GIANROBERTO CASALEGGIO FU DIFFAMATO SULLA STORIA DEI SOLDI INCASSATI DAL VENEZUELA - LO SCRIVE LA CORTE D'APPELLO CIVILE DI MILANO NELLE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA CON CUI HA CONFERMATO LA "NATURA DIFFAMATORIA" DELL'ARTICOLO DEL QUOTIDIANO SPAGNOLO ABC DEL 15 GIUGNO 2020 SECONDO CUI, NEL 2010, "UNA VALIGIA CONTENENTE 3,5 MILIONI DI EURO, SAREBBE STATA INVIATA DAI FONDI SEGRETI DEL VENEZUELA, SU AUTORIZZAZIONE DI NICOLAS MADURO, A GIANROBERTO CASALEGGIO" - UN ARTICOLO CHE AVEVA AVUTO GRANDE ECO MEDIATICA, TANTO CHE SI ERA ARRIVATI ANCHE ALL'APERTURA DI UN'INCHIESTA A MILANO SU PRESUNTI FONDI VENEZUELANI AL MOVIMENTO 5 STELLE…

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GIANROBERTO DAVIDE CASALEGGIO GRILLO

(ANSA) - MILANO, 01 LUG - La "notizia pubblicata presenta elementi", tra cui la "consegna del denaro a Gianroberto Casaleggio", non verificati "con la conseguenza" che manca "il rispetto dei limiti di liceità dell'attività giornalistica" e della "verosimiglianza dei fatti riportati". E il fondatore dei Cinque stelle, morto nel 2016, è stato così "tacciato di un fatto grave, ossia di aver percepito milioni di euro provenienti dall'estero, ovviamente senza denunciarli al fisco".

 

GIANROBERTO CASALEGGIO GRILLO

Lo scrive la Corte d'Appello civile di Milano nelle motivazioni della sentenza con cui ha confermato la "natura diffamatoria" dell'articolo del quotidiano spagnolo Abc del 15 giugno 2020 che, in sostanza, sosteneva che nel 2010 "una valigia contenente 3,5 milioni di euro, sarebbe stata inviata dai fondi segreti del Venezuela, su autorizzazione del Cancelliere Nicolas Maduro, a Gianroberto Casaleggio".

 

Un articolo che, poi, aveva avuto una grande eco mediatica, tanto che si era arrivati anche all'apertura di un'inchiesta a Milano su presunti fondi venezuelani al Movimento 5 stelle. I giudici (Chiulli-Grazioli-Brat), che hanno confermato la condanna per la società editrice del quotidiano e per il giornalista a risarcire il figlio di Gianroberto, Davide Casaleggio, assistito dall'avvocato Francesco Mattioli, scrivono che quell'articolo si basava su un "documento" di presunti servizi segreti venezuelani, "poi risultato falso", che riportava "esclusivamente il preteso invio della valigetta al console venezuelano a Milano", che avrebbe fatto da tramite, stando all'articolo, con Casaleggio.

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Il giornalista, si legge ancora nella sentenza depositata oggi, "non ha indicato", però, nemmeno "un nome che gli abbia confermato la circostanza della consegna del denaro, solo vaghe fonti anonime" e "un documento che si è poi dimostrato falso".