GARA DI ENDURANCE - RITROVATO DOPO 107 ANNI IL RELITTO DELLA NAVE DELL'ESPLORATORE ERNEST SHACKLETON, CHE RIUSCI' A PORTARE IN SALVO IL SUO EQUIPAGGIO NONOSTANTE IL NAUFRAGIO - SI TROVA A WEDELL, NELLE ACQUE PIU' FREDDE DEL PIANETA - L'ESPLORATORE PARTI' CON 27 UOMINI DA LONDRA IL 1 AGOSTO 1914 PER ATTRAVERSARE IL CONTINENTE ANTARTICO DA EST A OVEST, MA... - VIDEO

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Ferrucio Pinotti per il corriere.it

 

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È stato ritrovato dai droni sottomarini di una spedizione nel mar dell’Antartide, 107 anni dopo l’affondamento, il relitto dell’Endurance, la famosissima nave dell’esploratore Ernest Shackleton che riuscì a portare in salvo il suo equipaggio nonostante il tragico naufragio. Secondo quanto riferisce il New York Times, si trova sul fondo del mare Weddell, a Est dell’Antartide, a oltre 3 chilometri di profondità nelle acque più fredde del pianeta, ed è stato avvistato dai droni in funzione in un’area di 150 miglia quadrate intorno a dove la nave affondò nel 1915 dopo essere stata schiacciata dal ghiaccio. L’Endurance, una nave di legno lunga 144 piedi (circa 44 metri) a tre alberi, fu teatro di una famosissima avventura di sopravvivenza. Il ritrovamento storico è stato annunciato dalla spedizione Endurance22 che ha mostrato anche le prime immagini.

 

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L’esplorazione e la trappola di ghiaccio

Il primo agosto del 1914, al comando del famoso esploratore Sir Ernest Shackleton, ventisette uomini salparono da Londra sull’Endurance alla volta dell’Antartide. Lo scopo della spedizione era attraversare via terra il continente antartico da est a ovest. Ma a sole ottanta miglia dal Polo, l’Endurance, benché concepito per la navigazione tra gli iceberg, rimase intrappolato nei ghiacci e per dieci mesi venne trascinato verso nord-ovest dalla deriva del pack.

 

La lotta per la sopravvivenza

Il 21 novembre del 1915 la nave, non resistendo alla pressione della banchisa, affondò, costringendo Shackleton e il suo equipaggio a trovare riparo in uno dei luoghi più inospitali della Terra. Avvincente come un romanzo, quella dell’Endurance è una delle imprese più straordinarie della storia dell’esplorazione, un’incredibile avventura i cui protagonisti furono il coraggio, la resistenza, l’abnegazione che contraddistinsero gli uomini di Shackleton e la sua eccezionale capacità di sostenerli e guidarli. I 28 uomini dell’equipaggio furono costretti a lottare con provviste limitate e in un ambiente in cui la temperatura oscillava da -22 a -45 gradi, dormendo per 5 mesi sul ghiaccio.

 

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In scialuppa fino alle Shetland

Non vennero soccorsi da nessuno: i sopravvissuti, dopo un incredibile viaggio sulle tre scialuppe di salvataggio, salvate dal naufragio dell’Endurance, riuscirono ad arrivare all’isola Elephant nelle Shetland Meridionali. Da qui Shackleton, con altri cinque compagni, salpò alla guida di una scialuppa di sette metri nel temerario tentativo di raggiungere una base baleniera situata nella Georgia del Sud. Con il solo aiuto di un sestante e di un cronometro l’imbarcazione riuscì incredibilmente a percorrere 1600 km e a raggiungere Grytviken, attraversando uno dei mari più pericolosi al mondo.

 

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Il salvataggio degli uomini rimasti

All’arrivo Shackleton organizzò una spedizione di soccorso, che solo molti mesi dopo, a causa del mare ghiacciato, riuscì a recuperare gli uomini rimasti ad attendere sull’isola dell’Elefante. Con grande orgoglio di Shackleton, nessuno dei suoi uomini morì in Antartide. Più di una volta, il cinema e la televisione si sono accostati a questa incredibile vicenda. La trasposizione più recente è Shackleton, un film per la televisione di produzione inglese, con Kenneth Branagh nel ruolo del grande e carismatico esploratore.

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