GIUSTIZIA PER SAMAN ABBAS – SHABBAR ABBAS, PADRE DELLA RAGAZZA UCCISA A NOVELLARA, È STATO ARRESTATO DALLA POLIZIA PAKISTANA PER L'OMICIDIO DELLA FIGLIA – L’UOMO SI ERA RIFUGIATO IN PAKISTAN PER SCAPPARE DALLA GIUSTIZIA - SHABBAR ABBAS È STATO RINVIATO A GIUDIZIO A SEGUITO DELLE INDAGINI DELLA PROCURA DI REGGIO EMILIA - LA MOGLIE È ANCORA LATITANTE...
-Dal Pakistan arriva la svolta sul caso Saman
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— Quarto Grado (@QuartoGrado) November 11, 2022
1 - SAMAN: IL PADRE ARRESTATO IN PAKISTAN PER OMICIDIO
(ANSA) - Secondo quanto si apprende il padre di Saman, Shabbar Abbas, è stato arrestato ieri in Pakistan per l'omicidio della figlia. E' stato raggiunto nel tardo pomeriggio nella zona del Punjab, in riscontro alla richiesta di arresto provvisorio ai fini estradizionali. Era solo e non ha opposto resistenza. La polizia federale si è avvalsa della polizia del Punjab per l'operazione. Shabbar è stato rinviato a giudizio a seguito delle indagini della Procura di Reggio Emilia e dei carabinieri in concorso con la moglie, ancora latitante, e altri tre parenti, attualmente in carcere in Italia.
2 - «IL PADRE DI SAMAN ABBAS ARRESTATO IN PAKISTAN PER FRODE»
Alessandro Fulloni per il “Corriere della Sera”
Il padre di Saman, Shabbar Abbas, sarebbe stato arrestato in Pakistan dalla polizia distrettuale per una frode ad un connazionale di 20 mila dollari, pari a 5 milioni di rupie pakistane. A riferirlo ieri sera è stata Quarto Grado, in un post sui canali social della trasmissione di Rete 4, citando «fonti di polizia del Punjab».
Verifiche sono in corso da parte di Interpol e Farnesina. Nei confronti di Shabbar e della moglie Nazia Shaheen c'è una richiesta di estradizione per l'omicidio della 18enne, scomparsa da Novellara (Reggio Emilia) nella notte del 30 aprile 2021, il giorno prima della fuga in Pakistan dei coniugi.
I due sono stati rinviati a giudizio, anche se latitanti, in concorso con altri tre parenti, uno zio e due cugini della ragazza, arrestati dai carabinieri reggiani per l'accusa di concorso in omicidio volontario. Secondo le indiscrezioni che rimbalzano da Islamabad, la polizia pakistana avrebbe affermato che in caso di passi ufficiali da parte dell'Italia, Abbas potrebbe essere interrogato e accusato anche per la morte di Saman che si era opposta al matrimonio combinato dai genitori con un cugino più grande di lei.
Quello che è certo è che la polizia federale pakistana, che dipende dall'Esercito, da tempo aveva il fiato sul collo di Shabbar, forse protetto dalla polizia locale e che dal fidanzato di Saman era stato descritto come un «mafioso» anche per aver minacciato i suoi genitori, presentandosi a casa loro armato di kalashnikov e spalleggiato da diverse persone.
Le insistenze italiane potrebbero aver contribuito allo sviluppo delle indagini su Abbas, che si era trasferito a Novellara per lavorare in un'azienda agricola, quella setacciata palmo a palmo nella ricerca, vana, della giovane. La richiesta di estradizione era stata firmata un anno fa dalla ex ministra della Giustizia Marta Cartabia.
«A titolo di cortesia internazionale e con assicurazione di reciprocità per casi analoghi, in considerazione della delicatezza e gravità di questi fatti, si confida che l'autorità estera risponda positivamente e con celerità alla richiesta della Procura», aveva scritto il 13 settembre 2021 Cartabia all'ambasciata d'Italia a Islamabad girando la rogatoria internazionale della procura di Reggio Emilia.
Nel documento, che spunta dagli atti dell'inchiesta, c'era la lista dei testimoni da sentire in Pakistan, primo fra tutti lo stesso promesso sposo di Saman, e poi vari parenti che sarebbero a conoscenza dei fatti. Almeno inizialmente e almeno in apparenza, non v' era stata alcuna risposta. Le autorità di Islamabad avevano istituito una Commissione per deliberare sul caso. Nel frattempo si era mossa naturalmente l'Interpol. E poi l'arresto di Shabbar per frode.