GIU’ LE MANI DALLE FERIE D’AGOSTO! LA PROPOSTA DI APRIRE LE FABBRICHE IN ESTATE PER RECUPERARE IL TEMPO PERDUTO NON PIACE AI SINDACATI: C'È UN CONTRATTO DA RISPETTARE. CON IL PIL CHE RISCHIA DI PRECIPITARE FINO AL 13%, LA PRODUZIONE CROLLATA DEL 42% AD APRILE, IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA BONOMI SOSTIENE CHE LA PRIORITÀ ASSOLUTA È QUELLA DI RECUPERARE IL PRIMA POSSIBILE IL TEMPO PERSO. LA REPLICA DEL CAPO DELLA CGIL LANDINI
-Sandro Iacometti per Libero Quotidiano
Il mondo dei sindacati è in subbuglio. Dopo aver fatto di tutto per ritardare la riapertura delle aziende, denunciando insormontabili problemi di sicurezza, per intralciare l' erogazione della Cig, pretendendo di essere coinvolti nella gestione, e per scoraggiare gli imprenditori a ripartire, chiedendo ed ottenendo il carcere per i contagi in ufficio, ora le sigle si preparano a ad aprire un altro fronte di battaglia: le ferie d' agosto. Che non è purtroppo un vecchio titolo della commedia all' italiana, ma l' ennesimo ostacolo piazzato sul cammino della ripresa economica.
Non si tratta, questa volta, di una manovra studiata. Fino a qualche giorno fa le priorità erano altre. Spalleggiati da molti esponenti di governo, a partire dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, l' obiettivo di Cgil & C era quello di prolungare il più possibile il mantenimento degli attuali livelli occupazioni.
Non, ovviamente, trovando il modo di rimettere rapidamente in moto la macchina produttiva per far tornare fatturato, stipendi e consumi, ma estendendo cassa integrazione e blocco dei licenziamenti per un tempo sufficientemente lungo, meglio se fino alla scoperta del vaccino.
idea bislacca A distogliere i sindacati dalla loro opera di tessitura è arrivato però Carlo Bonomi, con la proposta bislacca di tenere aperte le fabbriche anche nel periodo estivo. Chissà come gli è venuto in mente.
Con il pil che rischia di precipitare fino al 13% (Bankitalia), la produzione crollata del 42% ad aprile (Istat) e la stima di una diminuzione dei posti di lavoro a fine anno di circa il 10% (Istat), il presidente di Confindustria (appoggiato con entusiasmo dalle associazioni di Piemonte e Veneto) se n' è uscito dicendo che dopo tre mesi di stop la priorità assoluta è quella di recuperare il prima possibile il tempo perso, a prescindere dalla cocomerata di ferragosto.
Idea stravagante, che tuttavia ha raccolto in un attimo il più ampio consenso che si è mai visto tra gli industriali.
Tutti, dalla più piccola azienda del Mezzogiorno fino ai grandi gruppi del Nord, dalla moda alla meccanica fino chiaramente al turismo, si sono detti strafavorevoli a mettere in pratica il suggerimento di Bonomi, considerando un «dovere morale» dopo quello che è successo non bloccare la produzione, in presenza di ordinativi inevasi da smaltire o di nuove commesse, durante il periodo solitamente dedicato alle vacanze.
La proposta è sembrata talmente di buon senso che la maggior parte degli imprenditori si è anche detta convinta di non avere problemi a trovare l' intesa con i sindacati.
Del resto, chi mai potrebbe opporsi al tentativo di far sopravvivere l' impresa, di dare un segnale di incoraggiamento e di speranza?
Ebbene, sentite questa. Anzi queste. Sulle fabbriche aperte ad agosto, ha detto la Fiom Veneto, «ricordiamo che c' è un contratto da rispettare e prima di parlare di date parliamo di sicurezza fabbrica per fabbrica».
Possibile? Andiamo in Trentino-Alto Adige. Sempre la Fiom: «Dove ce ne fosse la necessità, può essere una soluzione, ma vanno garantite le due settimane di ferie». Più cauto, ma sostanzialmente in linea, Maurizio Landini. «Si può discutere, anche di scaglionare le ferie», si è limitato a dire il segretario della Cgil, lasciando intendere che la disponibilità non sarà concessa gratis e che si dovrà battagliare azienda per azienda.
A qualche giorno di ferie estive, d' altra parte, non è facile rinunciare. Basta chiedere ai sindacati della scuola, che stanno facendo fuoco e fiamme perché non vogliono anticipare il rientro in servizio a fine agosto per preparare adeguatamente la riapertura di settembre. Le aule sono chiuse da inizio marzo, ma c' è il contratto da rispettare.