EMIRI CONTRO – OGNI GIORNO CHE PASSA, PRENDE SEMPRE PIÙ CORPO L’IPOTESI CHE DIETRO AL QATARGATE CI SIA LA MANONA DEGLI EMIRATI ARABI UNITI. UN'IPOTESI ORMAI VENTILATA APERTAMENTE DA DOHA - A FORNIRE LA “SOFFIATA” AL BELGIO SAREBBE STATO TAHNOUN BIN ZAYED MOHAMMED AL NAHYAN, FRATELLO DEL PRESIDENTE EMIRATINO, MOHAMED BIN ZAYED – TAHNOUN, CONSIGLIERE PER LA SICUREZZA NAZIONALE, È IL CAPO DEI SERVIZI EMIRATINI, E RECENTEMENTE SI È PARLATO DI LUI PER UNA TENTATA OPERAZIONE IN ISRAELE: VOLEVA COMPRARE IL COLOSSO ASSICURATIVO "PHOENIX GROUP", MA…

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1. DAGONEWS

Mohamed bin Zayed

Emiri contro. Ogni giorno che passa, si rinforzano sempre di più le voci che sostengono che dietro al Qatargate ci sia la manona degli Emirati Arabi Uniti, nemici storici di Doha nel Golfo Persico. Un'ipotesi ventilata ormai apertamente dai qatarini (vedi articolo di Enrico Currò su "Repubblica").

 

Il presidente emiratino, Mohamed bin Zayed bin Sultan Al Nahyan, avrebbe lasciato campo libero a suo fratello, Tahnoun bin Zayed Mohammed Al Nahyan, consigliere della sicurezza nazionale dello stato arabo.

 

Sarebbe stato proprio Tahnoun, capo de facto dei servizi segreti di Abu Dhabi, a spifferare tutto al Belgio, innescando la valanga che sta travolgendo il Parlamento europeo.

 

banconote sequestrate a pier antonio panzeri e eva kaili

 

 

 

Recentemente, Tahnoun bin Mohammed è salito alle cronache per una tentata operazione in Israele.

 

Gli Emirati Arabi Uniti, tramite la holding Abu Dhabi ADQ Developmental, guidata proprio dal fratello del presidente, hanno tentato infatti di comprare una quota significativa della prima compagnia assicurativa dello stato ebraico, il gruppo “Phoenix”, che controlla la quota più importante di fondi pensioni di Gerusalemme.

 

Tahnoun, che aveva carta bianca da parte del fratello, ha provato a portare a casa l’operazione, ricevendo come risposta un no secco da parte del governo israeliano.

 

phoenix group israele

Lui ha provato a giocarsi la carta degli accordi di Abramo, l’intesa siglata tra Israele e Emirati Arabi per la normalizzazione dei rapporti diplomatici, ma niente.

 

I rapporti economici tra i due stati, come ricordava due giorni fa il “Jerusalem Post”, hanno avuto una svolta impressionante dalla firma di quegli accordi: a maggio è stato siglato un patto di libero commercio, e il volume degli scambi ha raggiunto i 2,5 miliardi di dollari. Quindi perché gli israeliani hanno sbattuto la porta in faccia agli emiri? Come ricorda il quotidiano, di orientamento di centro-destra, c’è un ma.

tahnoun bin zayed al nahyan incontra l emiro del qatar tamim bin hamad al thani

 

“In primo luogo, alcuni funzionari degli Emirati Arabi Uniti hanno lamentato una burocrazia farraginosa che rende difficile per gli emiratini fare affari qui.

 

In secondo luogo, alcuni israeliani affermano che una cosa è se le aziende private degli Emirati Arabi Uniti investono nell'hi-tech e nelle imprese israeliane, ma Israele vuole davvero vendere una quota di controllo di importanti istituzioni finanziarie a società statali di Paesi con cui non aveva relazioni diplomatiche solo tre anni fa?

 

Benjamin Netanyahu Mohamed bin Zayed

Vuole davvero che un Paese arabo del Golfo sia il custode del suo più grande fondo pensionistico, e che abbia accesso alle informazioni sensibili di centinaia e migliaia di suoi cittadini, che sono legate al controllo di tali fondi?

 

Cosa accadrebbe se le relazioni con gli Emirati Arabi Uniti si inasprissero improvvisamente per un motivo o per l'altro? Dopo tutto, siamo in Medio Oriente e sono successe cose più strane”.

 

tahnoun bin zayed al nahyan mohamed bin zayed al nahyan

Tahnoun bin Zayed non avrebbe accettato il no, e starebbe spingendo per chiudere comunque l’operazione, rendendola la prima grana da sbrogliare per il nascente governo di Benjamin Netanyahu: “Si tratta di una questione diplomatica - scrive ancora il "Jerusalem Post" -. Quale messaggio invierà Israele agli Emirati Arabi Uniti se gli organi normativi israeliani respingeranno l'accordo, dicendo essenzialmente all'alleato dell'Accordo di Abramo che Israele è interessato ai suoi investimenti, ma non in tutti i settori?

