UN GUARDRAIL PIÙ RESISTENTE AVREBBE IMPEDITO LA CADUTA DEL BUS DAL CAVALCAVIA A MESTRE? SECONDO L’ASSESSORE AI LAVORI PUBBLICI, REANTO BORASO, NO: “SE ANCHE FOSSE STATO TRIPLO O QUADRUPLO NON AVREBBE TENUTO LO SBANDAMENTO DI UN MEZZO COSÌ PESANTE” – GIAN ANTONIO STELLA: “C’È DA AVERE I BRIVIDI ALLA SCHIENA. SU QUEL VIADOTTO PASSANO MIGLIAIA DI CAMION, MAGARI CARICHI DI PRODOTTI CHIMICI PROVENIENTI DALL’AREA INDUSTRIALE DI MARGHERA" - E INTERVIENE ANCHE TONINELLI: "SE CI FOSSI STATO IO AL MINISTERO DEI TRASPORTI SAREI STATO IMPALLINATO..."
-#Mestre, gli ultimi metri percorsi dal pullman prima di precipitare nel vuoto: camminata lungo il guardrail posizionato sul cavalcavia pic.twitter.com/rAkg5b9Cko
— Local Team (@localteamit) October 5, 2023
1- TUTTI DISTRATTI PER ANNI
Estratto dell’articolo di Gian Antonio Stella per il “Corriere della Sera”
«No tocava a mi». «Te tocava a ti». «Ghe tocava a lu». Le uniche cose certe, nella strage del bus precipitato dal cavalcavia di Mestre, sono che il vetusto guardrail arrugginito era troppo debole per non cedere all’urto e che è già partito lo scaricabarile sulle responsabilità di chi per anni non se n’era colpevolmente accorto.
Già il 26 ottobre 2022 Gloria Bertasi aveva denunciato sul Corriere del Veneto che i piloni del cavalcavia che collega Venezia e l’imbocco della A4 erano «seriamente ammalorati» e l’assessore comunale alla viabilità e lavori pubblici Renato Boraso si era impegnato ad avviare i lavori «con urgenza» […]
Dice oggi lo stesso assessore che «questo cavalcavia l’abbiamo ereditato dal ministero delle infrastrutture» e il municipio veneziano, dal 2015 in pugno al sindaco fucsia Luigi Brugnaro dopo varie stagioni di giunte di centro-sinistra, ha il merito di avere finalmente avviato un mese fa quei cantieri per i piloni e per passare poi alla «totale riasfaltatura e alla sostituzione di tutto il guardrail».
Ma che «se anche ci fosse stato un triplo o un quadruplo guardrail non avrebbe tenuto lo sbandamento di un mezzo così pesante». Matteo Salvini lo ascolta a SkyTg24 e concorda: «Sto con l’assessore: non è quello il problema...». L’amministratore de La Linea Spa Massimo Fiorese, che curava gli spostamenti dei turisti morti sul bus, dissente: «Nel filmato si vede l’autobus che a una velocità minima si appoggia su un guardrail che purtroppo non è un guardrail ma una ringhiera»... «Un parapetto...», dicono altri. «Poco più che una transenna…».
Fatto sta che, se il pullman coi turisti schiantatosi sotto il viadotto pesava davvero come si è letto 13 tonnellate e se ha ragione l’assessore a dire che lo sfondamento e lo schianto sulla strada che scorreva sotto ci sarebbe stato anche nel caso di «un triplo o un quadruplo guardrail», c’è da avere i brividi alla schiena. Su quel viadotto dalle due corsie strettissime e senza un centimetro di corsia di emergenza, infatti, da almeno settant’anni sono passati sfiorandosi l’un l’altro migliaia di camion e autotreni da 16, 30 e perfino 38 tonnellate.
Magari carichi di prodotti chimici provenienti dall’area industriale di Marghera. Una realtà di rischi altissimi. Ma scoperti, a leggere l’ordinanza firmata dal sindaco, solo ieri: «Riduzione a una corsia per lavori di adeguamento normativo con limite di velocità di 30 km/h... Divieto per i veicoli provenienti dal cavalcaferrovia di Corso del Popolo di immettersi sul cavalcavia superiore... Deviazioni ed itinerari preferenziali per tangenziale e autostrada...». […]
Ma certo che ci sono guardrail nuovi e migliori (ammesso che lì stia una delle concause della tragedia) di quelli usati sul viadotto di Mestre. Che potrebbero reggere certi urti e salvare vite. Il guaio è, spiega Andrea Demozzi, perito nel processo per il bus precipitato (39 morti) nel 2013 dal viadotto di Monteforte Irpino e concluso giorni fa con la condanna di Giovanni Castellucci, che «l’Italia è piena di barriere di sicurezza fatiscenti.
Anche l’occhio inesperto se ne accorge. Allora o la politica decide di intervenire e fa un piano di risanamento a livello nazionale o queste cose, purtroppo, continueranno ad accadere. Abbiamo fatto una norma di pianificazione per le barriere antirumore: bene, ci mancherebbe. Sulle barriere di sicurezza, però il ritardo è drammatico: dal ’92 manca una mappatura della situazione attuale, manca una norma che fissi un piano di azione, mancano dei criteri di priorità in base a dei parametri tecnici, scientifici... Non spot a macchia di leopardo...».
2-BUS MESTRE: TONINELLI, QUESTE VITTIME SONO MORTI DI STATO BUS MESTRE: TONINELLI, QUESTE VITTIME SONO MORTI DI STATO "MI AVREBBERO IMPALLINATO MA HO RIFATTO IL PONTE A GENOVA"
(ANSA) - "Non sono morti accidentali. La strage di operai sui binari di Brandizzo, la strage del bus di Mestre con il guard rail marcio, le tanti morti silenziose in incidenti stradali quotidiani causati da strade dissestaste, non sono morti accidentali. Sono morti di Stato causate dalla follia di chi inneggia a opere inutili e costosissime come il Tav Torino-Lione o il ponte sullo Stretto". Lo scrive l'ex ministro delle Infrastrutture del primo governo Conte, Danilo Toninelli in un post sui social in cui mette un post scriptum:
"Se ci fossi stato io al ministero dei Trasporti sarei stato impallinato a reti e partiti unificati. Invece tutti zitti, allineati e coperti a difendere questo sistema di potere dominante e corrotto. Questa è l'Italia di oggi. Peggio di quella di ieri. Peggio di sempre. Un paese senza speranza". Per l'ex ministro "l'unica vera grande opera primaria che serve a questo Paese è la manutenzione delle infrastrutture esistenti: mettere in sicurezza ed efficienza le strade che davvero servono e che usiamo nella vita di tutti i giorni.
Quelle che invece crollano, si dissestano, che non hanno protezioni o che se le hanno sono marce. Ma chi sono io per parlare? Sono solo quello del nuovo ponte di Genova, costruito in tempi record e senza sprecare un solo euro in corruzione e/o clientele".