IL GOVERNO VUOLE RIAPRIRE NIDI E SCUOLE MATERNE. SI POTREBBE COMINCIARE A GIUGNO. ALCUNE REGIONI GIA’ SONO AL LAVORO. IL VENETO, AD ESEMPIO, GUARDA IL MODELLO GIÀ IN ATTO IN DANIMARCA DOVE I BAMBINI GIOCANO IN 3 ALLA VOLTA E C’È FINANCHE L’ANGOLO DELLA TOSSE - L’ALLARME DEI 5STELLE: OCCHI ALLA SINDROME DI KAWASAKI ASSOCIATA AL CORONAVIRUS
-Gaetano Mineo per iltempo.it
Il governo Conte 2, dopo oltre tre mesi di pandemia, accende i riflettori su bambini e ragazzi, assicurando «tutta l'attenzione necessaria». E così, il premier si convince di riaprire asili nido, scuole per l’infanzia e spazi ludici perché si «rischia di amplificare ancora di più le diseguaglianze sociali».
Almeno questa è la sua intenzione, manifestata ieri durante l'informativa alla Camera. Prima il progetto dovrà passare al vaglio del Comitato tecnico scientifico, poi si vedrà. A dire il vero, già alcune regioni stavano lavorando in questa direzione. Il Veneto, ad esempio, guarda il modello già in atto in Danimarca dove i bambini giocano in 3 alla volta e c’è finanche l’«angolo della tosse». Si potrebbe cominciare a giugno e proseguire fino ad agosto.
Gli istituti privati già scalpitano da settimane per poter riprendere, ovviamente in sicurezza. Si ridurranno al minimo i gruppi e per avere più spazi a disposizione, se serviranno, si useranno gli ambienti aperti delle scuole. «Metteremo a disposizione cortili e palestre delle scuole a luglio e agosto», ha detto la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Si entrerà a turno, scaglionati, i genitori dovranno rimanere all’esterno delle strutture e chiunque si avvicinerà dovrà disinfettarsi e sottoporsi al controllo della temperatura.
I bambini non useranno le mascherine ma gli educatori sì, come prevede la normativa per la Fase 2. Non si potranno portare giocattoli da casa e si starà il più possibile, se non sempre, all’aperto.
In sostanza, per dirla col premier, il governo «intende dedicare ai bambini e ai ragazzi lo spazio che meritano». D’altronde, c’è anche una seria questione sociale. Come evidenzia lo stesso Conte: «Non possiamo ignorare che per alcuni bambini e ragazzi il pasto della mensa scolastica è il pasto principale della giornata o che in alcune famiglie, specie in alcune parti del Paese, manchino gli strumenti informatici per la didattica a distanza. Al contempo, le mura domestiche, per alcuni, possono peggiorare situazioni a rischio rispetto a cui la presenza scolastica è invece un presidio di inclusione». Il premier fa sapere anche di aver coinvolto gli enti locali per tutelare il «diritto» al gioco dei minori.
Ma il solo pensiero di riaprire asili nido e spazi ludici già mette in fibrillazione la maggioranza. Così se da un lato la parlamentare Pd, Rosa Maria Di Giorgi, membro della Commissione Infanzia evidenzia di essersi «impegnata personalmente con una decina di altri colleghi della maggioranza, in un filo diretto con il presidente Conte per arrivare a questo importantissimo risultato che, tra l’altro, potrebbe permettere a tanti italiani di tornare al lavoro con maggiore serenità»; dall’altro lato, i deputati del M5S della commissione Cultura bollano come «totalmente irresponsabili chi ipotizza la riapertura di scuole o di qualsiasi altro assembramento».
I pentastellati, rimarcano pure che «purtroppo non siamo parlando soltanto dell’opposizione, ma anche di forze della stessa maggioranza». L’allarme dei 5stelle nasce della possibile relazione tra una «superinfiammazione» paragonata alla sindrome di Kawasaki e il Coronavirus e che già avrebbe colpito alcuni bambini nel Bergamasco. Le cifre testimoniano l'attenzione che la comunità scientifica sta dedicando al tema.