NEI GUANTONI C’È LA MANONA DI PUTIN – UMAR KREMLEV, IL CAPO DELL’IBA, L’ENTE DELLA BOXE MONDIALE IN CONFLITTO CON IL COMITATO OLIMPICO, È UN PUTINIANO DI FERRO: CON I SOLDI DEL COLOSSO RUSSO GAZPROM HA CONQUISTATO INFLUENZA E POTERE. E IN QUESTI GIORNI È IMPEGNATO IN UNA CAMPAGNA CONTRO LE OLIMPIADI PARIGINE (“SODOMIA”), E SI È BUTTATO A PESCE SUL CASO DELLA PUGILE ALGERINA INTERSEX IMANE KHELIF, OFFRENDO UN PREMIO DA 100MILA DOLLARI AD ANGELA CARINI. MA LA FEDERAZIONE ITALIANA HA RIFIUTATO…

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PARIGI 2024: FPI SMENTISCE ACCETTAZIONE PREMIO IN DENARO PER CARINI

IMANE KHELIF E ANGELA CARINI

(LaPresse) - "In merito al comunicato stampa diramato dall’IBA (International Boxing Association), relativamente all’offerta economica avanzata dal Presidente IBA Umar Kremlev a favore della FPI, la Federazione Pugilistica Italiana smentisce quanto riportato da alcuni media riguardo l’ipotesi di accettazione di qualsivoglia premio in denaro".

 

Questa la dichiarazione della federpugilato italiana in merito alla nota stampa diramata dall’IBA che aveva annunciato di voler garantire ad Angela Carini, ritiratasi dopo 46 secondi nel match con Imane Khelifi, il premio promesso in caso di oro pari a 100 mila dollari, da dividere fra atleta (50 mila), Federazione (25 mila) e tecnico (25 mila).

 

IL CAPO PUTINIANO DELLA BOXE: “QUESTI GIOCHI SONO SODOMIA”

Estratto dell’articolo di Luigi Panella per “la Repubblica”

UMAR KREMLEV

 

«I Giochi di Parigi rappresentano una sodomia, sono la distruzione dei valori tradizionali in tutto il mondo e Thomas Bach ne è responsabile ». La frase è di Umar Kremlev, padre padrone dell’Iba, l’ente della boxe mondiale in conflitto totale con il Cio. Kremlev parla e fa parlare anche il denaro, forte dell’appoggio della Gazprom, il colosso dei gas naturali che sostiene la guerra contro l’Ucraina.

 

Putiniano di ferro, da tempo tenta di monopolizzare la boxe olimpica. Il Cio non è stato al gioco, gli ha tolto il giocattolo a Tokyo e Parigi e per Los Angeles 2028 punta sulla World Boxing, una nuova organizzazione alla quale, qualche giorno fa, anche la federazione italiana ha aderito. Ma l’Iba non molla: nell’ultimo mondiale maschile ha premiato il vincitore con 200.000 dollari (100.000 per le donne), prossimamente conta di alzare la posta.

VLADIMIR PUTIN CON UMAR KREMLEV

 

Kremlev prosegue una tradizione “particolare” dell’ente. Quando si chiamava Aiba il boss, Ching-Kuo Wu, aveva fatto un sacco di debiti. Fu scelto come salvatore della patria l’uzbeko Gafur Rakhimov, che però era in una black list degli Usa come uno dei maggiori narcotrafficanti mondiali. Poi è stata la volta di Kremlev, eletto nel 2020 con una maggioranza che non arrivava al 60% forse perché alcune federazioni avevano creduto ad una lettera anonima che gli addebitava precedenti penali.

 

Un rischio che Kremlev non ha corso in fase di rielezione, diventata acclamazione dopo che l’unico concorrente, Boris van Der Vorst, è stato dichiarato incompatibile […].

 

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 Kremlev ha accentrato a Mosca gli interessi dell’Iba, che prima erano a Losanna, ha autorizzato la partecipazione di russi e bielorussi ai Mondiali con tanto di inno e bandiera. La sua è un’opera di legittimazione politica della Russia attraverso la boxe. Magari creando un blocco con potenze come Cina e India. […]Politica e sport, nulla di nuovo. Basti pensare che uno degli storici addetti alla sicurezza di Putin, Alexei Rubezhnoi, ha un ruolo di primo piano nella federazione pugilistica russa. In tutto ciò Kremlev continua a rilanciare e sbarca anche nel professionismo. Coi quattrini di Gazprom (sembra una cinquantina di milioni) si può. […]

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