LA FAVOLA DELLA “CROSTA” CHE SI RIVELA UN CAPOLAVORO OGNI TANTO SI AVVERA – UN LAMPADARIO IN BRONZO COMPRATO DA UN RIGATTIERE DI LONDRA SI È RIVELATO ESSERE UNA SCULTURA DI ALBERTO GIACOMETTI, POI BATTUTA ALL'ASTA PER 3,4 MILIONI DI EURO – ANTONIO RIELLO: “MORALE DELLA STORIA: CONTINUIAMO A CREDERE ALLE FAVOLE, MA L'ESPERTO D'ARTE COMUNQUE CI SERVIRÀ. CONVIENE SEMPRE RISCHIARE CON LA ‘CROSTA’ (LA CORNICE POI SI PUÒ FACILMENTE RICICLARE)

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Antonio Riello per Dagospia

 

Alberto Giacometti e Erhard Wehrmann alla Biennale di Venezia del 1962

Il Mercato dell'Arte, è una strano mostro, decisamente spietato e imprevedibilmente capriccioso. Capace di creare repentinamente fulgidi destini oppure, con la stessa feroce rapidità, far sparire nel nulla solide carriere. Viene quasi da pensare a quei satrapi Orientali descritti nei racconti delle Mille e Una Notte.

 

Autocrati non privi, talvolta, di una loro straordinaria prodigalità. Insomma lo schema è quello di una misteriosa "scatola magica" capace di togliere valore a cose ritenute preziosissime oppure di trasformare vecchie cianfrusaglie in tesori. Ovviamente, anche nei casi più fortunati, una certa scia di procedure burocratiche è inevitabile (autentiche, pareri di periti, conferme da varie).

 

Il racconto della "crosta" comperata da un rigattiere anonimo per due lire che ad un certo punto, sempre per puro caso,  viene ri-conosciuta  da qualche storico dell'Arte come un capolavoro perduto di Toulouse-Lautrec (o di qualche altro maestro) è un classico dell'immaginario collettivo. 

 

ALBERTO GIACOMETTI TRA LE SUE SCULTURE

C'è tutta la potenza narrativa del caso fortuito che assiste il tizio comune, ingenuo e anche magari un po' sfigato. La Dea Bendata amministra una specie di giustizia sociale, può cambiare in meglio la qualità di vita del povero, ma intraprendente, acquirente. E soprattutto testimonia che a intuire l'esistenza del capolavoro è stato uno di noi, un "non-esperto". 

 

Gli specialisti alla fine non contano granché, è la gente comune con la propria intuizione che detiene la conoscenza, quella vera. Una suggestiva tesi che in questi ultimi anni ha avuto molta popolarità. In realtà quasi sempre la crosta rimane tale e la cornice (quando c'è) in genere risulta l'unica parte che può valere qualcosa.

 

il lampadario di alberto giacometti battuto all'asta per 3 milioni di sterline

Ogni tanto però la magia accade per davvero. Nel 2020 si parlò del ritrovamento di un dipinto di Van Gogh (del valore stimato sui 15 Milioni di Euro) pagato originariamente 4 (sì quattro) Sterline nel 1967 ad una fiera agricola rurale. Eccoci oggi invece alla storia di un recentissimo miracolo che sarebbe probabilmente piaciuto anche a Jorge Luis Borges. 

 

Un lampadario in bronzo dorato comperato alla fine degli anni '60 in un Charity Shop (una forma elegante per definire i rigattieri a Londra) da un artista, John Craxton, per 250 Sterline (più o meno l'equivalente di 6.000 sterline di oggi) si è rivelato essere una scultura unica ed autentica di Alberto Giacometti (1901-1966) il celebre scultore Svizzero nato in Val Bregaglia. Battuto all'asta il 28 Febbraio da Christie's ha fatto la bellezza di duemilioninovecentoventiduemila (2.922.000) Sterline.

 

il lampadario di alberto giacometti battuto all'asta per 3 milioni di sterline

Le sculture di Alberto Giacometti, anche quelle meno importanti, sono particolarmente richieste in tutto il Mondo. Le pochissime opere che oramai si possono trovare sulle grandi Aste internazionali raggiungono sempre cifre importantissime. Una sua scultura nel 2020 da Sotheby's è stata valutata sui 90.000.000 di Dollari. Diciamo tranquillamente che: "chi possiede un Giacometti possiede un tesoro".

 

La storia dell'ex "candelabro" (oggi costosa opera d'Arte) è interessante. Alberto Giacometti non faceva grande differenza tra la sua produzione di designer e quella artistica. Aveva un approccio abbastanza ecumenico e senza pregiudizi. Va aggiunto comunque che mobili/sculture nel frattempo venivano disegnati anche dal fratello Diego Giacometti (i due fratelli collaboravano in qualche misura, ma le opere di Diego sono assai meno quotate). 

 

ANTONIO RIELLO TO BE OR NOT TO BE

Questo qui è del fratello "giusto". Nel 1940 Alberto riceve (direttamente dall'editore Peter Watson) una commissione per un lampadario-scultura destinato alla sede della rivista letteraria londinese Horizon. Decide di accettare la commissione. Nel 1950 però Horizon chiude i battenti e il nostro lampadario finisce in un charity di Marylebone High Street senza una specifica paternità. Solo un anonimo residuo di una delle tante chiusure fallimentari. 

 

Craxton appunto passa per di là e lo compera. Saranno gli eredi di questo artista che nel 2015 iniziano a chiedersi se l'oggetto potesse avere una qualche parentela con opere simili realizzate appunto da Alberto Giacometti. Dopo un lungo percorso che ha coinvolto ovviamente anche la Fondazione Giacometti (che ha sede a Parigi) si arriva alla certezza che si tratta di un'opera del grande Alberto. Se ritornasse in asta fra una settimana molto probabilmente porterebbe a casa anche di più di quello che ha appena fatto.

 

Morale:

sculture di alberto giacometti

1) Continuiamo a credere alle favole che ci piacciono e ci fanno star bene. Ma l'esperto comunque ci servirà, non buttiamolo mai via.

 

2) Quando qualcosa ci attira dal rigattiere, non ripetiamo il solito: "ci penso, magari ritorno domani". Comperiamolo e basta. Seguiamo l'istinto.

 

3) Acquistare un qualsiasi biglietto della lotteria, in stretti termini di probabilità matematica, è al 100% potenzialmente meno redditizio. Conviene sempre rischiare con la "crosta" (la cornice inoltre si può facilmente riciclare).

Il naso di Giacometti
diego giacometti 03
alberto giacometti 03 (2)
giacometti studio whitechapel
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Diego Alberto Giacometti
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