ECCO CHE COSA SUCCEDE AI COMBATTENTI DELL'AZOVSTAL IN MANO AI RUSSI - COLPI CON IL CALCIO DEL FUCILE SULLE DITA E SULLE FERITE APERTE, TORTURE CON LE PINZE E L’ELETTROSHOCK MENTRE “LE PRIGIONIERE SONO COSTRETTE AD ATTI SESSUALI” – PUTIN VORREBBE PROCESSARLI IN UN TRIBUNALE INTERNAZIONALE IN STILE NORIMBERGA, COME SE LA SECONDA GUERRA MONDIALE NON FOSSE MAI FINITA...

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1. I prigionieri delle acciaierie di Mariupol “vengono torturati con le pinze, con l’elettroshock e con pratiche di strangolamento” dopo essere stati catturati dalle forze russe

 

 

Dagotraduzione da Daily Mail 

 

la resa del battaglione azov 3

Il presidente francese Emmanuel Macron e il suo omologo tedesco Olaf Sholz hanno chiesto la restituzione dei 2.500 combattenti dell'Azovstal prigionieri dei russi, dopo la notizie emerse sulle terribili torture a cui sarebbero sottoposti nei campi di prigionia di Putin.

 

Gli appelli dei leader europei arrivano dopo che i soldati ucraini scambiati con i prigionieri russi sono rientrati in patria e hanno denunciato in un report il trattamento particolarmente  brutale riservato ai difensori di Mariupol.

 

I combattenti di Azov sarebbero stati picchiati, torturati con le pinze, sottoposti a pratiche di strangolamento e all’elettroschok. Ad altri soldati ucraini sarebbero state iniettate droghe per indurli a confessare presunti crimini.

 

la resa del battaglione azov 6

In particolare sarebbero stati filmati durante presunte confessioni in cui erano costretti a cantare l'inno nazionale russo e a chiedere perdono.

 

In alcuni filmati i prigionieri erano anche costretti a “confessare” di aver indottrinato la popolazione locale.

 

Intanto, mentre gli sforzidi Putin si concentrano sulla presa di Severodonetsk, dove l'Ucraina sta subendo "gravi perdite", il think tank dell'Institute for the Study of War (ISW) ha affermato che la presa della città è un'operazione militare strategicamente insignificante e non merita lo sforzo bellico sostenuto.

 

dmytro kozatsky orest

Secondo l’ISW Putin starebbe "sprecando incautamente le sue risorse militari". 

 

2 . Guerra Russia-Ucraina, per i prigionieri dell’Azovstal processo farsa stile Norimberga

 

 

Anna Zafesova per “la Stampa”  www.lastampa.it

 

Botte sulle dita e sulle ferite aperte, con il calcio del fucile. Pinze. Elettroshock. Strangolamenti.

 

«Le donne militari catturate prigioniere vengono costrette a compiere atti sessuali», denuncia asciutto il report della commissaria per i diritti umani di Kyiv Lyudmyla Denisova sui prigionieri ucraini detenuti nelle carceri di Donetsk, Taganrog e Voronezh.

 

la resa del battaglione azov il video pubblicato dai russi 5

Un accanimento particolare viene riservato ai membri del battaglione Azov, che si sono consegnati dopo due mesi e mezzo di resistenza a Mariupol. Ma anche militari di altri reparti vengono sottoposti a torture fisiche e psicologiche: molti prigionieri hanno riferito alla missione umanitaria venuta a verificare le loro condizioni che vengono stipati in venti in celle da 2-3 posti, ricevono pochissimo cibo e acqua, non hanno la possibilità di lavarsi e sono privati di assistenza medica.

 

Alcuni denunciano di essere stati sottoposti a somministrazione di farmaci psicotropici, e di essere stati costretti a recitare la poesia «Perdonateci, cari russi», a imparare l’inno russo e la storia della bandiera e dello stemma della Federazione Russa: chi si rifiutava veniva picchiato e torturato.

