FOCOLAIO HIPPIE! UN POSITIVO AL COVID AL MEGA RADUNO DEI GUERRIERI DELL’ARCOBALENO NEL MUGELLO: ISOLATI NEI BOSCHI I 300 PARTECIPANTI E DIVIETO DI LASCIARE IL RADUNO: AL VIA LO SCREENING SUI SOGGETTI ANCORA PRESENTI TRAMITE L’EFFETTUAZIONE DEL TAMPONE…
-Giulio Gori per corriere.it
La paura di un maxi focolaio, che non deve rischiare di muoversi e diffondersi. Così 300 persone vengono recintate in un bosco dove da dieci giorni avevano avviato un raduno hippie. Siamo sull’Appennino marradese, al confine con i Comuni di Vicchio e San Godenzo.
Lì, la storica organizzazione pacifista e ambientalista Rainbow Gatherings, conosciuta in Italia come i «guerrieri dell’arcobaleno», ha deciso di organizzare il grande appuntamento annuale, che tradizionalmente, da 50 anni, si svolge d’estate. Contatto diretto con la natura, meditazione, niente droghe, fumo, alcol o caffè, si tratta di un’occasione di purificazione. Ma tra gli hippie, un partecipante si sente male e risulta positivo. Così scatta l’allarme.
Come spiega il sindaco di Vicchio e presidente della Società della Salute del Mugello, Filippo Carlà Campa, nei mesi scorsi l’Unione comunale aveva ricevuto una richiesta di 50 persone sulla possibilità di recarsi nel bosco, per un periodo di 15 giorni, tra Ferragosto e la fine del mese. Non ci sarebbe stata un’autorizzazione formale, ma un placet ufficioso. «Invece sono molti di più, saranno 250-300», dice Carlà Campa.
Così, ieri mattina il caso è finito in Prefettura, al centro della discussione del Cosp, il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico. Con il prefetto Alessandra Guidi, c’erano i sindaci mugellani e i vertici di Asl, carabinieri e guardia di finanza. Alla luce del caso di positività al coronavirus e dei contatti stretti intrattenuti dagli hippie, la decisione è stata molto netta: al sindaco di Marradi, Tommaso Triberti, è stato dato mandato di emettere immediatamente un’ordinanza per proibire di raggiungere o lasciare il raduno, confinando di fatto in quarantena i quasi 300 partecipanti. Il provvedimento è stato assunto subito, malgrado le difficoltà nei controlli, vista la zona enorme e impervia interessata dal provvedimento.
Secondo obiettivo, rintracciare e testare chi dovesse aver già lasciato il raduno. Poi con l’aiuto della Protezione civile, ieri pomeriggio cinque sanitari dell’Asl sono saliti sull’Appennino con una scorta di 400 tamponi antigenici rapidi e di 300 tamponi molecolari, in modo da poter fare subito la verifica nel caso di una prima positività. Ma ieri sera, si aspettavano ancora notizie sui risultati dei test. Perché solo per raggiungere il raduno occorre lasciare le automobili e percorrere 40 minuti a piedi.