I GIUDICI ITALIANI SONO QUELLO CHE SONO, MA IN AMERICA NON SE LA PASSANO TANTO MEGLIO – GROSSO SCANDALO ALLA CORTE SUPREMA AMERICANA! COINVOLTO IL GIUDICE SUPER CONSERVATORE CLARENCE THOMAS: TRA IL NOVEMBRE 2020 E IL 6 GENNAIO 2021 (GIORNO DELL’ASSALTO A CAPITOL HILL) LA MOGLIE GINNI HA MARTELLATO DI MESSAGGINI L’ALLORA CAPO STAFF DI TRUMP, MARK MEADOWS – IL MOTIVO DI TANTO PENARE? VOLEVA CHE AGISSE PER CAPOVOLGERE IL RISULTATO DEL VOTO: “SALVATECI DALLA DISTRUZIONE, LE ELEZIONI SONO RUBATE”
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Fra le elezioni del 2020 e l’assalto al Congresso del 6 gennaio la moglie del giudice Clarence Thomas, il più conservatore della Corte Suprema, ha inviato una pioggia di messaggini all’allora capo dello staff della Casa Bianca Mark Meadows, implorandolo di agire per capovolgere il risultato del voto.
«Salvateci dalla distruzione dell’America da parte della sinistra», ha scritto l’ultraconservatrice Ginni Thomas invocando uno degli slogan popolari sulle piattaforme online della destra.
Il riferimento era alla teoria del complotto secondo cui, alla fine, Donald Trump avrebbe in realtà vinto le elezioni che gli sarebbero poi state «rubate». Di «elezione rubata» ha parlato, per settimane, lo stesso presidente uscente.
Definendo l’Election Day del 3 novembre un «furto», Ginni Thomas nei suoi messaggi ha parlato anche di vere e proprie frodi elettorali —ad esempio in Arizona.
I contatti di Ginni con la Casa Bianca di Trump includevano anche Jared Kushner, il genero-consigliere dell’ex presidente, e Sidney Powell, una delle legali del tycoon.
I messaggini della consorte di Clarence Thomas gettano un’ombra sulla Corte Suprema, già ritenuta troppo politicizzata con le nomine effettuate da Trump. Fra i suoi giudici Thomas è il più fedele difensore dell’ex presidente.
Ora la sua statura e il suo ruolo all’interno della Corte sembrano in qualche modo in pericolo: la carica di giudice della Corte Suprema è a vita ma l’operato di Ginni Thomas mette a rischio la credibilità e la reputazione dei «saggi» — così vengono anche chiamati i giudici della Corte — già colpita da un sistema di nomina e di conferma che solleva non poche critiche.
L’ultimo esempio in ordine temporale è quello di Ketajin Brown Jackson, nominata da Joe Biden alla Corte Suprema. Nel corso delle audizioni di conferma Brown Jackson è stata attaccata e criticata dai repubblicani, anche da quelli che solo due anni fa avevano votato a suo favore per il precedente incarico. In aula si è assistito a un circo politico che ha sminuito la portata di un evento storico, come la possibilità di avere la prima donna afroamericana alla Corte, e che rischia di avere ripercussioni di ben più lungo termine.