ESSERE FIGLIO DEL PRESIDENTE DEL SENATO HA I SUOI VANTAGGI – I CELLULARI DI LEONARDO APACHE LA RUSSA, ACCUSATO DI STUPRO DA UN'AMICA, SARANNO ANALIZZATI SOLO PARZIALMENTE: LA CHAT DI FAMIGLIA RIENTRA NELL’IMMUNITÀ PARLAMENTARE, PERCHÉ NEL GRUPPO È PRESENTE ANCHE IL PAPA’. LO STESSO VALE PER I MESSAGGI CON PARLAMENTARI E ASSISTENTI DEL PADRE - LA PROCURA DI MILANO STA ANALIZZANDO I DUE DISPOSITIVI MA NON LA SIM PERCHÈ RICONDUCIBILE ALLO STUDIO LEGALE DI 'GNAZIO
-Estratto dell’articolo di Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”
Parlamentari sì, assistenti e collaboratori e segretaria del parlamentare sì, e anche le comunicazioni con la famiglia vengono fatte rientrare nell’immunità parlamentare a patto non sia famiglia troppo «allargata», altrimenti una prerogativa pensata dalla Costituzione per tutelare l’attività d’assemblea di un parlamentare sconfinerebbe nella zona franca di un troppo grande numero di persone collegate.
Conseguenza: sui due telefoni del 21enne Leonardo Apache La Russa non viene fatto alcun esame giudiziario della chat di famiglia, appunto perché tra i membri della chat condivisa figura anche il papà-parlamentare presidente del Senato, Ignazio La Russa; e invece nessun limite è posto all’acquisizione degli altri messaggi (diversi da quelli nella chat condivisa da La Russa senior) tra Leonardo e suoi congiunti, come i fratelli o la mamma o altri parenti, perché ciò che conta (alla luce dei dettami di Corte Costituzionale e Cassazione) è «il focus investigativo», che in questo caso non ha alcun nesso con attività parlamentari.
È questa la posizione assunta dalla Procura di Milano nella procedura in due tappe (prima giorni fa alla Squadra mobile, e poi infine ieri) per la selezione delle parole-chiave con le quali procedere la prossima settimana all’esame di due telefoni del figlio di La Russa: passaggio importante nell’inchiesta della pm Rosaria Stagnaro sulla ipotesi di violenza sessuale denunciata ai pm a fine giugno da una 22enne ex compagna di scuola di Leonardo, la quale afferma di essersi risvegliata nuda nel letto del ragazzo nella casa milanese della seconda carica dello Stato la notte fra il 18 e il 19 maggio scorsi, senza quasi nulla ricordare della notte in cui aveva assunto droga, alcol e medicine.
Sotto esame sono i due telefoni intesi come apparecchi utilizzati da La Russa jr., non la scheda sim pure consegnata dalla difesa ma non utilizzata dai pm perché riconducibile allo studio legale del presidente del Senato e dunque tutelata dalle medesime guarentigie.
Ieri si sono definiti i criteri in un confronto al quale, oltre agli inquirenti, hanno partecipato i difensori di Leonardo La Russa (Adriano Bazzoni) e del 24enne coindagato amico dj Tommy Gilardoni (Angelo Giuliani per il professor Alessio Lanzi), ma non l’avvocato della ragazza, Stefano Benvenuto. […]