GEORGE FLOYD HA GRIDATO “NON RIESCO A RESPIRARE” ALMENO 20 VOLTE E L’AGENTE LO TENEVA BLOCCATO, DEREK CHAUVIN, GLI RISPOSE: “ALLORA SMETTILA DI PARLARE, CI VUOLE UN SACCO DI OSSIGENO” - LA TRASCRIZIONE DELLA CONVERSAZIONE TRA DUE E’ STATA SBOBINATA DAI VIDEO REGISTRATI DALLE TELECAMERE POSIZIONATE SUL CORPO DEGLI AGENTI - FLOYD HA INVOCATO LA MADRE MORTA E I FIGLI, CHIEDEVA AIUTO: “MI UCCIDERANNO, MI UCCIDERANNO”
-Andrea Marinelli per www.corriere.it
Ha gridato «I cant’ breathe» — non respiro — almeno 20 volte George Floyd, prima di morire a Minneapolis sotto il ginocchio di un poliziotto bianco. Ha invocato la madre morta e i figli, chiedeva aiuto: «Mi uccideranno, mi uccideranno», ripeteva mentre l’agente Derek Chauvin, quel 25 maggio, continuava a restare inginocchiato sul suo collo. «Basta parlare, basta urlare», gli intima a un certo punto Chauvin:«Ci vuole un sacco di ossigeno per parlare».
Gli ultimi istanti della vita di Floyd hanno ispirato le manifestazioni contro la brutalità della polizia e per la giustizia sociale che hanno riempito strade e piazze di tutto il pianeta, le immagini girate da una passante sono state trasmesse da centinaia di reti televisive e visualizzate su milioni di telefonini, ma l’intera conversazione avvenuta in quei terribili 8 minuti e 46 secondi non era mai stata resa pubblica finora: la trascrizione dei video registrati dalle body cam degli agenti è stata presentata ieri in tribunale dall’avvocato di uno dei quattro — Thomas Lane, 37 anni, che al momento dell’omicidio era stato assunto da pochi giorni — per scagionarlo.
FAVOREGGIAMENTO DI OMICIDIO
Lane e gli altri due agenti — Alexander Kueng e Tou Thao — sono stati licenziati dalla polizia di Minneapolis, sono tutti accusati di favoreggiamento di omicidio e rischiano fino a 40 anni di carcere. La stessa condanna che potrebbe ricevere il responsabile materiale della morte di Floyd, che nei suoi 19 anni di servizio aveva collezionato 18 denunce per comportamento violento: arrestato il 29 maggio, Chauvin è accusato di omicidio di secondo grado.
Secondo la trascrizione — un documento di 82 pagine, a cui se ne aggiungono altre 60 di deposizione di Lane —prima ancora di finire a terra, mentre gli agenti cercano di farlo salire nella volante, Floyd dice di essere claustrofobico e di non riuscire a respirare. «Rilassati», gli risponde allora l’agente Thao, mentre Kueng fa presente che sembra riesca a parlare bene e Lane gli consiglia di fare un respiro profondo. «Avevo l’impressione che qualcosa non andasse», afferma nella sua deposizione l’agente Lane, il primo a puntare la pistola contro Floyd quando si rifiuta di tenere le mani in evidenza.
IL RIFIUTO DI GIRARE FLOYD SUL FIANCO
Gli agenti — intervenuti perché Floyd era accusato di aver pagato un pacchetto di sigarette con una banconota da 20 dollari falsa — ritenevano che l’uomo avesse assunto droga, dettaglio confermato dall’autopsia, e gli avevano trovato addosso anche una pipa da crack: per questo — dopo un primo momento in cui Floyd sembrava cooperare — lo avevano ammanettato e poi immobilizzato a terra, vicino a alla volante.
«Sono spaventato», ribatte Floyd quando gli chiedono se è fatto di qualcosa, poi comincia a ripetere le parole «I can’t breathe»: a quel punto Lane avrebbe proposto a Chauvin di girarlo sul fianco, ma il collega rifiuta. «Sta fermo qua dove lo abbiamo messo», gli risponde Chauvin, prima che Lane — dopo aver visto Floyd sanguinare dalla bocca — chiami l’ambulanza: i soccorsi però non arrivano tempestivamente e, nel frattempo, Lane aumenta l’urgenza della richiesta, passando da «codice 2» a «codice 3».
L’ASSENZA DI POLSO
«Penso che stia svenendo», dice a un certo punto Lane a Chauvin, mentre i passanti — come si sente anche nei video circolati ovunque — cominciano a notare che l’uomo a terra non respira più: a quel punto gli agenti cercano, senza successo, il polso di Floyd. «Non lo trovo», afferma Kueng. Passano altri due minuti, durante i quali Chauvin continua a tenere il ginocchio sul collo di Floyd, finché non arriva l’ambulanza. Floyd, ormai morto, viene trasportato in ospedale. A bordo con lui c’è l’agente Lane, che ora, in tribunale, continua a dichiararsi non responsabile.