ECCO LA CAZZATA CHE PUO’ SCATENARE UNA NUOVA GUERRA MONDIALE: SCHEGGE DI MISSILI SONO CADUTI A PRZEWODÓW, VILLAGGIO POLACCO AL CONFINE CON L'UCRAINA UCCIDENDO 2 PERSONE – LA POLONIA DICE: “I MISSILI SONO DI FABBRICAZIONE RUSSA”. MOSCA REPLICA: “NON SONO NOSTRI. È UNA PROVOCAZIONE” – È LA PRIMA VOLTA DALL'INIZIO DEL CONFLITTO CHE UN PAESE NATO VIENE COLPITO. GLI USA: “DIFENDEREMO OGNI CENTIMETRO DI TERRA”. MA BIDEN È CAUTO: “IMPROBABILE CHE I RAZZI SIANO STATI LANCIATI DA MOSCA” - VIDEO


 

1 – MISSILI SULLA POLONIA

Giuseppe Agliastro e Monica Perosino per “La Stampa”

polonia missili Przewodow

Una voragine nella terra nera, il trattore rosso ricoperto di detriti, due corpi riversi nel buio, grano dappertutto. È questa la fotografia del momento che ieri ha spinto la guerra di Putin oltre i confini dell'Ucraina, scagliandola dritta al cuore dell'Unione Europea e della Nato. Ieri sera un missile russo, forse deviato dalla contraerea di Kiyv, forse no, si è abbattuto su un impianto di essiccazione di cereali a Przewodów, un piccolo paese polacco vicino al confine ucraino. Due contadini sono rimasti uccisi.

 

Che si sia trattato di un errore, dell'effetto della contraerea di Kiyv o, alquanto inverosimilmente, di una «provocazione deliberata», come si è affrettata a dire Mosca, ieri è successo quello che si è temuto per 265 giorni di guerra: per la prima volta un Paese Nato, la Polonia, è stato colpito.

 

MISSILI POLONIA

La gravità del momento si misura con le reazioni delle cancellerie e dei comandi militari europei che coralmente invitano alla calma, mentre la Nato entra in stato di massima allerta. Perfino Varsavia, che ieri ha convocato una riunione d'emergenza del Consiglio dei ministri per la sicurezza nazionale, ha scelto la cautela e potrebbe chiedere l'Articolo 4 della Nato (e non il 5), che prevede che «le parti si consultino ogni volta che, nell'opinione di una di esse, l'integrità territoriale, l'indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata».

 

Acqua sul fuoco e prudenza anche dalla Casa Bianca «al lavoro per stabilire cosa sia successo e quali sono i prossimi passi da compiere» e dalla Nato «che si sta coordinando con Varsavia e sta analizzando i rapporti secondo cui missili sono caduti in territorio polacco». Stessa linea delle autorità britanniche e del Ministro della Difesa italiano Guido Crosetto: «Butteremo acqua sul fuoco. Ha prevalso il buon senso».

 

polonia missili Przewodow

C'è chi butta acqua, chi benzina, come il ministro degli Esteri estone Urmas Reinsalu che annuncia: «L'Estonia è pronta a difendere ogni centimetro del territorio della Nato». E naturalmente Kiyv che con Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, dice che gli «attacchi sul territorio della Polonia non sono un incidente, ma sono deliberatamente pianificati dalla Russia e camuffati da "errore". Il regime russo-terrorista deve essere fermato. Condoglianze ai morti».

 

polonia missili Przewodow

Nel caos di notizie non confermate, illazioni e ipotesi, per ora le uniche certezze sono quelle dei cento missili che ieri si sono abbattuti sull'Ucraina. Quattro giorni dopo la ritirata dei soldati russi da Kherson, e proprio mentre i leader dei G20 riuniti in Indonesia discutevano della guerra scatenata da Putin, l'esercito del Cremlino è tornato a colpire palazzi e infrastrutture civili con una tremenda pioggia di razzi che ha lasciato al buio sette milioni di case in tutto il Paese. Quello precipitato in Polonia avrebbe colpito Przewodów proprio sulla linea elettrica che collega l'Ue con l'Ucraina, vicino alla centrale di Dobrotvirska, importante hub energetico.

 

Polonia Missili Przewodow

Il Cremlino parla di «una deliberata provocazione mirata a peggiorare la situazione» e nega non solo di aver colpito il territorio polacco ma anche di aver sparato su obiettivi vicini alla frontiera. Nelle ultime settimane, i russi hanno bombardato più volte le città ucraine prendendo di mira le infrastrutture per l'energia e il riscaldamento e lasciando senza né acqua né elettricità intere zone. Sono bombe che cadono lontano dal fronte e fanno temere sempre più per la popolazione civile, soprattutto ora che l'inverno è ormai alle porte. L'aeronautica ucraina sostiene che ieri le forze russe abbiano lanciato oltre 90 missili e dieci droni kamikaze. «Le nostre forze di difesa aerea ne hanno abbattuti 70», afferma la presidenza ucraina, parlando però di una situazione «critica». Anche Kiyv è stata colpita, e ora metà della città è senza luce e almeno due condomini sono stati centrati dai missili.

