GIUSTIZIA ALL’ITALIANA - DOVREBBE ESSERE SALVATO DALLA TECNOLOGIA IL PROCESSO A CIRO GRILLO E AI SUOI TRE AMICI, ACCUSATI DI STUPRO: CON IL TRASFERIMENTO DI UNO DEI GIUDICI SI RISCHIAVA UNO STOP O, ADDIRITTURA, DI DOVER RICOMINCIARE DA ZERO - MA GRAZIE ALL’UDIENZA VIDEOREGISTRATA SI DOVREBBE POTER ANDARE AVANTI ANCHE SE IL MAGISTRATO È STATO ASSEGNATO AL TRIBUNALE DI BARI…
Estratto dell’articolo di Giuseppe Filetto per www.repubblica.it
Rischia di saltare, anche se in zona Cesarini dovrebbe essere “salvato” dalla tecnologia. Il processo per stupro di gruppo a Ciro Grillo (figlio di Beppe, fondatore dei Cinque Stelle) ed ai suoi tre amici genovesi Vittorio Lauria, Francesco Corsiglia ed Edoardo Capitta riprende dunque lunedì prossimo sotto una nuova forma: la video-registrazione prevista dalla Riforma Cartabia.
Tutto ciò per evitare che il trasferimento di uno dei tre magistrati del collegio giudicante di Tempio Pausania possa segnare uno stop o addirittura una ripresa da zero. Il giudice Nicola Bonante, infatti, è stato assegnato al Tribunale di Bari, anche se ha chiesto che temporaneamente e fino alla fine del processo possa essere “aggregato” a Tempio. A decidere, comunque, sarà il presidente del tribunale della cittadina della Sardegna che solo lunedì dovrebbe rendere nota la sua volontà.
Come si ricorda, i quattro giovani genovesi sono imputati di stupro di gruppo nei confronti di Silvia (nome di fantasia della ragazza italo-norvegese) e di violenza sessuale verso Roberta (anche questo nome inventato), sua amica ed anche questa studentessa milanese. […]
L’udienza di dopodomani è ritenuta importante: sia dagli avvocati delle due ragazze (per Silvia c’è Giulia Bongiorno e Dario Romano; per Roberta Vinicio Nardo e Fiammetta Di Stefano del Foro di Milano); sia dai difensori dei quattro imputati (Gennaro Velle, Andrea Vernazza, Enrico Grillo, Alessandro Vaccaro ed Ernesto Monteverde, tutti del Foro di Genova; Mariano Mameli ed Antonella Cuccureddu del Foro di Sassari).
Saranno ascoltati i periti informatici – sia del pm (il procuratore capo Gregorio Capasso), sia delle parti – che hanno estratto foto e video, chat, messaggi social, dai telefonini. E in questo contesto si annuncia una udienza incandescente poiché ciascuna parte dirà e si batterà su quali file utilizzare nel processo e quali invece non sarebbero utilizzabili.