FA SCALPORE IN AMERICA IL CASO DELLA CANTANTE KESHA CHE ACCUSA IL SUO PRODUTTORE DR. LUKE DI STUPRO E ABUSI, AVVENUTI DURANTE QUESTI DIECI ANNI LAVORO– LA SUA CARRIERA È FINITA: LA CORTE SUPREMA DI MANHATTAN HA NEGATO A KESHA LA POSSIBILITÀ DI SCIOGLIERE IL CONTRATTO CHE LA LEGA PER BEN SEI ALBUM ALLA SONY E AL PRODUTTORE

Su internet si è gridato subito allo scandalo, così le celebrità chiedono giustizia per le donne molestate sessualmente nell’industria discografica, dove sessismo e misoginia sono rampanti. Se Kesha ora si rifiuta di lavorare, la sua carriera è finita. Se continua, dovrà farlo con l’uomo che ha portato in tribunale....

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Venerdì scorso la Corte Suprema di Manhattan ha negato a Kesha la possibilità di sciogliere il contratto che la lega per ben sei album alla Sony e al produttore Dr. Luke, ovvero l’uomo che Kesha accusa di stupro e abusi, avvenuti durante questi dieci anni lavoro.

 

kesha piange in tribunale kesha piange in tribunale

Kesha, nata a Nashville, arrivò a Los Angeles che era una adolescente e subito fu affidata al suo mentore. Secondo la denuncia, Dr. Luke cominciò subito a tormentarla psicologicamente, ad esempio chiamandola “una cicciona, un fottuto frigorifero”, insulti che le causarono disordini alimentari e infatti la ragazzina finì in un centro di riabilitazione. Kesha sostiene anche che Dr. Luke la costringeva a bere e ad assumere droghe, e che una notte, passata a bere a casa di Paris Hilton, lui le diede delle pillole per smaltire la sbornia. Invece di riprendersi, la cantante perse i sensi e si risvegliò un paio di giorni dopo, nuda e dolorante, nel letto di Luke. Non era più vergine.

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La confusa ragazzina cominciò a frequentare il produttore, dal quale fu più volte abusata, fisicamente e mentalmente. Il giudice, studiato il suo caso, le ha però negato la libertà degli obblighi contrattuali, in quanto richiesta irragionevole e accusa non supportata da prove sufficienti. Il contratto è una negoziazione firmata da entrambe le parti e il produttore ha investito parecchi soldi nella carriera di Kesha, quindi non si può rescindere.

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Su internet si è gridato subito allo scandalo, così le celebrità chiedono giustizia per le donne molestate sessualmente nell’industria discografica, dove sessismo e misoginia sono rampanti. Se Kesha ora si rifiuta di lavorare, la sua carriera è finita. Se continua, dovrà farlo con l’uomo che ha portato in tribunale.

 

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Perciò è partita la campagna #FreeKesha, è arrivato il sostegno di Lady Gaga, Demi Lovato, Ariana Grande, Lorde, Fiona Apple. Taylor Swift le ha dato 250.000 dollari per continuare la battaglia legale. Nell’industria discografica il problema di molestie sessuali è sistematico, ma taciuto, perché denunciare equivale ad essere isolate, dimenticate.

 

 

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