FACCIAMO LE COSE SUL SIERO – L’IMPRENDITORE DI PESARO MASSIMO CECCHINI HA ACQUISTATO TEST SIEROLOGICI PER CONTROLLARE LE CONDIZIONI DI SALUTE DI TUTTI I SUOI DIPENDENTI: “SOLO COSÌ LA NOSTRA ECONOMIA POTRÀ RIPARTIRE” – I RISULTATI: SU 48 TESTATI, TUTTI ASINTOMATICI, 12 SONO RISULTATI POSITIVI (IL 25%). CECCHINI AVEVA ORDINATO 300 TEST MA NE SONO ARRIVATI SOLO 60, PERCHÉ IL GOVERNO…
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Da www.leggo.it
A Pesaro, una delle province italiane più colpite dal coronavirus, un imprenditore ha deciso di acquistare test sierologici per controllare le condizioni di salute di tutti i suoi dipendenti. Si tratta di Massimo Cecchini, ad di Str Automotive, che ha spiegato: «Solo gestendo il virus e facendo i test sierologici a tutti i dipendenti, la nostra economia potrà ripartire».
L'iniziativa di Massimo Cecchini è raccontata da Il Resto del Carlino: il manager, che gestisce un'azienda che produce componenti per auto in poliuretano, ha acquistato dalla Cina 300 kit di screening, per un costo totale di 18mila euro. «L'ho fatto e lo rifarei, cercando di dare il buon esempio ad altri imprenditori locali, perché è chiaro come le non competenze di questo esecutivo e l’incapacità di usare la logica più elementare, costringano noi imprenditori a fare tutto da soli» - ha spiegato il manager e imprenditore - «Siamo di fronte ad una crisi sanitaria che sta scatenando a sua volta una crisi economia: 18mila euro sono un investimento basso se pensiamo alla salute delle persone e a tutte le attività economiche a loro legate. Di quei 300 test, tuttavia, qui ne sono arrivati solo 60, in due diverse spedizioni. Il Governo ha bloccato la distribuzione in partenza, tramite gli importatori di riferimento: una scelta scellerata».
Massimo Cecchini ha anche spiegato il proprio punto di vista: «Dobbiamo prepararci alla ripartenza e per questo ha contattato un laboratorio di Pesaro che esegue test per la verifica quantitativa di anticorpi IGm e IGg, quelli più efficaci e utili secondo la comunità scientifica. Venerdì 3 aprile, su un primo campione di 48 persone, eterogeneo per età e sesso, abbiamo avuto i risultati in due ore: su 48 persone, tutte asintomatiche e in perfetta salute, 12 (l 25%) sono risultate positive. Di queste 12 persone, otto avevano alti valori di infettività e solo quattro erano immunizzati e non infettivi. Quelle otto persone, che non hanno avuto neanche un leggero raffreddore nelle ultime settimane, avrebbero potuto infettare altri tornando al lavoro; per questo abbiamo deciso di non farli rientrare. Solo gli immunizzati, previa indicazione del nostro medico del lavoro, potranno tornare regolarmente».
Il campione dei dipendenti della Str Automotive potrebbe essere un esempio abbastanza rappresentativo per tutta la popolazione. Massimo Cecchini 'snocciola' anche altri dati, da non sottovalutare: «Abbiamo 300 dipendenti, la proiezione di questo primo campione rivela che tra i 50 e i 75 dipendenti potrebbero essere contagiati e infettivi, senza neanche saperlo. Se applicassimo questa percentuale alla popolazione di Pesaro, che ha 100mila abitanti, possiamo ipotizzare 25mila contagiati asintomatici, che in casa possono infettare i parenti, con incubazioni da sette a 21 giorni e con possibilità di contagio fino ai successivi 37 giorni. La strategia del Governo implica tempi troppo lunghi per le imprese, per limitare i contagi e ripartire in ogni ambito economico sarebbe meglio effettuare i test a tutti».