FATTURE INESISTENTI, RESORT E RISTORANTI DI LUSSO, VESTITI GRIFFATI: LA RETE DI SOCIETÀ SATELLITE CHE PERMETTEVA A LADY SOUMAHORO DI FARE LA BELLA VITA – NEL 2015 È STATA COSTITUITA A LATINA LA “MUKRA ONLUS”, A CUI SAREBBERO COLLEGATE “OPERAZIONI DISTRATTIVE” PER OLTRE 1 MILIONE DI EURO. LA “JAMBO AFRICA”, SECONDO IL COMMISSARIO LIQUIDATORE, ERA STATA CREATA “AL SOLO SCOPO DI PERMETTERE L’EVASIONE DELLE IMPOSTE NONCHÉ RICICLO DI DENARO”
-Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori e Paolo Gianlorenzo per “La Verità”
La dolce vita della matrona ruandese Marie Thérèse Mukamitsindo, già presidente della ormai famigerata cooperativa Karibu, e del suo parentado (compreso il genero-deputato Abubakar Soumahoro) era garantita dai fondi per l’accoglienza.
Ma per poter godere di ristoranti stellati e resort di lusso, di vestiti griffati e gioielli, la signora e i suoi figli hanno dovuto costituire un reticolo di società e associazioni in grado di drenare denari apparentemente per finalità in linea con le erogazioni e fungere da bancomat per i capricci della schiatta originaria dell’Africa nera.
Nella sua relazione, il commissario liquidatore della coop Francesco Cappello elenca queste organizzazioni satellite, una in Belgio e tre in Italia, che hanno permesso tutto questo.
Particolarmente interessante è il ruolo dell’associazione Mukra onlus (senza fini di lucro), costituita a Latina il 21 aprile 2015 […]. La ragione sociale era questa: «La tutela dei diritti civili ed accoglienza delle persone in stato di bisogno, con particolare attenzione agli stranieri, richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione internazionale o permesso umanitario». Anche questa realtà sarebbe servita come bancomat per la Mukamitsindo e i suoi figli per distrarre buona parte dei contributi pubblici.
Cappello collega alla Mukra «operazioni distrattive» per 1.041.034,37 euro, ovvero l’importo dei pagamenti effettuati dalla Karibu in suo favore.
Tra i soci fondatori figura un ex sindacalista della Cisl e presidente provinciale dell’Inail di Latina, F. F., scomparso a 61 anni nel 2019. Di lì a poco l’associazione avrebbe chiuso i battenti. Hanno partecipato alla costituzione della onlus anche due dipendenti della Karibu, S. R. e S. D., e uno degli attuali indagati nelle inchieste della Procura di Latina sulla cooperativa fallita, Michel Rukundo, ultimogenito della suocera di Soumahoro.
Secondo il commissario liquidatore l’associazione era stata creata per consentire di occultare fondi che poi la famiglia avrebbe usato nei modi più disparati. Intanto il personale a libro paga della Karibu effettuava attività di prima accoglienza negli Sprar magari anche a nome della Mukra. […] Karibu avrebbe versato alla Mukra […] in poco più di tre anni oltre un milione di euro attraverso bonifici bancari.
Nel frattempo, tra il 2015 e il 2018, la Karibu registrava le fatture emesse dall’associazione, per un importo totale di quasi 1,5 milioni di euro. Il commissario ha commentato: «Dai prospetti si evince che la associazione Mukra emetteva (sostanzialmente) fatture solo in favore della Karibu […] che venivano da quest’ultima registrate tutte a fine anno». Di fronte a questo dato Cappello alza la palla alla Procura: «Si lascia dunque all’Autorità giudiziaria ogni valutazione in merito a tali fatture».
[…] La situazione della Jambo Africa, fondata nel 2007 e, per anni, presieduta da Christine Kabukoma, è persino più sconcertante: «Dalle verifiche effettuate dalla Polizia giudiziaria, e emerso che la Jambo Africa e un’associazione apparentemente creata “al solo scopo di permettere l’evasione delle imposte a terzi (nello specifico alla coop Karibu) nonché, riciclo di denaro, mediante fatturazione e riscossione di servizi non effettuati. La suddetta associazione presenta caratteristiche tipiche di soggetti economici inesistenti”» annota Cappello.
I dipendenti dell’associazione, tra il 2016 e il 2018, sono stati circa 20. Risultavano assunti Richard Mutangana (figlio della Mukamitsindo), V. G. (anche dipendente della Karibu, ex moglie/compagna di Mutangana), Alina Mutesi (altra figlia della Mukamitsindo, nonché presidente del cda del Consorzio Aid), G. P. e M. T. (entrambe già dipendenti della Karibu).
La Karibu, tra il 2012 e il 2019, ha inviato alla Jambo 2,785 milioni di euro in bonifici. «Tali pagamenti sono avvenuti» continua il commissario, «a seguito della presentazione di fatture emesse per operazioni inesistenti o comunque per le quali il sottoscritto non ha rinvenuto alcuna utilità in favore della cooperativa. Non solo […] con una specifica finalità evasiva, ma - ad avviso del sottoscritto - anche per giustificare in sede di rendicontazione la richiesta di finanziamenti alla direzione centrale del “sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati”» è la conclusione del commissario.
Il quale ha riportato anche le dichiarazioni di un consulente del lavoro, A. Q., il quale l’11 febbraio 2014 ha scritto questa sconcertante mail: «Da quel momento (cioè dalla fondazione, ndr) l’associazione non ha più fatto nulla a livello amministrativo, non c’è contabilità, bilanci e verbali di assemblee. […]».
Vale la pena di ricordare che con questo pedigree da associazione fantasma, nel 2012, la Jambo ricevette bonifici per 200.000 euro e per 280.000 nel 2013. L’ultima «creatura» italiana della famiglia è il Consorzio Aid. E anche qui sono stati dirottati molti denari, per l’esattezza 885.000 euro.
Cappello ricorda che, in ordine ad alcune fatture emesse negli anni 2017-2018, sono stati già contestati reati fiscali, come l’utilizzo e l’emissione di fatture per prestazioni inesistenti per l’evasione delle tasse. All’estero la presunta «scatola vuota» più utilizzata è stata, invece, la Karibu Belgique, un’associazione senza scopo di lucro di Bruxelles, dichiarata fallita nel 2019, proprio l’anno in cui ha passato il testimone alla Karibuni.
A fondare la Karibu Belgique sono stati Liliane Murekatete, compagna di Soumahoro, la madre Maria Thérèse, il fratello Michel, l’ex fidanzata di quest’ultimo, un commercialista di origini africane e un cittadino napoletano che, a quanto risulta alla Verità, farebbe l’operaio in Campania. Nell’elenco dei fondi distratti dalle casse della Karibu di Latina figurano 74.560 euro destinati alla gemella belga, a cui bisogna aggiungere pagamenti per 7.000 euro sempre ricollegabili all’associazione belga. Di questi soldi, 35.000 euro erano destinati a una consulenza a Liliane e circa 7.000 euro per un «convegno europeo».