNO, LA BEFFA: I PARENTI DELLE VITTIME DELL’INCIDENTE DEL BUS A MESTRE POTREBBERO NON ESSERE RISARCITI – SE VENISSE ACCERTATO CHE L’INCIDENTE È STATO CAUSATO DA UN MALORE DELL’AUTISTA, L’ASSICURAZIONE NON È TENUTA A RISARCIRE LE FAMIGLIE E LE PERSONE FERITE. L'INDENNIZZO POTREBBE ESSERCI SE VENISSE RISCONTRATA UNA RESPONSABILITÀ RELATIVA AL GUARDRAIL...
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Estratto da www.leggo.it
Il nuovo capitolo dell'incidente di Mestre si concentra sull'attesa per i risultati dell'autopsia sul corpo di Alberto Rizzotto, l'autista del pullman. Eseguita ieri, l'esame autoptico è stato assegnato all'istituto di medicina legale di Padova. I tempi sui risultati non sono certi ma la stampa verrà convocata quando sarà il momento opportuno. Al momento i feriti, ricoverati in ospedale, non parlano. […]
Sono 27 i punti di contatto segnati sull'asfalto del cavalcavia di Mestre, in corrispondenza di altrettante «strisciate» compiute dal pullman precipitato martedì scorso, dopo una corsa apparentemente fuori controllo. I segni sono stati apposti dalla polizia locale di Venezia, nella prima ricognizione sul manufatto, che poi dovrà essere sottoposta a una perizia, su mandato della Procura della repubblica. Il guardrail, al centro delle polemiche per la sua vetustà e facilmente scavalcato dal mezzo pieno di turisti, appare divelto proprio in corrispondenza dell'altrettanto famigerato «varco di servizio», lungo circa tre metri.
Le strisciate del bus si interrompono giusto in corrispondenza dell'interruzione della barriera. Da lì in poi il resto del guardrail è accartocciato per alcuni metri, e la ringhiera esterna è completamente divelta. La pavimentazione del passaggio esterno, sotto la quale scorrono cavi e servizi, è sfondata subito dopo il varco e in un altro punto successivo. Il punto è pieno di vetri rotti. Sarà anche questo uno dei punti al centro dell'attenzione dei tecnici: da capire se sia stato sfondato dal peso dell'autobus, oppure se lo era già in precedenza, e se abbia causato lo sbilanciamento del mezzo verso il precipizio mortale.
I parenti delle vittime potrebbero non essere risarciti. L'indennizzo potrebbe esserci se venisse riscontrata una responsabilità relativa al guardrail e a quel «buco» di un paio di metri da cui potrebbe essere caduto il mezzo. Se l’indagine penale dovesse dimostrare una responsabilità del Comune di Venezia – attuale gestore di una strada che però non ha costruito (altra variabile da considerare) in quanto le è stata affidata una quindicina da anni fa dall’Anas – potrebbe essere chiamata a pagare l’assicurazione dell’ente, che però ha un massimale per singolo sinistro di 10 milioni di euro. E dunque le somme in più dovrebbe metterle dalle proprie casse.
Tra i cosiddetti «casi fortuiti» c’è il malore del conducente, che ovviamente esclude una negligenza sua e anche del vettore. Se dovesse essere dimostrato che l’autista ha avuto – per fare un esempio – un infarto o un ictus, l’assicurazione del vettore potrebbe essere esonerata dal pagamento dei danni ai famigliari delle vittime e dei feriti. La giurisprudenza, peraltro, dice che potrebbe restare la colpa qualora il conducente si fosse messo alla guida sapendo di non stare bene. […]