 

vladimir putin

Il nuovo raid rischia di deteriorare ulteriormente i rapporti tra Mosca da una parte e Kiyv e i suoi alleati occidentali dall'altra, proprio mentre i colloqui di pace restano congelati. «Qualcuno pensa seriamente che il Cremlino voglia davvero la pace? Il Cremlino vuole obbedienza», ha dichiarato il consigliere presidenziale ucraino Andriy Yermak, secondo cui il bombardamento sarebbe una risposta di Mosca al discorso di Zelensky al G20. Ancora più dura la reazione del ministro degli Esteri ucraino: «Basta proporre all'Ucraina di accettare gli ultimatum russi! Questo terrore può essere fermato solo con la forza delle nostre armi e dei nostri principi», ha affermato Dmytro Kuleba.

 

vladimir putin visita un centro di addestramento

Intervenendo in collegamento video al G20 - da lui chiamato apposta G19 per escludere la Russia - Zelensky ha elencato dieci punti secondo lui necessari per raggiungere la pace: tra cui la sicurezza nucleare, il ripristino dell'integrità territoriale ucraina, un meccanismo di compensazione internazionale per i danni causati dall'invasione delle truppe russe e il ritiro di queste dalle regioni ucraine. Ma quello tra Mosca e Kiev per ora pare un muro contro muro. Il ministro degli Esteri Lavrov ha definito definito le proposte ucraine «non realistiche» e ha accusato Kiyv di «rifiutare categoricamente i negoziati».

 

2 – IL RISCHIO CHE IL CONFLITTO SI ALLARGI ALLA NATO

Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”

PUTIN BIDEN

Dice la prima legge di Murphy che se una cosa può andar male, lo farà. È esattamente quello che è accaduto ieri sera a Przewodòw, il villaggio polacco al confine con l’Ucraina, dove due missili, forse russi ma non è ancora provato, sono caduti colpendo un impianto per la lavorazione delle granaglie e uccidendo due persone. L’esplosione ha coinciso con uno dei più massicci attacchi dell’armata russa dall’inizio della guerra contro l’Ucraina, colpita in un solo giorno da oltre cento missili mirati soprattutto a distruggere la rete elettrica del Paese.

 

vladimir putin joe biden ginevra 2021

La Polonia ha immediatamente convocato nella notte il suo consiglio per la Sicurezza nazionale e la Difesa. I tre Paesi baltici — Lettonia, Lituania, Estonia — hanno subito espresso solidarietà con Varsavia e puntato il dito contro Mosca. Il governo americano ha reagito con prudenza, dicendo di voler verificare tutte le informazioni, ma precisando anche che gli Stati Uniti sarebbero pronti a «difendere ogni pollice di territorio della Nato». Mentre da Mosca, il ministero degli Esteri e quello della Difesa hanno parlato di «provocazione per rendere più tesa la situazione», precisando che «nessun obiettivo nelle vicinanze del confine polacco-ucraino è stato colpito da armi russe».

 

I missili caduti sono degli S-300, che non brillano per precisione e sono in dotazione sia ai russi che agli ucraini. Che siano stati lanciati dai primi, come appare più verosimile, oppure dalle truppe ucraine per neutralizzare quelli nemici in avvicinamento, molto probabilmente si è comunque trattato di un errore. Ma è proprio questo il punto.

 

jens stoltenberg

È da mesi che viene denunciato il rischio di una situazione che sfugge di mano, il pericolo di un incidente non voluto che innesca una spirale militare allargando il conflitto fino a coinvolgere un Paese della Nato. Fra le possibilità erano state citate quella di una centrale nucleare colpita per errore, di un convoglio di forniture d’armi a Kiev bombardato al confine con la Polonia, o appunto di un missile fuori rotta in caduta sul territorio della Polonia, che è appunto membro dell’Alleanza. Ed erano stati questi timori a spingere gli alti comandi militari di Russia e Stati Uniti a riaprire nei mesi scorsi un canale di comunicazione, teso a scongiurare questa eventualità. Il ricordo della crisi dei missili a Cuba del 1962, quando Usa e Urss danzarono sul ciglio dell’abisso nucleare, prima di fare un passo indietro e chiudere la partita, è ancora vivo e serve da monito.

 

joe biden jens stoltenberg

Ora l’incidente c’è stato. Ed è bene tenere la mente molto fredda, cercando di accertare con precisione ogni circostanza. Cosa può succedere non è chiaro. Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino, ha subito accusato Mosca e ha parlato di «attacco alla sicurezza collettiva», quasi a voler evocare il meccanismo dell’articolo 5 del Trattato del Patto atlantico, che definisce un attacco a uno dei Paesi membri un attacco all’intera alleanza.

 

Ma prima di avere prove certe, farà bene la Nato a muoversi con cautela. In realtà, secondo gli esperti, nel caso non vi sia certezza che un attacco sia stato deliberato o frutto di errore, esiste un’altra procedura, quella prevista dall’articolo 4, in base al quale un Paese che si senta minacciato (in questo caso la Polonia) chiede immediate consultazioni nel quadro del Consiglio atlantico. Anche Varsavia sta mostrando la necessaria prudenza: il portavoce del governo Piotr Müller ha messo in guardia dal diffondere informazioni non provate.

putin biden
PUTIN E BIDEN
vladimir putin joe biden ginevra