DUE PIZZE IN FACCIA E LA SMETTI DI OCCUPARE - IN SPAGNA CI SONO LE "AGENZIE DELLO SFRATTO" CHE CACCIANO GLI ABUSIVI ASSERRAGLIATI IN CASA CON METODI NON SEMPRE ORTODOSSI: TRA I "MEDIATORI" CI SONO ANCHE PUGILI E ATLETI DI ARTI MARZIALI, OPPURE IMPROVVISATI "RICATTATORI" CHE MINACCIANO DI DIFFONDERE FOTOGRAFIE SUI SOCIAL NETWORK - COSÌ SI SGOMBERA IN POCO TEMPO, NON COME IN ITALIA...
-Claudia Osmetti per “Libero Quotidiano”
Non ci vanno tanto per il sottile, in Spagna. Ché la piaga delle occupazioni abusive è un problema planetario: di furbetti che s'insediano in casa, magari non pagano nemmeno le bollette della luce e non sloggiano neanche quando è l'ufficiale giudiziario che suona il campanello, ne è pieno il mondo. Col coronavirus, poi, apriticielo: chiedetelo agli agenti immobiliari di Madrid, è un incubo.
Uno si rivolge alla legge, certo, funziona così anche da loro. Ma la burocrazia, i cavilli, le lungaggini: per riavere indietro le chiavi sudi sette camicie e, forse, pure qualcuna in più. Se sei fortunato, liberi l'appartamento in qualche anno. Però gli spagnoli si son inventati la soluzione: è El Pais, il principale quotidiano del Paese iberico, a fare il punto, inchiesta ripresa in Italia dal Post.
E dunque, sotto i Pirenei sono le società private che si occupano di sgomberare gli abusivi. Nel 2019, cioè prima che la pandemia ci scombussolasse l'esistenza, c'erano appena tre ditte che facevano lo "sporco" (in un certo senso) lavoro: oggi se ne contano almeno nove.
Sono triplicate, insomma: chiedono mediamente 2.500 euro a "sfratto" (che è comunque un risparmio di fronte alla parcella di un avvocato che, magari, è costretto ad aprire un contenzioso infinito) e promettono di risolverti la grana in 72 ore. Al massimo.
PUGILI E ATLETI
Loro, le "aziende dello sfratto", giurano e spergiurano che non sono altro che semplici mediatori: epperò, tra i loro addetti, figurano pugili e atleti di arti marziali (come alla FueraOkupas) oppure improvvisati "ricattatori" che minacciano di diffondere fotografie sui social network (come alla catalana Desokupa).
Non è un mestiere per tutti, ci vuole fegato: gli inquilini morosi, quelli che delle regole, in sostanza, se ne infischiano, non li metti alla porta con una tazza di tè e una pacca sulle spalle.
Il sito IlPost.it riporta la testimonianza di Jorge Fe, il direttore della Fuera, che, glissando sui particolari, ammette: sì, i suoi dipendenti "fanno qualcosa di più che parlare" con gli occupanti illegali. Ma, allo stesso tempo, chiarisce: bastano un paio di visite e lor signori "capiscono che devono negoziare".
Fe, tanto per intenderci, ha aperto la sua attività nel 2019, è tra i primi ad aver fiutato l'affare e, adesso, i suoi centralini sono sommersi da qualcosa come 150 chiamate ogni santissimo giorno. Da noi, un sistema del genere è ancora fantascienza. Troppe norme, troppi pretesti.
Te lo insegnano alla prima lezione di Procedura civile, all'università, a Giurisprudenza: prima che uno sfratto diventi esecutivo, in Italia, cambiano almeno un paio di governi. Una legge pure c'è, ma il diritto all'abitazione ha la precedenza e per provare che il tuo inquilino non è in regola mica basta andare in Questura e presentare gli affitti non corrisposti. Certo, parliamoci chiaro: i codici servono a tutelare anzitutto i "contraenti deboli" (altro termine che ti ripetono fino allo sfinimento, a Legge), ed è giusto così. Però di proprietari che restano con un pugno di mosche in mano, e magari devono persino fare i conti con danneggiamenti e magagne mai sistemate, ne è pieno il Paese.
EPISODI CRESCIUTI
Federcasa, la federazione che associa 114 enti che gestiscono il patrimonio dell'edilizia residenziale pubblica, già qualche anno fa, cioè nel 2017, diceva che, in Italia, gli alloggi occupati abusivamente sarebbero più di 48mila.
Una stima che riguarda solo le case popolari le quali, in tutto, da Nord a Sud dello Stivale, sono 750mila: significa che un appartamento ogni quindici ospita inquilini che non hanno il diritto di stare dove sono. Dati ministeriali e numeri più recenti è impossibile trovarli, ma di contro, va aggiunto che poi si è messo di traverso il covid.
Che di certo non ha risolto la situazione e, anzi, ha finito solo per esasperarla. Con il blocco sfratti che, di proroga in proroga, ha legato le mani ai proprietari e, nei fatti, ha cristallizzato gli abusi, ma anche con la crisi economica, che assottiglia i portafogli e obbliga i tanti onesti (che pure ci sono) a fare i salti mortali per arrivare a fine mese.
L'81% delle occupazioni (dice sempre il report di Federcasa) avviene con la forza, e nell'ultimo decennio gli episodi sono cresciuti in maniera esponenziale, in pratica del 20,9%. Rispetto al totale delle abitazioni, infine, è più del 6% quello interessato al fenomeno, con picchi da capogiro nel Sud e al Centro.