IL GOVERNO FIUTA ARIA DI SGAMBETTI DALLE TOGHE E TRAVAGLIO ATTACCA CROSETTO: “NON SAPENDO PIÙ COSA INVENTARSI PER SUFFRAGARE IL COMPLOTTO PIÙ RIDICOLO DELL’ANNO, IL MINISTRO SPARA NUMERI A CASO: “30.778 INNOCENTI IN MANETTE NEGLI ULTIMI 20 ANNI”. SAREBBE BELLO AVERE GIUDICI ONNISCIENTI CHE ARRESTANO SOLO COLPEVOLI. PURTROPPO IL PROCESSO TELEPATICO NON È STATO ANCORA INVENTATO. È RIDICOLO CHE UN MINISTRO SE NE SCANDALIZZI. A MENO CHE NON ABBIA STUDIATO DIRITTO ALL’UNIVERSITÀ DI ARCORE" – GRATTERI: “DOPO LA RIFORMA CARTABIA, I PM HANNO PAURA DI SBAGLIARE E PREFERISCONO ARCHIVIARE” – E SU NORDIO…

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Marco Travaglio per il Fatto Quotidiano - Estratti

 

marco travaglio 7

Non sapendo più cosa inventarsi per suffragare il complotto più ridicolo dell’anno, il ministro Crosetto tira la palla in tribuna con un numero a caso: “30.778 innocenti in manette negli ultimi 20 anni”.

 

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Ma nessuno può dire se fossero innocenti o colpevoli: in base alla convenzione chiamata “giustizia”, si può dire solo che non sono stati condannati. Se il reato l'avessero commesso o no, lo sanno loro e il Padreterno. Si può essere assolti anche da colpevoli: se il giudice ritiene le prove insufficienti, o se le prove sono sufficienti ma una legge le dichiara inutilizzabili o depenalizza il reato.

 

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meloni crosetto

Un tempo gli spacciatori intercettati da una centrale di ascolto della polizia o dei carabinieri venivano condannati; poi le intercettazioni extra-Procure divennero inutilizzabili e giù assoluzioni di spacciatori (tutt’altro che innocenti: spacciano davvero). Il sindaco Pd Uggetti finisce ai domiciliari per aver truccato un appalto: dopo una condanna, un'assoluzione e un annullamento, nel secondo appello viene assolto perchè ha truccato l'appalto, ma il reato è “tenue” grazie alla schiforma che salva chi delinque solo un po'.

 

Legge Cartabia: truffe e furti sono punibili solo a querela. Così il truffatore e il ladro non querelati dal truffato e dal derubato vengono assolti anche se colpevoli. Senza contare che per arrestare servono meno elementi che per condannare: per la custodia cautelare la legge richiede “gravi indizi di colpevolezza”; per la condanna la prova “oltre ogni ragionevole dubbio”. Sarebbe bello avere giudici onniscienti che arrestano solo colpevoli.

 

guido crosetto giorgia meloni parata del 2 giugno 2023

Purtroppo il processo telepatico non è stato ancora inventato: in tutto il mondo si arresta prima del processo per salvaguardarlo da chi inquina le prove e da chi fugge. Se poi alla fine viene assolto, è giusto che lo Stato lo risarcisca. Ma è ridicolo che un ministro se ne scandalizzi. A meno che non abbia studiato diritto all’Università di Arcore.

 

 

GRATTERI

Giulia Merlo per Domani – www.editorialedomani.it

 

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Veniamo all’Italia. Il ministro Nordio vuole ridurre il numero di intercettazioni.

Dice che costano troppo. La settimana scorsa a Napoli abbiamo sequestrato l’equivalente di 1,8 milioni di euro in bitcoin, li abbiamo convertiti e sono già nella disponibilità delle casse del ministero, pronti per essere spesi. Così accade in altri distretti dove grazie a indagini accurate si riescono a confiscare ingenti profitti.

 

marco travaglio 5

Ebbene, il valore dei beni provento di attività illecite è dieci volte superiore rispetto alla spesa per le intercettazioni. La verità è che non si vuole intercettare chi corrompe, chi fa concussione e chi fa peculato, non si vuole toccare la zona grigia che si frappone tra la politica e le associazioni criminali.

 

Le riforme dell’ordinamento giudiziario proseguono, invece.

Ma le scoperture d’organico rimangono enormi. Si sono fatti nuovi concorsi, ma chi li supererà assumerà le funzioni tra almeno quattro anni; nel contempo nessuno spiega come mai continuino ad esserci così tanti magistrati fuori ruolo. Una soluzione sarebbe quella di richiamare al lavoro i magistrati in pensione per ricoprire questi incarichi: nel 2015 si è abbassata l’età pensionabile a 70 anni, ma a quell’età si è ancora in grado di lavorare. Guardi: il ministro Nordio di anni ne ha 75.

