GUERRA PER PROCURA – IL PROCURATORE GENERALE DI PERUGIA, SERGIO SOTTANI, ATTIVA LE SUE “FUNZIONI DI SORVEGLIANZA” SULL’OPERATO DEL PROCURATORE, RAFFAELE CANTONE, DOPO GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUI RAPPORTI TRA IL CANCELLIERE RAFFAELE GUADAGNO E DUE PM PERUGINI, GEMMA MILIANI E MARIO FORMISANO. SOTTANI È ARRIVATO A DEFINIRE “INUSUALE” L’INIZIATIVA DI CANTONE E DI GIOVANNI MELILLO DI RIFERIRE IN PARLAMENTO SUL CASO DOSSIERAGGIO E PARLA DI “EVENTUALI ANOMALIE”. MA SE C’È BISOGNO DI UNA VERIFICA, VUOL DIRE CHE…
-1 - PG PERUGIA, SORVEGLIANZA NON È CENSURA A CANTONE
(ANSA) - Per il procuratore generale di Perugia Sergio Sottani "non vuole essere una censura di Raffaele Cantone" l'attivazione delle sue "funzioni di sorveglianza" dopo gli articoli "in cui si riporta il contenuto di interlocuzioni che sarebbero state intrattenute, all'interno della Procura della Repubblica di Perugia, tra un funzionario di cancelleria, sottoposto a procedimento penale per accesso abusivo a sistema informatico, ed alcuni magistrati dello stesso ufficio perugino".
Lo ha detto parlando con Repubblica. "Acquisirò informazioni e, se opportuno, sottoporrò la vicenda al Csm" ha aggiunto Sottani. Sottani ha quindi negato che si tratti di un attrito all'interno di Magistratura democratica. "Non è così" ha ribadito il pg con Repubblica.
"La mia attività - ha aggiunto - è anche a tutela della procura. Era doveroso comunicare che vigilerò perché le informazioni sull'indagine siano tracciabili, cioè veicolate con comunicati, conferenze stampa, audizioni".
Sottani ha spiegato quindi che l'obiettivo dell'iniziativa è stato di "dare un segnale di tranquillità alla procura, il cui lavoro è stato oggetto di polemiche esterne. Per far vedere quindi che c'è un organo che controlla".
2 - IL FASTIDIO DI CANTONE DOPO L’ANNUNCIO UNA MOSSA CHE SUONA COME PRESA DI DISTANZA
Estratto dell’articolo di Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”
A chi gli ha chiesto lumi sul comunicato a sua firma in cui definisce «inusuale» l’iniziativa dei suoi colleghi di riferire al Parlamento su un’indagine in corso, e informa di controlli in corso su «eventuali anomalie», il procuratore generale di Perugia Sergio Sottani ha risposto che non c’è niente di strano.
E tantomeno che la sua esternazione voglia segnare una presa di distanze dal procuratore Raffele Cantone, il quale si trova già in una situazione di grande esposizione politico-mediatica e ora vede accendersi su di sé un altro riflettore: l’attenzione pubblicamente dichiarata del procuratore generale che di sicuro non gli ha fatto piacere, come riferisce chi ne ha raccolto le reazioni.
E però, con tutta la buona volontà, è difficile leggere qualcosa di diverso in un comunicato stampa partorito nel fine settimana e diffuso da Sottani lunedì mattina, appena rientrato in ufficio. Anzitutto perché «inusuale» e non scevro di «eventuali anomalie» sembra proprio l’annuncio in pompa magna dell’esercizio delle proprie prerogative, che contribuisce a tenere alta l’attenzione […] sulla vicenda dei presunti dossieraggi che da dieci giorni tiene banco e alimenta le polemiche politiche; con un paio di ministri che addirittura invocano una commissione parlamentare d’inchiesta quando già ce n’è un’altra (l’Antimafia) che se ne occupa.
E poi, se le parole hanno un senso, un procuratore generale che proclama di essere pronto a controllare l’operato di un procuratore lascia inevitabilmente intendere che le mosse di quel procuratore potrebbero non essere state corrette, altrimenti non ci sarebbe motivo di rassicurare la pubblica opinione che c’è un pg a vigilare. Come peraltro prevede la legge: dunque perché ribadirlo in forma così solenne?
Il pg Sottani ricorda a tutti che, alla luce delle «inusuali» comunicazioni al Parlamento, suo compito è «verificare il corretto bilanciamento tra il doveroso diritto dell’opinione pubblica ad essere informata nella fase delle indagini ed il rispetto della presunzione di innocenza». Ma se c’è bisogno di verifica vuol dire che a qualcuno è sorto il dubbio che quel «corretto bilanciamento» non sia stato applicato […] ; e dunque che nell’audizione di Cantone davanti all’Antimafia […] lo svelamento di numeri e modalità dell’inchiesta abbia compromesso le garanzie di non colpevolezza degli indagati.
Le parole pronunciate da Cantone in Parlamento, come quelle del procuratore nazionale antimafia Melillo, hanno sicuramente contribuito a enfatizzare la «inaudita gravità» dei fatti scoperti nell’indagine di Perugia. Tuttavia lo stesso Cantone ha più volte sottolineato la necessità di preservare la «presunzione di innocenza» del tenente Striano, del pm Laudati, dei giornalisti e di tutte le altre persone coinvolte nell’inchiesta; ha specificato di riferire solo «fatti storici incontestabili», perché la responsabilità penale è cosa diversa e va raggiunta attraverso le successive fasi dell’indagine e dell’eventuale processo; che «sospetti e illazioni possono essere spunti per sviluppare piste investigative» ma non il fondamento di un giudizio penale; che di «dossieraggio» lui non ha mai parlato, né per dire che c’è stato né che non c’è stato.
Certo, come chiarito da Sottani compito del pg non è solo «segnalare eventuali anomalie agli organi deputati al controllo», cioè i titolari dell’azione disciplinare, ma anche «evitare attacchi strumentali ai magistrati requirenti» nello svolgimento delle loro funzioni.
Dunque a tutela del procuratore. Il quale l’ha già chiesta — insieme a Melillo — al comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura, l’organo di autogoverno delle toghe chiamato a preservarne autonomia e indipendenza. Che dopo più di una settimana non ha ancora comunicato ai due magistrati se, come e quando intende sentirli.
Nel frattempo è arrivato il pg Sottani, che prima ancora di dare alla sua iniziativa la pubblicità poco gradita da Cantone, ha chiesto al procuratore una serie di relazioni su questa vicenda e su altre che non c’entrano niente ma sono state ugualmente accostate al «caso Striano-Laudati».