LA FILA DEI DISPERATI – NEGLI USA SI MOLTIPLICANO LE PERSONE IN CODA DAVANTI AI BANCHI ALIMENTARI E AGLI UFFICI PER RICHIEDERE L’ASSEGNO DI DISOCCUPAZIONE: OLTRE AI SENZATETTO CI SONO PERSONE CHE FINO A POCHI GIORNI FA AVEVANO UNO STIPENDIO, MA CHE ADESSO CON IL LOCKDOWN SI RITROVANO SENZA SOLDI PER CAMPARE – E ORA IL TIMORE È CHE QUESTE LUNGHE CODE POSSANO FAVORIRE IL CONTAGIO… - VIDEO
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DAGONEWS
La fotografia della crisi sociale in cui ci sta catapultando il coronavirus arriva dagli Stati Uniti: nell’ultimo periodo si stanno allungando a vista d’occhio le lunghe file davanti ai banchi alimentari e davanti agli uffici nei quali si richiede l’assegno di disoccupazione.
Disperati che si mettono in coda per ricevere un sostegno e che secondo gli esperti sono i primi non solo a essere messi in ginocchio dalla crisi, ma che rischiano il contagio proprio mentre attendono i vivere per tirare avanti.
«È preoccupante - ha detto al New York Times Carl Bergstrom, biologo dell'Università di Washington che studia pandemie – Si creano opportunità inutili per la trasmissione».
Quasi 17 milioni di americani hanno presentato domanda di disoccupazione la scorsa settimana: il tasso di disoccupazione è al 14,7 per cento, un livello che non si raggiungeva dal 1940.
L'IRS ha iniziato a erogare i 1200 dollari questo fine settimana a sostegno delle persone in difficoltà, ma quella cifra rischia di non bastare per mettere a tavola un piatto se la pandemia dovesse continuare. Nel frattempo le organizzazioni di volontariato cercano di tenere il passo con la crescente richiesta di cibo e beni di prima necessità.
Lunedì, centinaia di persone hanno sfidato il maltempo per avere un pasto gratuito presso la Bowery Mission di Manhattan: tra di loro non c’erano solamente senzatetto, ma persone che hanno perso il lavoro e si ritrovano senza soldi per andare avanti. Domenica i volontari hanno distribuito 60mila pasti.
Giovedì scorso, circa 10.000 famiglie si sono messe in fila con le loro auto per ore in occasione di un imponente evento di distribuzione della San Antonio Food Bank (SAFB). «Siamo rimasti stupefatti e sopraffatti dalla necessità della comunità - ha detto Eric Cooper, presidente e CEO della SAFB – Generalmente diamo cibo a 60.000 persone a settimana. Ora ci sono 120mila persone che ci chiedono aiuto e la richiesta è destinata a salire». Tra coloro che hanno richiesto aiuto ci sono anche autisti Uber e camerieri che oggi si ritrovano senza lavoro.
Code simili a quelle di San Antonio ci sono verificate davanti alle banche alimentari di diverse città americane.