EDUCAZIONE TRANSIBERIANA - VISTO CHE LA PANDEMIA HA COSTRETTO MOLTI LAVORATORI STRANIERI A LASCIARE LA RUSSIA, PER SOPPERIRE ALLA MANCANZA DI MANODOPERA, IL SISTEMA CARCERARIO RUSSO HA AVANZATO LA PROPOSTA DI FAR LAVORARE I DETENUTI PER COMPLETARE LA FERROVIA BAJKAL-AMUR – L’ALLARME DELLE ONG: “SARÀ DI UN LAVORO FORZATO E MALPAGATO”- IL DIRETTORE DEL SERVIZIO PENITENZIARIO: “NON SARÀ UN GULAG, CI SARANNO CONDIZIONI DIGNITOSE” (SE, CIAO CORE!)
-Giuseppe Agliastro per “la Stampa”
L' epidemia di Covid ha costretto un gran numero di operai stranieri a lasciare la Russia e molti cantieri sono così rimasti a corto di personale. Per completare la costruzione della seconda linea della ferrovia Bajkal-Amur (Bam) - riportano diversi media russi e internazionali - il sistema carcerario russo ha avanzato una proposta che ha fatto storcere il naso a più di una persona: far lavorare anche i detenuti per sopperire almeno in parte alla carenza di manodopera.
Un primo passo è già stato fatto: secondo l' agenzia statale russa Ria Novosti, infatti, a giugno è stata siglata un' intesa per il lavoro dei detenuti nella costruzione di questa nuova linea della Bam nella regione orientale di Khabarovsk.
«Non sarà un gulag, ci saranno condizioni nuove, assolutamente dignitose», ha assicurato il direttore del servizio penitenziario, Aleksandr Kalashnikov, parlando dei piani di far lavorare i detenuti. Ma diversi difensori dei diritti umani hanno accolto quest' iniziativa con scetticismo, nel timore che i diritti dei detenuti possano essere calpestati. «Se ciò accadrà, non ho dubbi che si tratterà di un lavoro forzato e malpagato», dice a Bloomberg Svetlana Gannushkina, tra i fondatori di Memorial.
La Bam è una sorta di «seconda Transiberiana» e corre per oltre 4.000 chilometri nelle regioni centrali e orientali della Russia collegando la Siberia alle sponde del Mar del Giappone. La sua realizzazione però fa parte di una delle pagine più buie della storia: ai tempi di Stalin, per questo mastodontico progetto furono infatti impiegati centinaia di migliaia di prigionieri dei gulag, costretti a lavorare in condizioni terribili tra fame, freddo e stenti. Si stima che nel secolo scorso decine di migliaia di persone siano morte durante la costruzione di questa strada ferrata.
«Il gulag è innanzitutto disumanità e totalità e adesso questi due aspetti non ci sono. Io non farei paragoni col gulag, però possiamo parlare di tendenze», spiega a «La Stampa» l' attivista di Memorial Sergey Krivenko. «Quello che ci preoccupa di più è che invece di cancellare i lavori sotto costrizione sostituendoli col lavoro volontario si allarghi il coinvolgimento dei detenuti che possono essere impegnati in lavori pesanti. Formalmente - afferma Krivenko - le autorità possono anche presentare dichiarazioni in cui i detenuti dicono che vanno a lavorare alla linea ferroviaria di loro spontanea volontà, ma noi non sappiamo come sono state ottenute queste dichiarazioni e se c' è stata una costrizione, perché si tratta di un sistema chiuso».
Secondo la legge russa, i detenuti possono lavorare volontariamente sia dentro il carcere sia fuori in cambio di un salario e solitamente della promessa di uno sconto di pena. Producono oggetti vari, dalle uniformi a sedie e sgabelli. Ufficialmente, nessuno di loro può essere costretto a lavorare, a meno che non sia stato condannato a lavori socialmente utili. «Ma se una persona libera guadagna 400 euro al mese per un lavoro, un detenuto facendo lo stesso lavoro ne percepisce 70 - sottolinea Krivenko -, perché dal salario vengono detratte le spese per il suo mantenimento e altro».
Inoltre, nelle carceri russe i diritti dei detenuti non sono sempre rispettati e negli anni sono emersi diversi casi di violenze e soprusi.
Una dura condanna all' idea di far lavorare i detenuti nella costruzione della Bam arriva anche da Lev Ponomaryov, a capo dell' Ong "In difesa dei diritti dei detenuti": interpellato da Radio Liberty, l' attivista ha definito il piano «una totale stupidità» il cui «obiettivo finale è quello di far denaro».
Le autorità russe in ogni caso sembrano decise ad andare avanti e nei prossimi anni anche i militari dovrebbero essere impegnati nei lavori della Bam.