 

In tema di garanzie, è al vaglio della Camera l’introduzione di un collegio di tre giudici per decidere sulle custodie cautelari in carcere.

NICOLA GRATTERI - INSEDIAMENTO A CAPO DELLA PROCURA DI NAPOLI

Vorrei capire come può essere possibile farlo in un piccolo tribunale con pochi magistrati e con il nostro regime di incompatibilità. E poi a che cosa serve un collegio di magistrati se dopo dieci giorni un altro collegio (il tribunale del riesame) interviene? Si vuole introdurre il collegio? Bene: aboliamo il tribunale del riesame. Invece impegneremo sei giudici (oltre i cinque della cassazione) per una misura cautelare. La verità è che queste riforme vanno fatte da magistrati e da avvocati che stanno nei tribunali, non dai professori che non sono mai entrati in un palazzo di giustizia.

 

 

In questo momento storico, la sensazione è che le grandi procure siano un po’ ferme sul fronte delle indagini. È così?

NICOLA GRATTERI - INSEDIAMENTO A CAPO DELLA PROCURA DI NAPOLI

È un ragionamento complesso. Io penso che oggi ci sia una crisi di vocazione sia per il lavoro di magistrato che per quello di investigatore. Vede: con la riforma Cartabia sono stati introdotti dei termini capestro anche per le indagini. SI figuri che se si superano questi termini, e magari nelle more il Gip sta vagliando una complessa richiesta cautelare, bisogna informare gli indagati, che ben potrebbero fuggire o inquinare la prova, sapendo che potrebbero essere arrestati.

 

Per cui questa vera e propria ossessione per il rispetto dei termini crea una paura di sbagliare, spingendo a non approfondire questioni complesse, preferendo così archiviare il caso. Io invece credo che chi è ai vertici di un ufficio debba dare fiducia ai propri collaboratori, spingendo a fare le indagini.

 

I suoi primi giorni sono stati burrascosi, con uno scontro anche con la Camera penale.

marta cartabia foto di bacco (4)

Quando sono arrivato a Napoli molti mi hanno suggerito di pesare le parole, prospettandomi di turbare talune sensibilità. Io però sono una persona diretta e anche decisionista. E penso che nel rispetto reciproco dei ruoli ci si debba confrontare in maniera franca e leale e senza pregiudizio. I rappresentanti della Camera penale sono venuti a trovarmi e mi hanno chiesto di collaborare; ma cosa vuol dire? Ripeto, nel rispetto dei ruoli, ciascuno deve fare bene il suo lavoro.

 

Posso anche lasciare alle spalle i giudizi sulla mia persona, espressi prima ancora di insediarmi; ma ho detto loro che a me non interessa il politicamente corretto. Farò sempre quello che ritengo in scienza e coscienza sia più utile perché il territorio sia vivibile e la collettività più sicura. Non mi interessa risultare simpatico ad alcuno.

 

A Catanzaro invece si è chiuso il primo grado del processo “Rinascita Scott”, per cui è stato molto criticato a causa dell’utilizzo delle misure cautelari ma che non ha ricevuto grande attenzione mediatica nonostante le 207 condanne.

 

Ben vengano le critiche. Esse costituiscono uno stimolo per essere più attenti e accorti. Non tollero, però, giudizi basati su dati falsi, espressi con cognizione di causa. Questa non è informazione. Ma ormai la giustizia ha pochissimo spazio sui media.

 

In realtà i giornali ne sono pieni

NICOLA GRATTERI

Non è vero. Si scrive molto di politica giudiziaria ma poco di cronaca. Le notizie come l’inchiesta Rinascita Scott esistono solo se stanno nelle prime pagine dei due o tre quotidiani principali; altrimenti sembra che non esistano. Sono tra i pochi a fare le conferenze stampa. Dovendo rispettare la riforma Cartabia, mi rendo conto che sono perfettamente inutili perché si può spiegare poco o nulla.

 

Ma questa deriva è anche colpa dei giornalisti, che oggi si lamentano perché non riescono a comprendere quali siano i contenuti di una indagine, ovviamente non più riservata. Dove erano i rappresentanti di categoria quando il parlamento approvava le disposizioni sulla presunzione di innocenza? Io certamente non posso rischiare un provvedimento disciplinare al solo fine di fornire elementi di interesse pubblico.

MARCO TRAVAGLIO