DOVE CI SONO FONDI A PIOGGIA, C’E’ PIOGGIA DI STRONZI - LA PROCURA DI GENOVA HA APERTO DUE FILONI D'INCHIESTA SUGLI AIUTI, SOTTO FORMA DI SGRAVI FISCALI FINO A 200 MILA EURO, CONCESSI ALLE AZIENDE CHE SAREBBERO STATE DANNEGGIATE DAL CROLLO DEL PONTE MORANDI, PER CAPIRE SE QUALCUNO LI HA OTTENUTI SENZA AVERNE TITOLO - NEL MIRINO CI SONO IMPRENDITORI, PROFESSIONISTI E START UP…
-Marco Fagandini Matteo Indice per “la Stampa”
La Procura di Genova ha aperto due filoni d'inchiesta per far luce sugli aiuti, sotto forma di sgravi fiscali fino a 200 mila euro, concessi dal governo alle aziende che sarebbero state danneggiate dal crollo del Ponte Morandi, per capire se qualcuno li ha ottenuti senza averne titolo. Gli accertamenti sono scattati dopo un'inchiesta giornalistica del Secolo XIX e i pm ipotizzano tre tipi di reato: truffa ai danni dello Stato, addebiti tributari e indebita percezione di erogazioni pubbliche.
L'elenco finito per primo sotto la lente della Guardia di Finanza include imprenditori, professionisti e start up che fra il 14 agosto 2018, giorno della strage costata la vita a 43 persone, e il 31 dicembre 2019, hanno avviato un'attività in provincia di Genova. Con il fine, all'inizio testimoniato anche da un'area geografica concentrata intorno al viadotto, di rivitalizzare l'economia delle zone più colpite dallo scempio.
Oltre agli sgravi, sono stati assegnati 15 mila euro una tantum alle attività che hanno dimostrato di aver chiuso per almeno quattro giorni a causa del disastro (molte nella Zona Arancione, attorno al Morandi, erano rimaste tagliate fuori). Non è escluso che le Fiamme Gialle, in futuro, accendano i fari anche su questo versante. Così come è possibile - ma nessun accertamento specifico è in corso - che più avanti la Procura scavi su chi avrebbe potuto controllare le richieste. In primis il ministero dello Sviluppo economico.
E, per aver vidimato le istanze per gli aiuti una tantum, la struttura commissariale per l'emergenza guidata dal governatore Giovanni Toti (interpellati, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni). Il filone che riguarda in primis la truffa è affidato al pm Francesco Cardona Albini, del pool guidato dal procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati. Sugli illeciti tributari si concentra il pm Giancarlo Vona, del team coordinato dall'aggiunto Francesco Pinto.
A concedere gli sgravi è stato il ministero, che aveva chiesto all'ufficio del commissario all'emergenza di definire il perimetro geografico della «Zona franca urbana». Chi era in quei confini e dichiarava un calo di fatturato del 30% fra il 15 agosto e il 30 settembre 2018, poteva chiedere le agevolazioni. Così come chi avrebbe aperto lì una nuova attività. Le indagini riguardano, ora, soprattutto questo secondo, e meno nutrito, elenco. Una delle ipotesi della Procura è che quel credito d'imposta venisse inseguito per poi essere ceduto.