 

eva kaili con il ministro del lavoro del qatar

A rendere ancora più complicato un simile rifiuto è il fatto che Tahnoun bin Mohammed Al Nahyan, fratello del leader emiratino Mohammed bin Zayed Al Nahyan, è a capo della holding emiratina che vuole acquistare la partecipazione in Phoenix”.

 

Insomma, gli israeliani hanno molti dubbi sull’operazione, ma Tahnoun se ne sta altamente sbattendo, e lo stato ebraico si trova di fronte a un bel dilemma tra stato di necessità (i soldi) e opportunità (la sicurezza nazionale). Conclude il "Jerusalem Post": “Se vendere o meno un asset finanziario strategico come Phoenix agli Emirati Arabi Uniti è una decisione che Israele deve prendere da solo. Non sarà una decisione facile, poiché da un lato il Paese vuole mantenere le sue istituzioni finanziarie critiche in mani nazionali. Dall'altro, però, vuole approfondire e ampliare i legami con gli Emirati Arabi Uniti in tutte le sfere: sicurezza, intelligence ed economia”.

 

2. QATARGATE, GLI EMIRI PROVANO IL CONTROPIEDE: “L’UE DIMOSTRI CHE I CORRUTTORI SIAMO NOI

Estratto dell’articolo di Enrico Currò per “la Repubblica”

 

Il re Arabia saudita con emiro Qatar

Il luogo dell'incontro è evocativo: l'hotel che ha ospitato una tra le squadre protagoniste del Mondiale di calcio appena concluso, causa primaria del Qatargate. L'interlocutore è un esponente di spicco del Paese del Golfo. È molto vicino alla famiglia reale e al governo. E proprio per illustrarne la posizione sulla vicenda, ha accettato di parlare con Repubblica.

 

Partendo da una puntualizzazione: se dall'inchiesta belga sulle mazzette agli europarlamentari, per ammorbidirli sulla discussa immagine internazionale del Qatar, emergesse il coinvolgimento di un cittadino qatarino, il governo di Doha sarebbe pronto a punirlo, quale che fosse il suo status: «Lo faremmo sicuramente. Nel recente passato, non abbiamo esitato ad arrestare il ministro delle Finanze. Non abbiamo alcun problema, siamo molti limpidi. Ma devono darci una sola prova, devono portarla in tribunale. E noi le prove non le vediamo». Al momento, dunque, è impossibile ipotizzare una collaborazione con la magistratura belga.

 

IL RE DELL ARABIA SAUDITA CON TAMIM AL THANI EMIRO DEL QATAR

Quanto all'eventuale taglio delle forniture di gas all'Europa come conseguenza delle misure del Parlamento europeo contro il Qatar, adombrato domenica scorsa da una fonte diplomatica di Doha, il sottile distinguo è di natura economica: «Per il gas il nostro mercato è prevalentemente asiatico, con contratti lunghi: 27 anni la Cina, 15 l'India e il Giappone, ad esempio. Non abbiamo intenzione di fermare alcuna fornitura, non l'abbiamo fatto nemmeno con gli Emirati, malgrado il blocco contro di noi nel 2017, perché rispettiamo i nostri contratti. Il problema dell'Europa è che li vuole brevi, di 1 o 2 anni. Ma dovremmo abbandonare qualche cliente asiatico e a queste condizioni non esiste possibilità».  […]

 

Il guaio è diventato appunto il Qatargate, mentre trapelano le voci su un'indagine della magistratura qatarina per verificare se, nel giro d'affari da 200 miliardi di dollari per la costruzione delle infrastrutture del Mondiale, ci siano stati episodi di malversazione e di truffa ai danni dello Stato. «Non ne sappiamo nulla, ma nel caso non faremmo sconti a nessuno: siamo cristallini». […]

 

banconote sequestrate a panzeri e eva kaili 2

Tuttavia l'inchiesta della magistratura belga è un nervo scoperto. L'irritazione del governo per il danno d'immagine internazionale emerge sui media locali, che per la prima volta, su Doha news, ne hanno parlato ieri, rilanciando le accuse all'Ue di muoversi secondo "pregiudizi precostituiti" (il Marocco, coinvolto nelle carte di Bruxelles, non è stato citato dall'Ue).

 

Il Qatar si sente vittima dal 2017 di un attacco mediatico orchestrato da Abu Dhabi, con documenti falsi e fake news. La tesi fa breccia tra i tavolini dei caffè di lusso nel porticciolo di The Pearl («è tutta una montatura occidentale», si irrita Sara, imprenditrice qatarina, «qui le donne sono tutt' altro che discriminate ») [...]

 

A cinque minuti d'auto dal grattacielo del ministero del Lavoro, dove il ministro Ali Bin Samikh Al Barri incontrò il 31 ottobre scorso Eva Kaili, la vicepresidente del Parlamento europeo arrestata il 10 dicembre, l'interlocutore di Repubblica rassicura se stesso: «Tre cose contano per un qatarino: famiglia, rapporti con gli altri popoli, reputazione del nostro Paese. I soldi vengono assolutamente dopo».

Mohamed bin Zayed Al Nahyan Vladimir Putin
emiro hamad al thani
eva kaili
infantino al thani messi
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