DOVREMMO PRENDERE SUL SERIO ELON MUSK QUANDO STRAPARLA DI GUERRA E DI PACE – IL PROPRIETARIO DI TESLA DIECI GIORNI FA HA PRESENTATO UN PIANO DI PACE PER L’UCRAINA CHE HA DELIZIATO MOSCA, FATTO INFURIARE KIEV E SUSCITATO L’ILARITÀ SUI SOCIAL – MA IN REALTÀ LA VOCE DI MUSK "PESA" PERCHE', DAI SATELLITI AI MISSILI ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALI, LE SUE TECNOLOGIE SONO STRATEGICHE PER LA SICUREZZA DEGLI STATI – E DIETRO LE SUE USCITE C’È L’UTOPIA CHE GLI ALGORITMI POSSANO GOVERNARE IL MONDO MEGLIO DEI POLITICI...
-Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
Elon Musk ha smentito di aver parlato con Vladimir Putin prima di presentare, dieci giorni fa, il suo piano di pace che ha deliziato Mosca e fatto infuriare Kiev, ma non (non ancora, almeno) di essersi rifiutato di estendere alla Crimea, come chiesto dagli ucraini, la copertura di telecomunicazioni dei suoi satelliti Starlink: teme rappresaglie nucleari del Cremlino qualora Zelensky cerchi di riconquistare la penisola occupata e annessa dalla Russia nel 2014.
Le sortite da stratega geopolitico di un ingegnere e imprenditore geniale che e, pero, anche un narcisista dall’ego imponente e distorto, sembrano eruzioni estemporanee di un personaggio che vuole fare notizia a tutti i costi. Una concessione alla sua seconda natura: quella, da lui stesso confessata, di super influencer che usa come megafono Twitter dove ha quasi 110 milioni di follower.
Dietro, pero, c’e molto altro a partire dalla convinzione, ancora diffusa tra i leader della Silicon Valley, che la politica sia, come ogni altra attività umana, una materia basata sulla gestione di dati. E che, quindi, i suoi problemi possano essere affrontati con più successo usando ingegneri e algoritmi piuttosto che affidarsi a personaggi eletti che sono ideologici, passionali e, in genere, privi di competenze specifiche.
Era la vecchia utopia della democrazia internettiana dei profeti «psichedelici» della controcultura californiana, da John Perry Barlow a Stewart Brand, trasformata nel credo di ragazzi divenuti in un baleno «master of the universe», grazie allo straordinario successo delle loro start up. Il piu esplicito? Mark Zuckerberg che 12 anni fa dava interviste nelle quali affermava che «il nostro compito e quello di ricablare il mondo da cima a fondo» e poi, nella lettera agli azionisti, scriveva: «Quante volte abbiamo osservato qualcosa e pensato che poteva essere fatta meglio? Io posso abbattere questo sistema e ricostruirne uno migliore».
Gli altri leader di Big Tech avevano idee simili (ma non le sue ambizioni «imperiali»). Di certo avevano idee rivoluzionarie i geni della cosiddetta PayPal Mafia: Elon Musk e Peter Thiel avevano concepito PayPal, innovativo sistema di pagamenti digitali, come la carica di dinamite con la quale far saltare il vecchio sistema finanziario.
Thiel (sue le segretissime tecnologie di Palantir per il Pentagono) vent’anni dopo insegue ancora quel sogno: ad aprile, arringando a Miami una folla di tecnologi, ha bollato i grandi banchieri e finanzieri americani (da Warren Buffett a Jamie Dimon della Chase e Larry Fink di BlackRock) come «la vecchia gerontocrazia finanziaria che va spazzata via... serve un movimento giovanile rivoluzionario». In mezzo gli anni nei quali ha cestinato la democrazia («non credo piu che liberta e democrazia siano compatibili», 2009) e la sua avventura politica di grande sponsor dell’elezione di Trump nel 2016: entrato alla Casa Bianca, Thiel ha proposto piani ancor piu radicali di quelli del presidente che, alla fine, lo ha fatto accompagnare alla porta.
Negli ultimi sei anni, man mano che e venuto fuori in modo sempre piu netto il ruolo devastante che Facebook ha avuto in politica e sulla societa, Zuckerberg ha abbassato i toni. Musk, che non ha (per ora) la macchia dell’effetto perverso dei social media, invece, non tace. Ha voce in capitolo perche dai satelliti ai missili all’intelligenza artificiali, le sue tecnologie sono strategiche per la sicurezza degli Stati.
Proprio per questo dovrebbe essere piu cauto anziche proporre piani di pace filorussi e poi rispondere alle critiche dicendo di aver speso 80 milioni di dollari per garantire la copertura Starlink all’Ucraina. Mentre ora pare che i satelliti che garantivano le comunicazioni nelle zone dell’Ucraina occupate dai russi non funzionino piu tanto bene.