Da leggo.it
I CARABINIERI DI PIACENZA E LA FOTO CON UNO SPACCIATORE
Nella caserma 'Levante' dei carabinieri di Piacenza, chiusa per effetto delle indagini su alcuni militari, ci sarebbe stata anche un'orgia, consumatasi nell'ufficio del Comandante della stazione, Marco Orlando. È quanto risulta da alcune intercettazioni, rivelate dal gip di Piacenza.
Nella caserma dove lavoravano i carabinieri accusati, a vario titolo, di spaccio, estorsione e tortura, ci sarebbe stata anche un'orgia con due donne, probabilmente due escort. A smascherare il fatto è un'intercettazione tra due arrestati, Giuseppe Montella e Salvatore Cappellano, che parlavano di un episodio in particolare, come riferiscono gli inquirenti: «I due carabinieri parlavano di un collega in onore del quale, forse in concomitanza con una ricorrenza, era stata organizzata una serata all’interno della caserma alla presenza di due donne, presumibilmente escort, con le quali erano stati consumati rapporti sessuali».
Quanto rivelato dal gip è quasi altrettanto sconcertante di quanto emerso finora dalle indagini: «Nelle intercettazioni Giuseppe Montella parlava di un'orgia nell'ufficio del Comandante, dove si era creato un tale scompiglio che le pratiche erano state sparpagliate a terra. Non sono ravvisabili reati in condotte simili, ma dalla descrizione traspare ancora una volta il totale disprezzo per i valori della divisa indossata dagli indagati, metaforicamente gettata a terra e calpestata, come quella del loro Comandante durante il festino appena rievocato».
CARABINIERI PIACENZA, SPUNTA L'ORGIA NELL'UFFICIO DEL COMANDANTE
Valentina Errante per il Messaggero
Porta a una pista calabrese il fiume di droga e soldi di cui si parla nelle intercettazioni dell’inchiesta di Piacenza che ha portato all’arresto di sei carabinieri e alla chiusura della caserma Levante. Mentre gli inquirenti e il Comando Generale dell'Arma lavorano per stabilire se ci siano state connivenze, rispetto alle condotte degli indagati, dalle conversazioni emerge che gli spacciatori che rifornivano l’appuntato Giuseppe Montella erano calabresi.
È il 25 febbraio quando Daniele Giardino, uno dei pusher arrestati ieri insieme ai militari, cede all’appuntato Montella tre chili di hashish. «Io meno di 45mila euro di droga alla volta non prendo», dice lo spacciatore al carabiniere. Parla della sua preoccupazione per via di un debito di 35mila euro ed è lo stesso militare che, in una conversazione con la sua compagna, spiega che si tratta di «calabresi, pezzi grossi».
Del festino in caserma Montella parla con uno dei colleghi arrestati. «Lo scenario rappresentato da Montella – scrive il gip – è quello di un’orgia tenutasi addirittura all’interno dell’ufficio del Comandante Marco Orlando (ai domiciliari) dove si era creato un tale scompiglio che le pratiche erano state sparpagliate a terra». Il giudice sottolinea: «Non sono forse ravvisabili reati in simili condotte, ma dalla descrizione traspare ancora una volta il totale disprezzo per i valori della divisa indossata dagli indagati, metaforicamente gettata a terra e calpestata, come quella del loro Comandante durante il festino appena rievocato».
Sapevano di essere intercettati. Sempre dagli atti emerge che il primo maggio l’appuntato porta la sua macchina in officina per uno strano rumore che continua a sentire. E il carrozziere (che tra l’altro è anche uno degli spacciatori arrestati) trova una cimice e subito gli manda le foto. Il militare sospetta di un meccanico che ha l’officina davanti casa sua. «Allora io acchiappo Davide per il collo e Claudio li attacco al muro e gli dico: È entrato qualcuno qui dentro? Adesso me lo dici, se no ti spacco tutti i denti».
I CARABINIERI DI PIACENZA E GLI ORDINI PER LA DROGA carabinieri I CARABINIERI DI PIACENZA E LE BOTTE A UN PUSHER