FERMI TUTTI: LE TESTIMONIANZE DELLE OLGETTINE AL PROCESSO RUBY TER SONO INUTILIZZABILI - I GIUDICI DELLA SETTIMA SEZIONE PENALE DEL TRIBUNALE DI MILANO HANNO ACCOLTO L’ECCEZIONE PRESENTATA NEL 2019 DAL LEGALE DI BERLUSCONI. I VERBALI DELLE DICHIARAZIONI DELLE 18 RAGAZZE, TRA CUI LA STESSA RUBY, NON POTEVANO ESSERE USATI, PERCHÉ AVREBBERO DOVUTO ESSERE SENTITE COME INDAGATE, NON COME TESTIMONI…
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Giuseppe Guastella per il "Corriere della Sera"
Bisogna attendere la sentenza per capire se e come avrà influito sul processo Ruby ter, ma di certo la decisione di ieri del Tribunale di Milano di considerare inutilizzabili le testimonianze rese da 18 delle giovani ospiti alle cene e ai dopocena di Silvio Berlusconi ad Arcore ai tempi del Bunga Bunga apre una crepa in un processo che da tre anni faticosamente si trascina avanti.
I giudici della settima sezione penale, presidente Marco Tremolada, hanno accolto l'eccezione con cui nel lontano 14 gennaio 2019 il difensore dell'ex premier, l'avvocato Federico Cecconi, sostenne che le testimonianze a partire dalla primavera del 2012 nei processi Ruby uno (a Berlusconi, assolto) e Ruby due a Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti (condannati) di quelle che oggi sono tra i 22 imputati non potevano essere utilizzate in questo processo Ruby ter in quanto le stesse 18 donne, tra cui Karima «Ruby» El Mahroug, avrebbero dovuto essere tutte sentite come indagate, quindi assistite da un avvocato, e non come testimoni.
Questo perché, quando furono inserite dalle difese nelle liste di coloro che avrebbero testimoniato davanti ai giudici di quei due processi, la Procura sapeva già che venivano regolarmente pagate da Silvio Berlusconi con un assegno di 2.500 euro al mense e con altre somme aggiuntive, anche molto consistenti. Ciò configurava il reato di corruzione in atti giudiziari a carico di Berlusconi, come corruttore, e delle testi, come corrotte, che poi è l'accusa principale del processo Ruby ter.
La quale, secondo un'interpretazione diffusa, rimarrebbe comunque in piedi perché per ipotizzarla è sufficiente che il teste accetti l'accordo corruttivo a prescindere da che fine facciano poi le sue dichiarazioni nel processo. Si tratta, scrivono i giudici, di una «violazione delle garanzie di legge poste a presidio del divieto di auto incriminazione» che potrebbe portare all'assoluzione delle 18 imputate dall'accusa di falsa testimonianza, peraltro vicinissima alla prescrizione.
Per la Procura, invece, non c'erano elementi sufficienti per ipotizzare un'accusa di una qualche consistenza. Un nodo giuridico che mai è emerso in anni di processi chiusi con pronunce definitive in Cassazione e nei quali le stesse testimonianze non hanno mai avuto un peso proprio perché ritenute inattendibili. «Questa ordinanza è importantissima», dichiara l'avvocato Cecconi che di recente ha incassato l'assoluzione di Berlusconi dalla stessa accusa di corruzione in un pezzo del processo finito a Siena. Si torna in aula il 17 novembre quando saranno interrogati i primi imputati. Berlusconi, spiega Cecconi, sta valutando se e quando presentarsi per fare dichiarazioni spontanee.