 

la resa del battaglione azov il video pubblicato dai russi 4

Mentre Emmanuel Macron e Olaf Scholz nelle loro telefonate al Cremlino chiedono di liberare i quasi 2500 militari ucraini finiti dai bunker di Azovstal nelle prigioni russe, a Mosca sta maturando il piano non soltanto di non scambiarli con le centinaia di soldati russi caduti prigionieri degli ucraini, ma di organizzare un processo esemplare.

 

Subito dopo la caduta di Mariupol, mentre Volodymyr Zelenzky rivelava che Putin aveva dato garanzie per l’incolumità dei combattenti, e il loro successivo scambio, molti parlamentari della Duma sono insorti per non riconsegnarli all’Ucraina, processandoli invece in Russia, addirittura di reintrodurre la pena di morte per i «criminali nazisti», come li definisce la propaganda russa.

evacuazione acciaieria azovstal 2

 

Invece di trattarli come prigionieri di guerra tutelati da accordi internazionali, la Russia avrebbe intenzione di processare i militari ucraini in un «tribunale internazionale» per una punizione esemplare, sostiene Denis Pushilin, il «presidente» della enclave separatista di Donetsk, che vorrebbe ispirarsi al processo di Kharkiv, dove nel 1943 i sovietici condannarono all’impiccaggione tre tedeschi e un ucraino.

 

E il capo della Crimea annessa Igor Aksyonov ha invocato la pena di morte, «una lezione per chi si è dimenticato Norimberga». Sarebbe un «processo politico per sostenere la narrativa sulla “denazificazione” promossa da Putin», ha dichiarato al Guardian Francine Hirsch, storica americana che ha scritto un libro sul processo di Norimberga e il ruolo dei sovietici.

 

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Un processo-spettacolo, sul modello di quelli lanciati da Stalin contro le presunte congiure «trozkiste», parte di quella ricostruzione dell’Unione Sovietica che il Cremlino sta ormai portando all’ossessione.

 

La guerra in Ucraina viene presentata da Putin come la prosecuzione diretta della Seconda guerra mondiale, con le copie della «bandiera rossa della vittoria» issata sul Reichstag affisse ai municipi del paesi ucraini occupati dai russi nel Donbass. I fake sul «governo neonazista» di Kiev da combattere come erede diretto dei seguaci di Hitler servono sia a motivare i russi, sia – almeno nell’immaginario del Cremlino – a spiazzare l’Occidente, accusandolo di «sostenere i nazisti».

 

azovstal

Un processo dove almeno qualcuno dei reduci di Mariupol venisse costretto – con i farmaci, con le torture, con il ricatto – a «confessare» davanti alle telecamere, verrebbe presentato da Mosca come una «prova» della fondatezza della sua aggressione contro l’Ucraina.

 

Curiosamente, dopo due settimane la risoluzione che proibisce lo scambio dei militari di Azov non è stata ancora messa ai voti, e fonti della Duma hanno rivelato al quotidiano Kommersant che in questo momento sarebbe «inopportuno».

 

la resa del battaglione azov 2

Lo stesso giornale cita però informatori del Cremlino che sostengono che l’idea di una «Norimberga 2.0» non sia stata affatto accantonata, e che piace molto anche al ministero degli Esteri – ormai un ente di propaganda più che di diplomazia – come qualcosa da opporre alle accuse di crimini contro l’umanità rivolte ai russi dopo le stragi di civili a Bucha e in altre città ucraine.

 

I parlamenti di sei Paesi hanno già riconosciuto la guerra lanciata dalla Russia come «genocidio del popolo ucraino», e mentre non è chiaro cosa i magistrati russi potrebbero incriminare ai militari di Azov, team di periti e legali internazionali stanno documentando le decine di migliaia di casi di bombardamenti, esecuzioni e stupri commessi in Ucraina dai russi.

 

Per ironia della sorte, a voler lanciare una Norimberga è proprio quel Cremlino che rischia di finire al tribunale internazionale all’Aja.

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